Bianco di Babbudoiu: recensione del film di Pino e gli anticorpi

Bianco di Babbudoiu è l’esordio cinematografico di Pino e gli anticorpi. Composto da Roberto Fara e i fratelli Michele e Stefano Manca, il trio comico, di origini Sassaresi, inizia ad esibirsi nel 1994, cominciando una lunga gavetta fatta di spettacoli in teatri, locali e piazze della Sardegna, con qualche apparizione nelle televisioni locali. L’occasione per la notorietà nazionale arriva nel 2001, con la partecipazione di Michele alla trasmissione Scherzi a parte, in cui compare per sette puntate raggiunto poi dagli altri membri del gruppo. Dal 2005 il trio fa parte – pur con qualche pausa – del cast di Colorado Cafè, dove interpreta, tra gli altri personaggi, un surreale teatrino fatto di marionette umane, ottenendo un buon successo di pubblico. Nel 2010 Pino e gli anticorpi portano nelle piazze lo spettacolo Collection Vol. 2 e l’11 febbraio 2016 sono ospiti della terza serata del Festival di Sanremo, ottenendo il picco di share.

bianco di babbudoiu

Pino e gli anticorpi

Bianco di Babbudoiu narra le vicissitudini di una famiglia di produttori di vino, alle prese con la crisi economica. I fratelli Michele e Roberto Mannu, insieme al cognato Stefano Fais gestiscono le tenute Babbudoiu, un’azienda vinicola fondata nel 1948 da loro padre,  nel comune di Sassari. Sotto la loro guida, la storica cantina diventa una moderna realtà industriale del settore, in corsa verso nuovi traguardi come la realizzazione di convention faraoniche, organizzate nonostante le mille difficoltà. Quando però i tre soci scoprono che la società ha accumulato 500000 euro di debiti e che hanno solo 15 giorni di tempo per trovare il denaro necessario ad evitare il fallimento, si improvviseranno banda criminale, in un’escalation di equivoci, situazioni demenziali ed episodi rocamboleschi che non porteranno a nessuna soluzione. Ma proprio quando tutto sembra perduto, ecco manifestarsi la risposta proprio lì, sotto i loro occhi: un bicchiere del buon Bianco di Babbudoiu…un vino rosso, fiore all’occhiello della casa di produzione vinicola.

Bianco di Babbudoiu: perdersi in un bicchiere…di vino

Bianco di Babbudoiu vede alla regia l’amico di vecchia data dei protagonisti, Igor Biddau. Ma non basta l’amicizia ed il sogno nel cassetto di fare un film per permettersi di addentrarsi in un campo che – appare evidente fin dalle prime scene – non appartiene al trio comico.
Nonostante l’evidente impegno nel cercare situazioni esilaranti che strappino la risata, il film infatti scorre fra gag mal riuscite, battute telefonate e situazioni che sfiorano il cattivo gusto, laddove nemmeno la creazione di equivoci ad hoc riesce a salvare un film che non ha davvero né capo e né coda.
Lo stesso pretesto su cui si regge il titolo del film – un vino rosso che si chiama misteriosamente “bianco” –  si rivela privo di senso, essendo la spiegazione, tenuta in caldo fino alla fine del film,  davvero banale e funzionale solo nel sottolineare l’enorme mancanza di buone idee su cui si regge l’intera pellicola.

Un film che semplicemente non andava fatto, lasciando che Pino e gli anticorpi continuassero a fare il loro buon lavoro di teatranti, invece di rischiare di essere nominati nei prossimi tempi più per questo scivolone – che non giova affatto alla fama del cinema italiano –  che per i loro successi.

Bianco di Babbudoiu arriverà nelle sale cinematografiche il 17 marzo distribuito da Lucky Red; nel cast anche Caterina Murino, Marco Bazzoni, Benito Urgu, Dario Cassini, Francesca Rossi, Valeria Graci, Domenico Raffaele, Carlotta Bazzu. La sceneggiatura è a cura di Michele Manca, Stefano Manca e Nicola Alvau.

Regia - 1
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.5