X-Men – Giorni di un Futuro Passato: recensione del comics di Claremont e Byrne
Era il 1981 gli x-fan si stavano ancora riprendendo dal tragico epilogo della Saga di Fenice Nera e gli X-Men si leccavano le ferite dopo l’abbandono di Ciclope. Privati del loro leader storico il gruppo aveva al suo attivo pochi membri: Warren Worthington III alias Angelo, Ororo Munroe attuale capo con il codename di Tempesta, il bestiale Wolverine (molto più antieroe di quello che conosciamo), Piotr Rasputin meglio conosciuto come Colosso, lo scanzonato Kurt Wagner alias Nightcrawler e da pochi giorni la tredicenne Katherine “Kitty” Pryde si è unita agli X- Men con il nome di Sprite. All’epoca gli X-Men si trovavano a dover affrontare due minacce differenti: da un lato la Confraternita guidata da Mystica e dall’altro il più subdolo Robert Kelly senatore candidato alla presidenza degli Stati Uniti e fautore dell’isteria anti – mutante, quali potevano essere le conseguenze della crociata di Kelly? Il geniale duo formato da Chris Claremont e John Byrne (all’apice del successo) decise di mostrarlo ai lettori Marvel in un arco narrativo dal titolo Giorni di un Futuro Passato.
In un futuro non troppo lontano i mutanti sono braccati e uccisi, i pochi sopravvissuti chiusi in un campo di concentramento. I robot Sentinelle hanno eliminato buona parte dei marchiati con il gene X, gli eroi e quasi tutti gli umani, ma in uno dei campi (quello di New York) gli unici X-Men sopravvissuti hanno trovato un modo per fermare i giganteschi robot: tornare nel passato e cambiare il corso della storia. Tocca a Kate Pryde che con l’aiuto di Rachel Summers dovrà entrare nella mente della se stessa più giovane e sventare l’omicidio del Senatore Robert Kelly, evento che porterà ad una serie di sciagure che distruggeranno il futuro. Riuscirà Sprite a fermare la Confraternita dei Mutanti e cambiare il corso della storia?
X-Men – Giorni di un Futuro Passato: un epico racconto a fumetti
Definire X-Men: Giorni di un Futuro Passato una pietra miliare dei comics (non solo Marvel) non è sbagliato, con una trama innovativa per l’epoca Claremont e Byrne portarono in due densi numeri degli X-Men (141 – 142) una storia che divenne il caposaldo per i viaggi del tempo e i futuri distopici, tanto che anche recentemente l’arco narrativo con protagonista Kitty Pryde viene citato in più di un’occasione (Hiro Nakamura nella prima stagione di Heroes ricorda come Shadowcat le abbia insegnato la circolarità dei viaggi nel tempo). Claremont prende a piene mani dalla tragicità dell’Olocausto nazzista e dal dramma della xenofobia per disegnare un futuro distrutto e a pezzi dove le Sentinelle hanno preso il comando e trasformato gli Stati Uniti in un enorme campo di prigionia. Le sequenza iniziale di Kitty nella carrozza che la riporterà nel Bronx è emblematica: notiamo infatti, grazie all’inconfondibile tratto di Byrne la tragedia che il razzismo porta: l’unica mutante additata e guardata con sospetto e odio (nonostante sia evidentemente inoffensiva), la stessa sequenza ci mostra come sia cambiato il mondo, ormai suddiviso i 3 categorie: quelli contrassegnati con la lettera M (Mutanti), A definiti Anomali (quelli che hanno il gene X latente e trasmetterlo alle generazioni future) H gli umani.
Ovviamente Gli X-Men riusciranno a cambiare il futuro ma a che prezzo? Dopotutto abbiamo imparato che il tempo è un flusso circolare tanto che Kitty ha si salvato il futuro dei mutanti, ma le conseguenze sono state molteplici: Rachel Summers ritorna indietro nel tempo e dopo aver detto a Jean e Scott di essere loro figlia si unisce agli X-Men; la sentinella Nimrod seguirà la scia di Rachel e tornerà nel passato dove diventerà uno dei peggiori nemici dei pupilli di Xavier; Il cyborg Ahab arriva nel presente per dare la caccia a Rachel, dando così inizio al crossover Giorni di un futuro presente.