David Bowie: 10 interpretazioni cinematografiche memorabili
Con la sua particolare ed inequivocabile attitudine al trasformismo, non c’è da meravigliarsi che David Bowie abbia dato grande prova della sua grandezza anche come attore. Il suo primo film fu L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth), un’opera di fantascienza del 1976 diretta da Nicolas Roeg e tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis. Il film presenta un protagonista carismatico e misterioso, interpretato da Bowie in un momento fortemente vulnerabile della sua vita. Il New York Times ha definito la sua interpretazione ‘straordinaria’, nell’accezione in cui si intenda come qualcosa umanamente fuori dalle ordinarie convenzioni, qualcosa di alieno, di diverso – aspetto che ha grande rilevanza nella carriera e nella personalità unica di Bowie.
Per tutto il resto della sua carriera, David Bowie ha sempre avuto la tentazione di immergere la punta del piede di nuovo nelle acque della celluloide, a volte per una profonda e coinvolgente svolta drammatica; a volte solo bucare lo schermo con la sua immagine ipnotica. La sua presenza infatti, ha donato ad alcune opere filmiche grande fascino e, per questo, diamo uno sguardo alle sue memorabili apparizioni al cinema:
Ecco 10 interpretazioni memorabili di David Bowie:
L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth) diretto da Nicolas Roeg nel 1976 è stato realizzato nell’era in cui Bowie era il Duca Bianco, paralizzato dalle paranoie e spesso sotto effetto di cocaina. Il film è bello e per molti aspetti bizzarro. Bowie, pallido e dissipato, interpreta Thomas Jerome Newton, un alieno proveniente dallo spazio con il compito di portare acqua al suo paese colpito dalla siccità. Il potere di Bowie in questa pellicola risiede nel suo sguardo e nella sua figura androgina perfetta per questo tipo di performance. Lui è come un insetto disegnato per le luci della telecamera, le luci stesse che lo distruggeranno con il loro calore.
Just a Gigolo diretto da David Hemmings nel 1978 è un film in cui la fa da padrone la tipica malinconia d’essai di fine anni ’70. La pellicola è nota soprattutto per essere l’ultimo film di Marlene Dietrich. Bowie quindi, nonostante un ruolo non perfettamente congeniale – un ufficiale prussiano che a causa di dissesti economici inizia a lavorare come gigolo in un bordello – ha avuto la possibilità di condividere il grande schermo con l’icona di Weimar.
Miriam si sveglia a mezzanotte (The Hunger) di Tony Scott realizzato nel 1983 è un film che è stato sotto i riflettori, di pubblico e critica, sia per la scena di sesso saffico tra il vampiro Catherine Deneuve e Susan Sarandon sia per l’impressionante sequenza in cui David Bowie invecchia a vista d’occhio mentre ricerca una cura. Il regista conferisce un allure sia thriller che erotica alla narrazione, con il valore aggiunto di Bowie e della Deneuve, fascinosi interpreti di debolezze e volontà umane.
Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence) del 1983 diretto da Nagisa Oshima è un film dalle grandi pretese artistiche che racconta le vicende di un ostinato ufficiale britannico tenuto in un campo di prigionia giapponese. Nel film, nonostante non sia stato ritenuto eccezionale, il ruolo di Bowie colpisce per la sua audacia.
Labyrinth – Dove tutto è possibile è un film fantastico del 1986 diretto da Jim Henson. Scritto da Terry Jones dei Monty Python e prodotto da George Lucas, Jim Henson – l’inventore dei Muppets – ottiene importanti consensi per aver fatto interpretare a Bowie il ruolo di Jareth il re dei Goblin. E tanto di cappello per Bowie, il quale ha dimostrato anche questa volta di saper accettare e interpretare con versatilità qualsiasi personaggio.
L’ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) è un film del 1988 in cui il regista Martin Scorsese effettua una grande e sincera panoramica sulla vita di Gesù. I minuti in cui Bowie appare sullo schermo sono davvero pochi ma di grande importanza. Nei panni di Ponzio Pilato, il romano che condannò Gesù alla crocifissione, Bowie evidenzia il duplice aspetto della sua personalità fredda e sagace nei suoi giudizi.
Fuoco cammina con me (Twin Peaks: Fire Walk with Me) è un film del 1992, diretto da David Lynch, in cui non mancano strane e ambigue sequenze incentrate sul tema-sogno. Che ne dite di una scena onirica, con schiamazzi raccapriccianti, frasi al contrario senza senso, e David Bowie che appare muovendosi a scatti indossando una larghissima tuta e parlando ( o non parlando) con uno strano accento?
Basquiat è un film biografico sulla vita di Jean-Michel Basquiat diretto da Julian Schnabel nel 1996 in cui Bowie sembra aver indossato grazie ad un colpo di vento una parrucca bianca per interpretare il leggendario artista Andy Warhol. E’ un bizzarro cartone animato? Certo. Ma riesce anche a catturare l’infantile e impassibile senso di meraviglia di Warhol.
Zoolander è un film del 2001 diretto da Ben Stiller…beh, chi meglio di David Bowie poteva giudicare la sfilata dell’iconico e irriverente modello Derek secondo le regole della vecchia scuola?
The Prestige diretto da Christopher Nolan nel 2006 è un film puzzle, incentrato sulla rivalità ossessiva tra una coppia di illusionisti a cavallo del 19esimo secolo a Londra. Una delle parti che colpisce di più è proprio quella in cui compare Bowie nel ruolo del pioniere dell’industria Nikola Tesla, da dietro un muro di correnti elettriche. Il suo breve ruolo da maggiore forza al film.
Tutto sommato possiamo dire che la vita di David Bowie ha come avuto la possibilità di essere duplice, triplice, quadrupla, etc, per la vasta quantità di carriere coltivate in modo parallelo e universale. Bowie ha sdoganato le stranezze nella vita reale e ha interpretato con bravura e un innegabile talento importanti ruoli al cinema, archetipi rimasti fissi nel nostro immaginario presente e capaci di influenzare anche il futuro. Bowie si è interrogato sull’arte e sull’esistenza, fondendo linguaggi di comunicazione ed è per questo è degno di essere ricordato. Eroe non di certo per un solo giorno.