Regali da uno sconosciuto – The Gift: recensione
Regali da uno sconosciuto – The Gift è un film scritto, diretto e interpretato da Joel Edgerton, che dopo le convincenti prove da attore degli ultimi anni in pellicole come Warrior, Zero Dark Thirty e Black Mass – L’ultimo gangster ha deciso di cimentarsi per la prima volta anche dietro alla macchina da presa. Nonostante un budget modesto (circa 5 milioni di dollari) e due coprotagonisti (Jason Bateman e Rebecca Hall) dal non elevatissimo appeal sul pubblico, Joel Edgerton è riuscito a mettere in piedi un discreto thriller, che non porta nulla di particolarmente innovativo al genere, ma riesce a coinvolgere lo spettatore per tutta la sua durata. Dopo aver centrato un risultato decisamente oltre le aspettative al box office americano, con circa 43 milioni di dollari di incasso, il film è approdato nelle nostre sale il 3 marzo, distribuito da Koch Media.
Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) Callum sono una giovane coppia appena trasferitasi da Chicago a Los Angeles. I due sono spensierati, benestanti e fiduciosi per la loro nuova vita e per il nuovo lavoro di Simon, che è stato appena assunto in un’ottima azienda con buone prospettive di carriera. Nel corso di una giornata di spese per la nuova abitazione, i due incontrano Gordon Moseley (Joel Edgerton), che riconosce Simon in quanto suo ex compagno di liceo. Inizialmente Simon non riconosce Gordon, ma poi si ricorda di lui come un ragazzo emarginato e chiamato Gordo in segno di scherno dai suoi compagni. I comportamenti di Gordon nei confronti della coppia sono fin da subito gentili ma anche particolarmente inquietanti: non mancano visite a sorpresa, regali e attenzioni eccessive che cominciano a infastidire Simon e Robyn e a creare tensione all’interno della coppia. Quali sono le reali intenzioni di Gordon? Qual era il rapporto fra lui e Simon? Sarebbe inopportuno dire di più su una trama che punta forte sul disorientamento dello spettatore e sulla progressiva rivelazione del vero legame fra i personaggi.
Regali da uno sconosciuto – The Gift: l’impossibilità di fuggire dal proprio passato nell’esordio alla regia di Joel Edgerton
Anche se alla sua prima regia, Joel Edgerton dimostra già una certa dimestichezza con il thriller, dirigendo senza fronzoli ma efficacemente un film degno di nota che riprende dinamiche come il contrasto di identità e la disgregazione della famiglia da parte di un soggetto esterno, già portate su schermo fra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei 2000 da pellicole come Attrazione fatale, A letto con il nemico e Verità nascoste. Regali da uno sconosciuto – The Gift si eleva rispetto alla media dei thriller recenti per un intreccio che mescola tanti elementi già visti ma ben sfruttati, creando la giusta suspense e portando lo spettatori in territori inaspettati. Non mancano anche alcuni spunti potenzialmente interessanti come il bullismo, la voglia di vendetta che arriva da un passato lontano e il lato oscuro della personalità dei protagonisti, che però non sono sempre sfruttati a dovere da una sceneggiatura che mette troppa carne al fuoco, finendo per non approfondire a sufficienza tutti questi aspetti. A difettare principalmente è proprio l’appofondimento dei personaggi, caratterizzati in maniera superficiale e a tratti macchiettistica e fiaccati da interpreti non sempre all’altezza del ruolo. Jason Bateman e Rebecca Hall funzionano fin quando rimangono nei ruoli preconfezionati di marito e moglie felici, ma mostrano tutti i loro limiti espressivi quando occorre evidenziare i lati più oscuri della personalità dei loro personaggi. A salvarsi è invece Joel Edgerton, che si cuce addosso il personaggio più riuscito dell’intero film, esaltando le sue doti espressive con un’interpretazione ambigua e coinvolgente, che non cessa mai di stupire fino alle ultime battute del film. Le incertezze nella caratterizzazione dei personaggi penalizzano in parte il film, che comunque regge bene per tutta la sua durata, facendo chiudere un occhio anche su qualche forzatura nel finale. Joel Edgerton dal punto di vista registico non osa nulla e si rifà alla tradizione del genere, sfruttando adeguatamente una buona colonna sonora e una fotografia che punta forte sul contrasto fra luci accese e oscurità. La suspense viene garantita fino all’ultimo momento grazie a frequenti e inquietanti carrelli, abili primi piani sul volto dei protagonisti e un sonoro dosato al punto giusto, riuscendo nell’obbiettivo di fare sobbalzare lo spettatore almeno in un paio di occasioni, soprattutto godendosi il film nell’ineguagliabile atmosfera della sala cinematografica.
La Blumhouse centra un altro successo commerciale dopo quelli della serie di Insidious, di Whiplash e di The Visit, portando in sala un film che con un pizzico di approfondimento in più e una migliore gestione del materiale narrativo a disposizione avrebbe potuto diventare un piccolo cult, ma che comunque nel complesso convince. Regali da uno sconosciuto – The Gift riesce nell’intento di intrattenerci e spaventarci, facendoci contemporaneamente riflettere sulla portata delle azioni che spesso compiamo con troppa leggerezza, sull’impossibilità di fuggire dal proprio passato e sull’allarmante fragilità delle nostre relazioni più intime. Dategli una chance, non vi deluderà.