Il Delitto Perfetto: recensione del film di Alfred Hitchcock

Anche questo sabato continuiamo con il “ciclo Hitchcock”, e quest’oggi proporremo la recensione de Il Delitto PerfettoIl Delitto Perfetto (Dial M for Murder) è un film del 1954, distribuito dalla Warner Bros, diretto da Alfred Hitchcock, con protagonisti Grace Kelly (alla sua prima collaborazione con il regista che vedeva in lei una donna apparentemente distaccata, ma passionale dentro), Ray Milland e con la partecipazione di John Williams (che aveva già collaborato con Hitchcock ne Il Caso Paradine e con cui vi collaborerà ancora per Caccia al Ladro).

Questo film, americano, viene ambientato a Londra, dove Tony Wendic (Ray Milland), ex campione di Tennis, scopre che sua moglie Margot (Grace Kelly), lo tradisce con il giovane Mark Halliday (Robert Cummings), uno scrittore di romanzi gialli.
Tony decide, con glacialità, di eliminare la moglie fedifraga per poter salvare ed ereditare la parte di patrimonio che gli spetta, prima che lei chieda il divorzio.
Tony si documenta ai fini del delitto, che deve essere perfetto e non far cadere i sospetti su di lui, trovando il sicario perfetto, ovvero Swann Lesgate (Anthony Dawson), conoscenza sia sua che della polizia.
Tra un ricatto e un compenso in denaro, Tony convince Swann a fare lo sporco lavoro per lui.
La trappola, che vede vittima Margot, scatta con una telefonata che il marito le fa ad un’ora prefissata, mentre lui si trova ad un ricevimento; mentre Margot va a rispondere, lei viene aggredita alla spalle da Swann, come prefissato, che cerca di strangolarla con una calza di nylon.
La disperazione prende il sopravvento su Margot, che riesce ad uccidere il suo assalitore con un paio di forbici.
Ma quando per lei sembra tutto finire, in realtà questo non sarà che l’inizio del suo peggiore incubo.
Tony, rimasto attaccato al telefono per capire se tutto andasse a buon fine, capisce che invece il piano è andato storto, e consolando la moglie, tenta comunque di far volgere la situazione a suo vantaggio, aiutando la polizia, in modo implicito, a colpevolizzare la moglie: Margot rischia la pena di morte per la morte di Swann.
Tutto si ribalterà ancora, quando Scotland Yard, manda l’uomo che fa al caso di Margot, l’ispettore Hubbard (John Williams), che nonostante il l’iniziale scetticismo nei confronti della donna (poiché comunque tutte le prove conducono a lei, che ha un alibi debole), capisce che qualcosa stona e grazie ad un piano studiato nei particolari, riesce, con l’aiuto di Mark, a scagionare Margot ed a colpevolizzare il vero mandante e creatore del delitto e dei depistaggi: Tony.

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Il Delitto Perfetto
è il prodotto di un montaggio svolto in modo invisibile, che si differenzia molto dai lunghissimi movimenti di macchina che Hitchcock aveva presentato con Nodo alla Gola.
Il film venne presentato alla televisione inglese come fosse un’opera teatrale (ai tempi non era facile distinguere il teatro filmato da quello che veniva trasmetto in televisione).
La pellicola, nonostante fosse girata velocemente (in poco più di un mese), cerca di dare risposta alla minaccia della televisione, che negli anni ’50 stava quasi nettamente prendendo il sopravvento sul cinema, ricorrendo al 3D, oltre alle varie inquadrature dal basso.
Si, avete letto bene, perché il 3D vide già una sperimentazione negli anni ’50, ma dopo un paio di anni di sopravvivenza, non ebbe il successo che ha oggi, cadendo poi in disuso.
Questo effetto tridimensionale, in realtà, venne usato prevalentemente quando Grace Kelly allunga le braccia (nella direzione del pubblico, per chiedere aiuto) e prendono il paio di forbici da lavoro che poi conficcherà nella schiena di Swann.
Il Delitto Perfetto è il terzo film a colori di Hitchcock, e con i colori, appunto, cerca di fondere il desiderio carnale a quello di morte, mischiato con la suspense; inoltre vi è un degrado di colori anche riguardo agli abiti di Grace Kelly, che se all’inizio del film hanno colori sgargianti, mano a mano diventano sempre più cupi, come sempre più oscura diventa la vicenda.
Questa pellicola è forse la pellicola che crea maggiore suspense, ma che fa anche riflettere su come il marito abbia cercato di incastrare la moglie: attesa, ansia e tanto ingegno.
La pellicola si basa sull’omonimo dramma di Frederick Knott, dei primi anni ’50.
La scenografia è composta in modo fine ed elegante, per rappresentare lo stato benestante dei coniugi (e quindi di quello che Tony perderebbe se avvenisse il divorzio) e lo stato di grande femminilità della protagonista.
Nonostante Hitchcock non diede peso più di tanto alla pellicola, più che altro per averla realizzata in così poco tempo, da essa ne risulta una qualità eccelsa.
Ecco la genialità di Hitchcock che esce ancora, ma sotto un’altra prospettiva; l’abilità di dare sfogo ad un film dall’origine teatrale del testo, girandolo tutto su un unico set (quello della casa dove si svolge la vicenda), cercando di ingannare lo spettatore,dando l’idea che il tutto sia stato realizzato da una performance teatrale in presa diretta.
Hitchcock a sua volta dirige il regista della vicenda stessa, che non è altro che Tony, il marito di Margot, che documentandosi, cerca di costruire un piano senza difetti, studiando tempi e modo di azione, e con l’unico scopo di silurare la moglie.
La suspense è costante, in un crescente climax di emozioni, che insinuano nello spettatore il dubbio, l’attesa di colpi di scena, e di sospensione e attesa.
Un film di eccezione che conferma la regola tale per cui la fretta è una cattiva consigliera.
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Curiosità

– Il titolo originale è Dial M for Murder, ma in America e nel Regno Unito venne anche usato il titolo di Alfred Hitchcock’s Dial M for Murder;
– Dagli anni ’60, il film ebbe varie edizioni, tra cui alcune varianti in 3D, nel corso degli anni;
– Nel 1998 venne fatto un remake, Delitto Perfetto, per la regia di Andrew Davis, con Gwyneth Paltrow, Michael Douglas e Viggo Mortensen;
– Dove si trova Hitchcock? Vi diciamo solo che compare in una fotografia incorniciata e appesa nella casa fulcro della vicenda.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 4.5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 4
Emozione - 4.5

4.4

Voto Finale