Star Wars: Musica e Mito – Da Wagner a Williams

Il ritorno di John Williams come compositore di Star Wars: Il Risveglio della Forza è stato accolto più che positivamente dai fan della saga e, finché non vedremo l’atteso settimo episodio, possiamo almeno essere rassicurati dal fatto che, sicuramente, la colonna sonora non ci deluderà.

Dopo i due concerti dello scorso settembre dell’orchestra laVerdi di Milano, Star Wars: A Musical Journey, un nuovo incontro è stato organizzato, in collaborazione con ColonneSonore.net, per “prepararsi musicalmente” all’arrivo del nuovo film, guidati da Maurizio Caschetto, Roberto Pugliese e dal Maestro Simone Pedroni. Mentre noi di Cinematographe vi avevamo accompagnato in un viaggio di 30 minuti nei momenti più emozionanti della colonna sonora dell’intera saga, l’incontro Star Wars: Musica e Mito ci ha permesso di ripercorrere la creazione della musica di John Williams in rapporto all’esperienza leitmotivica delineata da Richard Wagner nel corso della sua celebre tetralogia, L’Anello del Nibelungo. Se è ovvio fare un collegamento tra queste due colossali opere, dato l’uso della tecnica leitmotivica, un sguardo più approfondito permette di scoprire qualche gustosa curiosità.
George Lucas ha individuato fin da subito nella musica uno degli elementi chiave per il successo. Non doveva essere una musica fantascientifica o d’avanguardia, ma una grande musica d’avventura. Inizialmente aveva pensato a una compilation di brani classici da inserire nel corso del film, come Kubrick aveva fatto per 2001: Odissea nello spazio. È stato Spielberg a consigliare Williams all’amico Lucas, che ha accettato il lavoro dopo aver visto il film.

Eric Wolfgang Korngold, compositore austriaco emigrato negli USA per scrivere colonne sonore negli anni della seconda guerra mondiale, è stato il punto di riferimento per Williams: si riconosce subito il marchio, con gli ottoni, le fanfare, gli intermezzi degli archi più romantici: in sostanza, un suono mitteleuropeo nei film che per noi rappresentano l’emblema dei cinema americano. Ecco l’Overture di Captain Blood, film del 1935:

La colonna sonora realizzata da Williams per il primo Star Wars contiene all’interno sia riferimenti della grande musica del cinema hollywoodiano che della musica sinfonica del tardo ottocento. L’approccio leitmotivico è ideale per il tipo di narrazione veloce che ha scelto Lucas per il film. La partitura del primo film è sostanzialmente d’avventura; è dal secondo che Williams dà una densità tale da far avvicinare la musica a quella dell’opera lirica. Acquisisce un respiro più ampio, fino all’apoteosi drammaturgica de Il ritorno dello Jedi. Inoltre, nella trilogia prequel, Williams ha rivisitato i suoi temi: per esempio, la marcia di Darth Vader viene trasformata in un quartetto d’archi per il giovane Anakin.

Wagner sarebbe stato attratto dal cinema? Ecco i contatti tra l’Anello del Nibelungo e Star Wars

Forse, se Wagner fosse vissuto una cinquantina d’anni più tardi, avrebbe trovato nel cinema il compimento della sua idea di Gesamtkunstwerk, l’opera d’arte totale. Wagner è importante per il cinema non di certo per la Cavalcata delle Valchirie, ormai saccheggiata, ma per la sua influenza su due livelli: l’orchestrazione, che fa da modello alla prima e un po’ anche alla seconda generazione di compositori (con qualche isolato caso attuale, di valutazione adeguata, non sopravvalutata) e l’uso dei leitmotive. Si è perso il conto dei leitmotive nella tetralogia dell’Anello del Nibelungo, ma questo serve soltanto a far capire ancora oggi la lezione della variazione dei temi, e quindi della creazione di partiture per il cinema sia moderne che classiche.

Il parallelismo dell’Anello del Nibelungo con Star Wars è stato portato alla luce ormai quindici anni fa dallo svedese Kristian Evensen, nel suo famoso saggio The Star Wars series and Wagner’s Ring: Structural, thematic and musical connections (che potete leggere qui in italiano). Tra i collegamenti principali ci sono la dimensione dei cicli, l’aspetto colossale, la realizzazione non lineare della storia, le identità tematiche (che in realtà sarebbero più vicine a Il Signore degli Anelli, mentre Star Wars li ha più in profondità – ad esempio, ci sono delle spade importanti; Han è stato congelato e poi risvegliato nel film successivo, così come Brunilde viene addormentata e lasciata in un anello di fuoco, fino all’arrivo dell’eroe nell’opera seguente; Luke e Leila sono fratelli gemelli, ma inizialmente sembra nascere un amore tra di loro, così come tra Siegmund e Sieglinde, tra i quali però avviene l’incesto). Ed eccoci quindi alla musica, dove troviamo altri parallelismi. Sentiamo il tema eroico di Siegfried e il tema della Forza:

Ma non solo, il tema di Luke può essere paragonato anche a quello del richiamo di Siegfried con il suo corno:

La celeberrima Marcia Imperiale può essere accostata al tema dei Giganti Fasolt e Faffner:

E non si può non citare il parallelismo – in realtà splendido – tra il tema di Brunilde e quello di “Across the Stars” (il tema d’amore tra Anakin e Padmé):

https://www.youtube.com/watch?v=qM_ZWnD40aA

Più che ispirazione, è una linea ereditaria comune. Questi stilemi vengono condivisi da Williams – compositore che tra l’altro sa anche citare se stesso, reinventandosi – ma con linguaggi diversi. Dopo questo Star Wars: Musica e Mito, non vediamo l’ora di sentire che cosa John Williams ha creato per questo Mito che ha raggiunto il settimo episodio.

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