La quinta onda: recensione del film con Chloë Grace Moretz
La quinta onda, diretto da J Blakeson su una sceneggiaturadi Rick Yancey inizia, come tanti altri film del genere, raccontando la favoletta della famiglia perfetta. È una fantastica giornata in una cittadina immersa nella rigogliosa natura dell’Ohio: la famigliola si sveglia per fare colazione tutti insieme subito prima di partire per scuola e lavoro con un bel sorrisone stampato sulla faccia. Tutto procede nel migliore dei modi fin quando ecco stagliarsi in cielo quello che sembra più un frammento di megalopoli spaziale che un disco volante.
A bordo della singolare navicella vivono “gli Altri”, esseri alieni di cui non conosciamo la forma, ma che vogliono distruggere la razza umana per potersi impadronire della nostra beneamata Terra. Il loro piano si articola in cinque onde: la prima colpisce la rete idroelettrica del pianeta, la seconda ha come protagonista un abominevole terremoto con tanto di tsunami annesso, con la terza decimano la popolazione grazie a forti epidemie e la quarta è quella con la quale si accingono a scendere in mezzo a noi. Prima dell’arrivo de La quinta onda, Cassie Sullivan (Chloë Grace Moretz) ha l’obbligo morale di ritrovare il suo fratellino Sammy (Zackary Arthur).
La quinta onda: un pastiche di successi o una scopiazzata generale?
Tratto dal primo capitolo della saga di best seller scritta da Rick Yancey (Il mare infinito e L’ultima stella – che uscirà nei prossimi mesi – sono i titoli degli altri due libri della trilogia), La quinta onda vede dietro la macchina da presa il regista inglese poco più che esordiente J Blakeson (La scomparsa di Alice Creed).
Non siamo qui per dirvi che il film è brutto, forse semplicemente non era il suo momento. La nuova moda dello young adult è in pieno fermento solo che, se dovessimo categorizzarlo, sarebbe difficile immaginarlo soltanto sotto questa neo-voce cinematografica. Prima del film non avevamo mai letto il libro e potremmo peccare di mancanza di totalità del racconto, ma dal punto di vista della sua trasposizione sul grande schermo sembra un enorme pastiche contenente tutti i migliori successi degli ultimi dieci anni in fatto di film per ragazzi: partendo da Hunger Games e Divergent, passando per le ambientazioni di The Walking Dead e scene di baci e messa in mostra di pettorali alla “Bella ed Edward” di Twilight. Senza contare lo sfondo palesemente da disaster movie con un pizzico di fantascientifico che sembra aprire all’ipotesi di un ciclo post-apocalittico.
Dire che Chloë Grace Moretz fa rimpiangere i tempi di Kick ass sarebbe esagerato, ma non ci sembra tanto a proprio agio nei panni di un personaggio simile a quelli già egregiamente interpretati da Jennifer Lawrence o Shailene Woodley.
Il ruolo del belloccio di turno è stato affibbiato a Alex Roe (The Calling) che non deluderà le aspettative delle ragazzine urlanti, ma farebbe meglio a puntare sulla sua carriera di musicista.
Da annoverare anche la presenza di Liev Schreiber (Scream, Il caso Spotlight), Nick Robinson (Jurassic world) e di Tony Revolory, indimenticabile nel ruolo del giovane Zero Moustafa, esilarante lobby boy del fantastico Grand Budapest Hotel plasmato dalla mente di Wes Anderson.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non ci resta che sperare che anche La quinta onda entri a far parte di quella lista di film nati per avere uno o più sequels (come Eragon o Sono il numero quattro) ma che non sono più stati realizzati dopo l’esigua risposta di pubblico riscontrata.