Good Night Mommy: recensione dell’horror austriaco
Parlare di un film come Good Night Mommy non è affatto semplice, tuttavia la definizione più immediata ed idonea per un’ opera del genere si può riassumere in tre parole: una storia perturbante.
Ad essere perturbante, in realtà, non è solo la curiosa ed inquietante vicenda narrata, ma lo stile registico, la sceneggiatura e la recitazione di un cast scelto alla perfezione.
Good Night Mommy: quando nulla è ciò che sembra, di chi ti puoi fidare?
Elias e Lukas sono due gemelli di 9 anni molto uniti. I due attendono nella loro borghese ed isolata casa l’arrivo della madre, la quale ha subito un intervento di chirurgia estetica al viso. Quando quest’ultima ritorna dai figli ha il volto interamente coperto da bendaggi, ma c’è qualcos’altro che non quadra… La donna sembra decisamente diversa rispetto a prima: è più autoritaria, più dura a tratti minacciosa, inoltre sembra escludere sistematicamente uno dei due gemelli. I due fratelli, giorno dopo giorno, alimentano a vicenda i loro dubbi sull’effettiva identità della madre dando inizio ad una pericolosa coalizione che porterà ad una raccapricciante verità finale.
Ich Seh, Ich Seh distribuito poi con il titolo Good Night Mommy, è l’opera prima di Veronika Franz e Severin Fiala, presentata alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il punto focale della vicenda ruota attorno alla coalizione dei due gemelli, un’unione indissolubile che nasce da un terribile dubbio che non li fa dormire la notte: dov’è la nostra vera madre? Il tema del doppio si dipana all’interno di una trama ben costruita, totalmente inaspettata e minimalista. Dubbi ed inquietudini crescono all’interno dello spettatore che rimane imprigionato in un labirinto di proiezioni, sdoppiamenti e domande: cos’è reale e cosa immaginario? Chi sta mentendo?
Good Night Mommy si divide tra cinema horror e cinema d’autore, il terrore provato dai personaggi coinvolti nella vicenda è palpabile e si trasforma in un’inquietudine esistenziale. Molte sono le domande sollevate dai due autori, domande sulla vita, sull’equilibrio di una famiglia, sull’identità, sulle maschere indossate e sul mostro che vive nei meandri oscuri delle persone. Il film riesce trattare diverse tematiche decisamente interessanti e allo stesso tempo fa gelare il sangue nelle vene. Non mancano scene tipicamente horror: la madre con il volto coperto dalle garze (che ricorda i dipinti di Magritte) girovaga durante la notte nuda e allucinata nel bosco mentre scarafaggi kafkiani rendono l’atmosfera surreale. La limpida e luminosa fotografia di Martin Gschlacht ritrae gli interni asettici della ricca ma freddissima casa in cui anche i quadri sono sfuocati. A questa glacialità si contrappongono gli esterni verdi e soleggiati della campagna austriaca, trasformata in una cupa atmosfera spaventosa nella scene notturne girate nel bosco. Il montaggio è curato nei minimi particolari e fa del film un’opera di stile gelido e scioccante con una narrazione lenta e tesa. Difficile non notare una somiglianza con lo stile duro ed esteticamente maniacale di Michael Haneke, anche se qui l’atmosfera è decisamente più enigmatica.
Ammirevole il lavoro attoriale dei due gemellini (Elias e Lukas Schwarz) che riescono, attraverso un’interpretazione minimalista, ad incarnare innocenza ed assieme cupa efferatezza condita da un disagio crescente: se inizialmente il dramma sembra tutto psicologico ed interiore, nell’ultima parte del film la crudeltà, a differenza di Haneke, viene mostrata senza alcuna remora in quella che si può dire una vera e propria guerra tra le mura domestiche.
Elias e Lukas si accorgono di piccoli particolari rivelatori, un neo disegnato, il colore degli occhi che non corrisponde a quello della madre, una misteriosa fotografia: a questo punto l’unica cosa da fare è costringere con la forza quest’estranea a svelare il dubbio atroce che li assilla.
Nulla è come appare: il finale lascia interdetti, probabilmente è un po’ forzato e sembra lasciare dietro di sé miriadi di domande che aleggiano nell’aria malsana che lo spettatore si trova a dover respirare anche una volta terminata la visione, ma anche questo aspetto potrebbe giocare a favore di un’opera eterogenea, terrificante e tutt’altro che convenzionale, un horror contemporaneo ed intelligente che consigliamo a tutti.
Siamo pronti a scommettere che il trailer qui sotto vi incuriosirà parecchio!
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