Elizabeth – The Golden Age: recensione
Elizabeth: The Golden Age è il secondo film di Shekhar Kapur sulla Regina Elisabetta I, interpretata (come nel precedente Elizabeth) da una strepitosa Cate Blanchett. Rispetto alla pellicola precedente, si aggiungono al cast Clive Owen, Abbie Cornish, Samantha Morton, Rhys Ifans, Jordi Mollà e un giovane Eddie Redmayne, premio Oscar 2015 per il suo ruolo da protagonista in La teoria del tutto. Graditissima conferma invece quella di Geoffrey Rush, che riprende il ruolo di Sir Francis Walsingham, il più fidato consigliere di Elisabetta. A differenza di quanto accaduto con il precedente Elizabeth, i costumi creati da Alexandra Byrne ricevettero il riconoscimento più ambito, ovvero l’Oscar 2008 per la categoria, unica statuetta portata a casa da questo film.
Elizabeth: The Golden Age racconta parallelamente la sfera privata e quella politica della Regina Elisabetta I (Cate Blanchett). Da una parte vengono narrate le sue gesta come regina d’Inghilterra: i tentativi da parte degli oppositori di deporla dal trono in favore della cugina Mary Stuart (Samantha Morton) e la sua discesa sul campo di battaglia per spronare le truppe inglesi contro l’Invincibile Armata spagnola; dall’altra parte, per quanto riguarda la vita privata della regina, assistiamo invece al suo tormento per l’attrazione verso il corsaro Walter Raleigh (Clive Owen), a sua volta attratto anche dalla dama di corte Elizabeth “Bess” Throckmorton (Abbie Cornish). Il susseguirsi di questi eventi porterà a un periodo rigoglioso e splendente per l’Inghilterra, noto appunto come Golden Age, durante il quale troverà terreno fertile per le sue opere anche William Shakespeare. Gli scritti di quest’ultimo sono da sempre grande fonte di ispirazione per il cinema: se ne volete sapere di più a proposito, cliccate qui per trovate un nostro focus a proposito di questo argomento.
Elizabeth – The Golden Age: una ricostruzione storica visivamente curata, ma mediocre per contenuti
Le migliori qualità di Elizabeth: The Golden Age sono sostanzialmente quelle del predecessore, ovvero una ricostruzione scenica che si dimostra una vera e propria gioia per gli occhi, con scenografie, trucco e costumi davvero ineccepibili, insieme a un cast di qualità eccelsa. A farla da padrona è ovviamente la divina Cate Blanchett, che riesce a rendere i turbamenti interiori della Regina Elisabetta con piccoli gesti e variazioni delle espressioni facciali quasi impercettibili, che sono però ciò che fa la differenza fra una buona interprete e una fuoriclasse assoluta come l’attrice australiana. Il resto del cast non sfigura: Clive Owen è perfetto per la parte dell’avventuriero rubacuori, e Geoffrey Rush sfrutta alla perfezione i pochi minuti che gli vengono concessi su schermo. Meno intense, ma comunque più che sufficienti, le prove di Samantha Morton e Abbie Cornish.
Le note dolenti arrivano dalla sceneggiatura. È lecito e pressoché inevitabile romanzare i fatti realmente accaduti e forzare certi aspetti della trama per esigenze cinematografiche, ma sotto questo punto di vista Elizabeth: The Golden Age spesso passa il limite. Il triangolo amoroso fra Elisabetta, Raleigh e Bess spesso scade nei toni tipici della soap opera, poco realistici per il contesto in cui i personaggi si muovono. Stupisce anche la superficiale e rozza caratterizzazione dei cattolici, rappresentati da Filippo II di Spagna e Mary Stuart, che vengono dipinti come dei fanatici religiosi pronti a tutto per sconfiggere i protestanti inglesi. Questi ultimi invece vengono caratterizzati come progressisti, liberali e tolleranti verso ogni pensiero religioso, nonostante i fatti, anche per quanto riguarda la stessa Regina Elisabetta, siano ben diversi. Forse era troppo aspettarsi una disamina delle vicende assolutamente imparziale per un film di produzione inglese, ma vedere i personaggi divisi in buoni e cattivi, senza nessuna sfumatura intermedia, solo in base alla loro nazionalità, è decisamente troppo e inficia anche i già citati lati positivi della pellicola.
Elizabeth: The Golden Age si rivela un sequel inferiore al predecessore Elizabeth, decisamente più solido e omogeneo rispetto a questo film. I difetti sono tanti, ma gli amanti del genere storico verranno comunque ripagati da una messa in scena pregevole. Impossibile inoltre non rimanere abbagliati dalla classe e dalla bravura di un’interprete come Cate Blanchett, che in questi giorni potete ammirare ai suoi massimi livelli nello stupendo Carol (qui la nostra recensione). L’attrice australiana compensa i limiti strutturali del film, rendendolo una visione comunque piacevole e appagante, a patto di non aspettarsi rigore storico e imparzialità nella rappresentazione degli eventi.