The Shannara Chronicles: 1×01-02 – recensione
Tra le serie evento che aprono questo 2016 troviamo senza ombra di dubbio The Shannara Chronicles, sviluppata da Alfred Gough e Miles Millar, sulla base della celebre saga fantasy dell’americano Terry Brooks.
The Shannara Chronicles ha fatto il suo esordio lo scorso 5 gennaio negli states su MTV e vedrà la sua versione doppiata italiana il 15 gennaio su Sky Atlantic.
Una serie che aspettavano in molti ma non con il cuor leggero. Brooks spicca per il suo mondo fantastico, per le sue ambientazioni e personaggi variegati, risultando – meritatamente– tra i migliori e più letti narratori di fantasy dei nostri giorni. Certo, il rischio di portare storie così epiche sul piccolo schermo è sempre lo stesso: una qualità piuttosto bassa. L’epica nell’epoca della smart tv non è certo il binomio migliore, e sicuramente in questo caso la grandezza del cinema avrebbe dato all’opera di Brooks un maggior rispetto e senso di grandiosità, ma sarebbe stato impossibile fronteggiare per qualsiasi produzione un dispendio di tempo e denaro per venticinque libri. O meglio, la Warner Bros. tentò l’impresa, ma prima che il progetto potesse vedere realmente la luce, i diritti acquistati furono persi, generando non poco frustrazione nell’autore. Nel 2013 MTV riesce a mettere mani sui libri, acquistando a sua volta i diritti su Shannara, arrivando finalmente a questo 2016 con la prima stagione basata sul secondo libro del ciclo, Le pietre magiche di Shannara (1984).
La diversità che risiede nel ciclo di Shannara sta nella sua ambientazione. Un fantasy ambientato sulla terra dove tutte le razze magiche, dagli elfi ai demoni, passando per troll e gnomi, vengono dopo la razza umana, ridotta all’estinzione a causa di una serie di eventi bellici, la guerra delle razze, dalle dimensioni apocalittiche che hanno ridefinito totalmente le caratteristiche principali della terra.
Dopo tanti anni di pace nelle Quattro Terre e prosperità e civiltà tra razze, sembra che le orde di demoni disseminatrici di discordia e distruzione, imprigionate nel Divieto attraverso il secolare albero Eterea, si stiano risvegliando.
The Shannara Chronicles, il mito finalmente prende vita
Allanon (Manu Bennett), ultimo druido rimasto dominatore della magia, fa ritorno al cospetto dell’anziano re degli Elfi, Eventine Elessedi (John Rhys-Davies). La sua sola presenza fa comprendere la gravità della situazione. Eppure, a corte, qualcuno aveva già avvertito l’avvicinarsi di tempi bui, la nipote di Eventine, Amberle (Poppy Drayton), testarda principessa dall’indole bellica, riuscita a entrare a far parte dei Sette Eletti (i protettori dell’Eterea) dopo aver superato una durissima prova e “infranto” la tradizione che vede solo elfi maschi far parte del cerchio degli Eletti. Eppure quello che per Amberle può sembrare in un primo momento una nomina di orgoglio e felicità, diventerà prestissimo causa di sventura e persecuzione, assieme alle sue doti di chiaroveggenza.
In parallelo, ma da subito prossimo all’intreccio, si svolge la storia di Will (Austin Butler), giovanissimo e scapestrato mezzelfo, nipote di Shea – protagonista de il primo libro, La Spada di Shannara (1977) – . Poco prima di morire, la madre gli da in consegna tre pietra magiche, le elfstones, facendogli promettere di mettersi alla ricerca del druido. Nonostante la riluttanza, Will rispetta le volontà del genitore, ma prima di fare la conoscenza di Allanon, il quale svelerà segreti sulla sua origine inaspettati, verrà ingannato dalla bella e seducente Eretria (Ivana Baquero), una nomade che prima salverà il mezzelfo dalle grinfie di un troll e poi lo deruberà delle pietre.
Le differenze di trama sono evidenti già dall’inizio. Il primo episodio e parte del secondo si svolgono in particolar modo sulla figura di Amberle, che appare come protagonista indiscussa della storia ed eroina sacrificale ai fini di rinnovo per la pace, mettendo meno in luce la figura di Will, il quale appare realmente come un inesperto e ingenuo ragazzo di campagna. Le stesse origini del protagonista e la storia legate alle pietre e alla sua famiglia sono modificate, ma nelle trasposizioni dei cambiamenti sono sempre inevitabili. Anche quelli che ci potrebbero sembrare più insensati, hanno una loro utilità ai fini della produzione. La giusta importanza dei personaggi, però, inizia a manifestarsi già verso le metà/fine del secondo episodio. Il ruolo di Will si fa meno funzionale e marginale, acquistando uno spessore maggiore, mentre ancora leggermente in sordina è quello di Eretria.
The Shannara Chronicle si muove in bilico tra colossi della televisione come Game of Thrones e le linee sentimentali che più ricordano serie giovanili come Teen Wolf o The Vampires Diares, soprattutto nella sua opening molto pop e curato, ma nonostante questo l’esordio non delude per nulla, lasciandosi guardare con un certo piacere e spingendo ad andare avanti con la visione. Sicuramente non poche sono le scelte che puntano verso la realizzazione di un prodotto più mainstream possibile e adatto al pubblico di MTV, quindi un fascia che si muove moltissimo sui teen, uscendo un po’ dalla nicchia di genere. Le ambientazioni però non deludono, e anche i personaggi sono molto realistici, esaltando in particolar modo il lavoro che viene fatto sui dettagli, trucco e costumi. Quindi, neanche gli amanti del genere fantasy corrono il rischio di essere delusi.
Il ritmo è sempre ben sostenuto e lo svolgimento delle situazioni è sempre ben gestito, rendendo la narrazione scorrevole e priva di buchi. Gli effetti speciali non spiccano di bellezza, ma non risultano essere neanche troppo posticci o inverosimili. Viene data una cura maggiore alla fotografia piuttosto che alla post-produzione in generale, usata in questi primi due episodi solo nei momenti di vera necessità. Ciò non fa altro che mettere di più in evidenza il grande lavoro svolto tra ambientazioni e scenografie, molte delle quali veri paesaggi naturali e mozzafiato della Nuova Zelanda che tanto condividono con Il Signore Degli Anelli. Qualche pecca la si trova nello scarso approfondimento dei personaggi più giovani, nonostante il cast sia molto convincente e preparato – quasi tutti già navigati sia nella serialità che nella cinematografia -, un po’ troppo puntati sull’avventura e con poco spirito di domanda. Sembra che tutti accettino il loro destino per quello che è, senza chiedersi mai il perché di quello stravolgimento improvviso della propria esistenza. Si muovono quasi irrazionalmente, spinti da un desiderio che male viene spiegato e compreso, ma che si spera possa trovare uno spazio maggiore nei prossimi episodi. In questo la guida dei personaggi più anziani, in primis Allanon, è fondamentale. Fanno da cardine e dai guida dei veri protagonisti, impedendo loro di farsi troppo male, sebbene le premesse sul futuro non sono certo delle migliori.
Qualche piccola pecca c’è anche in sceneggiatura, nella gestione di passaggio da una situazione all’altra, a volte gestiti con meri balzi senza un filo logico. Errori che si riscontrano in un montaggio fin troppo brusco e un po’ troppo in stile anni novanta, quasi a voler citare “classici” come Xena o Hercules.
Nonostante questo, e gli ovvi sacrifici che in una serie vanno fatti, soprattutto quando si parla di trasposizione, The Shannara Chronicles è un prodotto che diverte e intrattiene. Non sarà un fantasy da Globes, ma la pretesa dei suoi autori non era di certo questa, e di gran lunga supera i fantasy cinematografici per teen degli ultimi anni a mani bassissime, esempio Eragon (2006) o Shadowhunters (2013).