Scandal 5×10: recensione
Con il ritorno del #TGIT (Thank God it’s Thursday), ritorna la regina incontrastata del giovedì sera americano: Shonda Rhimes con Grey’s Anatomy, Scandal e How To Get Away With Murder. La quinta stagione dello show incentrato su Olivia Pope (Kerry Washington) ritorna con l’episodio It’s Hard Out Here For a General e fa un salto nel futuro di sei mesi. Mentre lei e i suoi gladiatori della Pope & Associati devono occuparsi di un caso che potrebbe portare a una crisi nazionale, Olivia è andata avanti con la sua vita, archiviando la sua relazione con il Presidente Fitz (Tony Goldwyn) e gettandosi tra le braccia (di nuovo) di Jake (Scott Foley) – ebbene sì, il tira e molla/triangolo tra Olivia, Jake e Fitz continua imperterrito anche in questa stagione. E la cosa ci annoia a morte. Nel frattempo, Mellie (Bellamy Young) s’improvvisa Frank Underwood di House of Cards e intende proseguire con la sua scalata politica e indovinate a chi si rivolge? Proprio alla sua rivale di sempre, Olivia Pope. La povera Abby (Darby Stanchfield) intanto è tormentata dalle chiamate alle due della notte del Presidente il quale, rimasto solo e senza nessuno dalla sua parte, a quanto pare ha seri problemi a relazionarsi con gli altri.
La quinta stagione di Scandal riparte sottotono
Quest’anno Scandal è ripartito un po’ sottotono rispetto la passata stagione ed è una ricaduta generale che penalizza la serie almeno per quanto riguarda il livello di storyline poco convincenti. Ci era piaciuto lo scorso episodio indirizzato all’aborto con Olivia, che non solo metteva al centro un argomento caro agli americani, ma rivelava ai telespettatori di essere incinta e compiva la decisione di porre fine alla gravidanza all’oscuro degli altri personaggi dello show. Se c’è una cosa che caratterizza le serie di Shonda Rhimes è però quella di portare sullo schermo dei personaggi femminili forti e indipendenti, che hanno sempre dimostrato di non aver necessariamente bisogno di un uomo al loro fianco per poter fare qualcosa nella vita.
Olivia Pope viene inclusa in questa categoria, anche se ci siamo un po’ stancati dei suoi passatempi amorosi. Prima giura amore eterno al Presidente Fitz, poi capisce che la vita da First Lady non è per lei (ma le persone si ricordano e ovviamente ovunque vada viene trattata come una star), quindi molla tutto, vuole tornare single, invece finisce per ricadere tra le braccia di Jake, quell’uomo di cui pensava di potersi fidare. Invece c’è sempre papà Pope dietro l’angolo. Il problema di Scandal sta proprio in questo: a lungo andare, le love story eterne stancano, sopratutto se si è consapevoli che Olivia e Fitz sono destinati a finire insieme.
Altra debolezza quest’anno è la trama generale. L’elemento politico è quasi assente: Mellie concorre per la presidenza da sola, Fitz non si cura più del suo governo perché pensa ancora alla sua ex fiamma. Annunciano crisi internazionali, ma finora si è visto poco. Lo scorso anno la trama del Medio Oriente con Olivia rapita aveva attratto il pubblico e sembrava di rivedere il vecchio Scandal che aveva raggiunto il picco durante la seconda stagione. Punto di forza restano ancora una volta le musiche al punto giusto, la regia “fotografica” e la recitazione degli attori. Confidiamo in Shonda Rhimes nella speranza che riesca a far brillare di nuovo questo show.