Io Ti Salverò: recensione
Siamo vicini all’anno nuovo ma neanche la neve, il sole o qualsiasi altra condizione atmosferica riesce ad arrestare il “ciclo Hitchcock”; oggi vi proporremo Io Ti Salverò.
Io Ti Salverò (Spellbound) è un film del 1945 prodotto da David O. Selznick (che produsse anche Via col Vento sei anni prima), diretto da Sir Alfred Hitchcock, con Ingrid Bergman (che con questo film inizia la sua collaborazione con il regista, che la vorrà anche per Notorius – L’Amante Perduta e per Il Peccato di Lady Considine) e Gregory Peck (che reciterà, successivamente ne Il Caso Paradine).
Constance Peterson (Ingrid Bergman) è una dottoressa che lavora presso “Villa Verde”, una clinica psichiatrica diretta dal dottor Murchinson.
Il dottore, a causa di un esaurimento nervoso, sta per andare in pensione e si vede necessaria la sua sostituzione con il giovane ma non privo di talento dottor Anthony Edwardes (Gregory Peck). Tuttavia, il nuovo dottore,) si scoprirà essere John Ballantine, uomo che soffre di amnesia e che si pensa essere l’assassino del vero dottor Edwardes.
Constance, a discapito del problema, a cui si aggiunge la fobia, da parte di Anthony, per la quale si sente male ogni volta che vede delle linee scure, parallele e su sfondo bianco, s’innamora di lui; ella cercherà di scovare la sua vera identità, di aiutarlo a guarire e di scoprire chi sia il vero assassino del dottor Edwardes, grazie anche al suo mentore, il dottor Brulov (Micheal Chekhov).
Basato sul romanzo La casa del dottor Edwardes di Francis Beeding e adattato per l’occasione filmica da Angus MacPhail e Ben Hecht, la creazione della pellicola e la sua realizzazione finale, ebbero un processo non poco travagliato.
La seconda collaborazione tra Hitchcock e Selznick (Selznick ha prodotto anche Rebecca – La Prima Moglie, Notorius – L’Amante Perduta e Il Caso Paradine) vide il produttore occuparsi del montaggio, eseguendo dei tagli drastici.
Selznick, inoltre, portò con sé sul set la sua analista personale (che lesse anche la sceneggiatura), per avere consigli tecnici del settore e realizzare quello che sarebbe un thriller freudiano.
Le caratteristiche dei film da lui prodotti? Un grosso budget, grandi interpreti protagonisti e una storia d’amore costellata da momenti oscuri.
La pellicola, in fin dei conti, oltre ad essere un thriller è anche molto ironica, grazie alle inquadrature realizzate con il fish eye (obiettivo che abbraccia un campo visivo di 180°), alle scenografie oniriche curate da Salvador Dalì e all’interpretazione dolce della Bergman, una psicoterapeuta repressa che sembra ridare un peso alla propria vita quando s’innamora di un paziente, colpito da amnesia, che potrebbe essere anche un potenziale assassino.
Con un milione e mezzo di budget e tre mesi di riprese, quello che ne risultò fu un film che ebbe un grande consenso positivo di pubblico e critica e che permise ad Hitchcock di essere più indipendente nei film successivi, da lui realizzati sotto la produzione di Selznick.
Sebbene la sceneggiatura non sia del tutto brillante, la caratteristica del film sta tutta nel raccontare la vicenda attraverso una serie di primi piani, generalmente della Bergman, che fanno di lei una donna-angelo, che assume istintivamente un carattere materno e protettivo verso l’uomo di cui si è appena innamorata e di cui non sa neppure la sua vera identità, diventando poi un’amante salvatrice.
Con Io Ti Salverò, Hitchcock riesce ad inserire, ancora una volta, i temi della colpa, della crisi e sdoppiamento d’identità e della confessione, a lui cari.
In questo film, il simbolo delle righe su sfondo bianco, che danno luogo alla fobia di Anthony, è la chiave di volta di tutta la pellicola e, nonostante il collegamento righe-fobia si ha solo alla fine, esse sono presenti in tutto il film; ricordano simbolicamente un problema mentale che, tuttavia, rimane sotto i nostri occhi e allo stesso tempo è implicito, fino alla fine.
Curiosità
– Hitchcock fa affidamento a Salvador Dalì per poter rappresentare i sogni in maniera realistica, cioè come tutti li vivono, senza usare nebbioline o tremori vari;
– Hitchcock utilizzò una grande mano finta quando la canna della pistola, dalla protagonista, ruota verso lo spettatore, a causa dei movimenti limitatori del braccio umano;
– Io Ti Salverò fu candidato agli Oscar del 1946; nominato per Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore non Protagonista (a Michael Chekhov), Miglior Fotografia (a George Barnes), e Migliori Effetti Speciali (a Jack Cosgrove), il film vinse solo come Miglior Colonna Sonora (a Miklòs Ròzsa);
– Dove si trova Hitchcock? Vi diciamo solo che il momento topico, si trova poco prima di metà film, mentre esce da un ascensore.