Marvel’s Agents of SHIELD 3: recensione di midseason

Marvel’s Agents of SHIELD è in pausa invernale fino al prossimo 8 Marzo e noi di Cinematographe non stiamo già più nella pelle. La terza stagione prodotta dai fratelli Wheedon si è rivelata, fin dalla prima puntata, piena di aspettative e potenzialità. Infatti, come vi abbiamo spiegato nella recensione della season opening, lo SHIELD e i suoi membri si sono trovati, dopo la battaglia contro gli Inumani (radicali), in un momento di stallo ed instabilità. Recuperate le forze, Coulson e i suoi hanno iniziato a reclutare Inumani sostanzialmente per tenerli al sicuro e renderli consapevoli del proprio potere. Al tempo stesso abbiamo scoperto che un’altra organizzazione, simile allo SHIELD, l’ATCU capitanata da Rosalind Price (Constance Zimmer) è alla ricerca di Inumani non registrati al fine di contenerli.

Marvel's Agents of SHIELD

Per poter analizzare al meglio questa prima parte di stagione sarà inevitabile descriverne anche la trama. Seguiranno, quindi, spoiler. Attenti alla lettura.

Phil Coulson (Clark Gregg), affascinato da Rosalind, ma al tempo stesso, curioso dell’operato dell’ATCU, inizia con la sua squadra ad indagare sulla misteriosa organizzazione. Contemporaneamente Daisy (Chloe Bennet), Mack (Henry Simmons) e Lincoln (Luke Mitchell) vanno a caccia di Lash, un Inumano brutale che uccide a sangue freddo le sue vittime. Leo Fitz (Iain De Caestecker) continua i suoi studi sul Monolite: l’obiettivo è quello di riportare a casa l’amata Jemma Simmons (Elizabeth Henstridge). Quest’ultima è protagonista di un episodio da solista intitolato 4,722 Hours. La puntata, completamente diversa dalle altre, si concentra esclusivamente su Jemma e del suo soggiorno sul pianeta sconosciuto, meta del teletrasporto del Monolite/portale. Qui la ragazza, sola, senza cibo né acqua e con il solo smartphone, inizia il suo vagabondaggio in quel luogo desolato e immerso in un buio perenne. Dopo giorni di pellegrinaggio forzato Simmons si imbatte in una tempesta di sabbia fulminante dalle quali viene salvata da un altro superstite umano rifugiato da anni su quel pianeta: Will Daniels (Dillon Casey) un astronauta mandato con altri per una missione – chiamata Ritorno Interstellare – rivelatasi suicida. Grazie alla piccola, ma potente attrezzatura tecnica dei due sopravvissuti – che pian piano instaurano un rapporto molto forte – e i continui studi di Leo Fitz sulla Terra, Jemma Simmons viene miracolosamente riportata a casa.
Nel frattempo scopriamo che il redivivo Grant Ward (Brett Dalton) sta assoldando nuovi membri per la creazione di una nuova Hydra. Hunter (Nick Blood), scoperto il piano dell’ex Agente, comincia nell’anonimato a farsi strada tra i bassi ranghi della nuova organizzazione al fine di vendicare i soprusi subiti da Bobby (Adrianne Palicki), nel finale della seconda stagione, proprio da Ward. Hunter però non è da solo: ad aiutarlo, infatti, c’è Melinda May (Ming-Na Wen) che, dopo un periodo di pausa, è tornata in campo più decisa che mai a fare giustizia. Arrivati al cospetto di Ward, Hunter e May non riescono per un pelo ad uccidere il traditore che minaccia di eliminare Andrew Garner (Blair Underwood), compagno di Melinda.
Tornati nel campo base, lo SHIELD deve fare i conti con la battaglia su vari fronti: l’ATCU, Lash, la nascente Hydra.
Coulson, sempre più impegnato con Rosalind, entra finalmente nel quartier generale ATCU e manda i propri Agenti a perlustrare la zona. Scoprono che c’è qualcosa che non quadra: a quanto pare la missione dell’ATCU è quella di attivare la trasformazione degli Inumani. Scoperto l’intoppo, Phil mette alle strette Rosalind, le quali colta letteralmente di sorpresa, comprende l’inganno di una figura interna alla sua organizzazione nonché nuovo mentore nientemeno che di Grant Ward: Gideon Malick.
Malick, interpretato da Powers Boothe, vuole sostanzialmente creare un esercito di Inumani a servizio della misteriosa e terribile creatura che ha dimora su un pianeta sconosciuto: lo stesso in cui Jemma Simmons ha soggiornato per 4722 ore.

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La nuova Hydra è sempre più vicina al suo obiettivo: riaprire il portale e recuperare il mostro.
Ma cos’è questa creatura? Di chi si tratta?
Si tratterebbe dell’Hydra stessa. Ed è proprio Gideon Malick a svelare a Grant Ward la verità:

L’HYDRA in realtà è antica come questa pietra. Questa qui e altre pietre sopravvissute come questa sono state tramandate per cento generazioni. La tenga d’occhio, signor Ward. Quando farà la sua magia, non voglio che se la perda. Questa è stata tagliata da una pietra più grande. Un monolite che possiede proprietà di un altro mondo. Letteralmente; è un portale verso un altro mondo. Migliaia di anni fa, un Inumano è nato su questo pianeta, destinato a regnarlo. Così potente, così tremendo, che gli altri vennero consumati dal terrore. Così lo bandirono dalla Terra, mandandolo su un pianeta distante, attraverso il portale. L’HYDRA è stata fondata con l’unico scopodi riuscire a farlo tornare. Di generazione in generazione, l’HYDRA ha preso forme diverse. L’entità ha avuto diversi nomi. Ma ogni generazione ha mandato uomini attraverso il portale sperando di salvare, o almeno servire il nostro leader dall’altra parte. Ora stiamo costruendo un esercito che possa comandare quando ritornerà.

Il finale di midseason è un turbine di adrenalina, emozione e terrore: Ward, Fitz e Coulson arrivano sul pianeta attraverso la riapertura del portale. Fitz ritrova Will e Coulson affronta Ward, ma il peggio deve ancora arrivare: con Ward apparentemente morto e Will smascherato come il guscio che contiene l’entità della creatura, il ritorno a casa per i due agenti dello SHIELD è più che traumatico e di grande impatto emotivo. Per non parlare dell’ultima scena: parla da sola.

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Questa prima parte della terza stagione di Marvel’s Agents of SHIELD si è rivelata fin da subito superiore alla stagione precedente: raccolti i cocci con la battaglia contro gli Inumani, lo SHIELD deve riappropriarsi della sua identità e portare avanti la sua missione. Ed in questa terza stagione vediamo il grande puzzle completarsi pian piano: se ad un primo sguardo, la rinascita dell’Hydra poteva risultare forzata e come il risultato di una mancanza di idee, gli ultimi sviluppi ne hanno dimostrato il contrario. Anzi ne hanno accresciuto il valore: c’è un legame fortissimo tra Hydra e la componente Inumana e questo fa rizzare i capelli ai più appassionati. Una scoperta talmente interessante da mantenere l’hype per Marzo altissimo.
Oltre alla trama, la prima parte di stagione vede il plauso degli attori protagonisti ancora più caratterizzati e sempre più approfonditi: pensiamo al cambiamento di Skye/Daisy, sempre più consapevole di sè; a Coulson, sempre più strategico, ma messo alla prova da perdite personali importanti; a Melinda May, che presa alla sprovvista dalla scoperta della vera identità di Lash (Andrew Garner) vede crollare anche l’unica certezza rimasta e ripone le sue speranze nella vendetta. Senza tralasciare il crollo emotivo di Jenna, dopo il ritorno a casa, o ancora la perenne sfortuna di Fitz i quali però, sempre più orgoglioso, combatte per sè e per gli altri.
Ma non solo, anche una regia sempre fluida e precisa, coreografie d’azione pulite ed entusiasmanti, una fotografia nitida e talvolta sperimentale – come per 4722 hours – non sono che tanti elementi utili alla realizzazione di un bellissimo quadro.
Insomma, dieci puntate con i fiocchi che lasciano aperto un portone di grandi attese ed aspettative. Cosa ci riserverà il futuro? Non ci resta che attendere l’8 Marzo.

Marvel's Agents of SHIELD

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.7
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.7

3.6

Voto Finale