Batman V Superman: Dawn of Justice – recensione
Sono trascorsi quasi 3 anni da quando, nel luglio 2013 presso il Comic-Con di San Diego, Harry Lennix, interprete del Generale Swanwick ne L’uomo d’acciaio, salì sul palco subito dopo Zack Snyder per annunciare Batman V Superman con la frase tratta dalla graphic novel/film animato Il Ritorno del Cavaliere Oscuro:
«Voglio che ricordi, Clark… negli anni che verranno… nei tuoi momenti più intimi… Voglio che ricordi… la mia mano… attorno alla tua gola… Voglio che… ricordi… l’unico uomo che ti ha battuto…»
Il logo apparve sugli schermi del padiglione H e tutta la folla di fan si unì in un enorme boato: era l’inizio di qualcosa di nuovo, era l’inizio di qualcosa che i fan avevano sempre sognato, era l’inizio della Justice League of America.
Oggi l’attesa è finita e finalmente possiamo visionare ciò che, con foto rubate, teaser poster, trailer e clip, ci è stato promesso in un lungo tempo forgiato nell’hype e nell’attesa estenuante.
Batman V Superman: Dawn of Justice
Dopo la titanica battaglia contro il Generale Zod, Metropolis è stata rasa al suolo e Superman è la figura più controversa del mondo. Infatti, anche se per molti è un vero e proprio emblema di speranza, un numero crescente di persone lo vede come una minaccia per l’umanità e chiede giustizia per il caos che ha portato sulla Terra.
Anche Bruce Wyane considera Superman un pericolo per la società e teme per il futuro del mondo, così indossa maschera e mantello di Batman per aggiustare i torti del supereroe alieno. La rivalità tra i due è furiosa, alimentata da amarezza e vendetta, e nulla può dissuaderli dal battersi. Eppure, una nuova e oscura minaccia scenderà in campo con un potere così grande da riuscire a portare morte e distruzione al mondo intero.
Batman V Superman poteva essere un flop totale, un’occasione mancata e un suicidio commerciale; poteva, sì, ma non lo è stato perché Zack Snyder c’è riuscito, è riuscito a voltare le spalle ad Hollywood e a soddisfare i fan, è riuscito a delineare in un solo film ciò che in casa Marvel hanno delineato con 4 film prima di raggiungere il trionfo di Avengers, è riuscito a mettere carne al fuoco in abbondanza ma non l’ha solo cucinata bene, l’ha anche cosparsa di salsa e impiattata egregiamente. Ma per capire di cosa stiamo parlando è doveroso andare per gradi.
Il Batman di Ben Affleck è stratosferico, di stampo Milleriano sotto ogni punto di vista, un Batman aggressivo, un Batman pieno di ira, un Batman con tratti animaleschi, un Batman leggenda, un Batman che in 20 anni di guerra al crimine nella sua Gotham ha visto tanta, troppa morte, ma non è tutto: la maschera del pipistrello, il mantello, il logo non sono Batman, Bruce lo è e lo si vede dai suoi occhi, dalla tristezza che traspare, dai continui incubi che fa e dal tormento insistente presente nei suoi ricordi, i ricordi di un ragazzino estasiato per la visione di un film, per l’amore dei suoi genitori ed è nella tragedia che la realtà si fonde con l’onirico, e l’onirico diventa pensiero, azione, promessa e nasce il Batman che tutti stavamo aspettando, il Batman definitivo.
Il Superman di Henry Cavill ha un’evoluzione non da poco in questa seconda pellicola, il tormento per essere la persona giusta in un mondo sbagliato, la voglia di aiutare ma di non essere capito e, forse, troppa ingenuità e bontà d’animo che solo un essere proveniente da un altro pianeta può cercare di donare a un pianeta ormai in via di estinzione.
L’entrata in scena di Wonder Woman è stupefacente e, anche se il personaggio in questo Batman V Superman viene solo abbozzato è già di diritto una delle icone del cinema mondiale: nei minuti in cui è presente su schermo, Gal Gadot trasmette tutto ciò che abbiamo sempre letto nei fumetti Dc Comics, donando alla prima versione di Wonder Woman a livello cinematografico una naturalezza e un carisma senza precedenti.
L’introduzione della trinità Dc Comics però non è tutto: come anticipato nei vari mesi da Zack Snyder, anche altri membri della Justice League avrebbero fatto parte di Batman V Superman e, bisogna dirlo, l’alba della Justice League si vede e scalda al 100% i cuori dei fan. Zack Snyder non si ispira soltanto al ciclo di Frank Miller dedicato al Cavaliere Oscuro e alla morte di Superman, no: Snyder strizza l’occhio anche a Justice League: Origins e, saggiamente, anche a Flashpoint Paradox, introducendo indirettamente il discorso di multiverso.
Oltre alla trinità e ai vari membri della Justice League presenti nel film (di cui non parleremo per non spoilerare nulla) anche gli altri membri del cast dicono decisamente la loro: Jesse Eisenberg rende il suo Lex Luthor realmente odioso e più vicino ai fumetti di quanto ci si possa aspettare, con un’interpretazione che rende il personaggio sia geniale che folle, un maestro del crimine con due delle armi più potenti al mondo dalla sua, ovvero i soldi e la conoscenza; Lois Lane nella versione Snyder l’abbiamo già apprezzata nel precedente Uomo d’acciaio con il volto di Amy Adams ed è forse il personaggio che spicca meno, non tanto perché non ha una sua evoluzione, ma proprio perché il personaggio in sé, dalla sua nascita nei fumetti è molto limitato a livello di contenuti nonostante lo straordinario spessore dato da Snyder; nota di merito va data a Jeremy Irons che ci fa conoscere una nuova versione di Alfred Pennyworth più vicina alla controparte vista in Gotham, un personaggio con conoscenze molto alte che, in determinate scene, sembra mischiato al Lucius Fox della Wayne Enterprises; dall’altro lato Perry White interpretato da Laurence Fishburne serve come contrappeso in questa bilancia fatta di mentori e amici che consigliano i due protagonisti, con molto più spazio rispetto al film precedente e molta più profondità narrativa.
L’introduzione di Doomsday vista nei trailer della pellicola poteva far storcere il naso ma si può dire che non è così forzata come possa sembrare: anche il supercattivo ha un suo peso all’interno del film ed entra in scena al momento giusto, portando la storia ad un livello superiore mai visto prima all’interno di un cinecomic Dc, distruggendo (è proprio il caso di dirlo e assolutamente non per finta) tutto ciò che intralcia il suo cammino.
Però, c’è un però, se tutte queste cose funzionano, altre funzionano meno anche se in minima parte: dal punto di vista narrativo/geografico la collocazione di Gotham e Metropolis è un po’ forzata, l’hype creato attorno a determinati elementi o personaggi è tutto fumo e stop, cosa che potrebbe non piacere a tutti dato l’interesse e le continue imbeccate da parte degli addetti ai lavori su elementi che poi non hanno ricevuto un trattamento adatto all’appetito del pubblico.
Batman V Superman: Dawn of Justice è IL film Dc Comics che stavamo aspettando, con un Batman straordinario, un Superman finalmente accettabile e l’introduzione di personaggi iconici che il pubblico e i fan desideravano vedere da tempo; un film da vedere più di una volta per scoprirne tutti i segreti, magari visto normalmente in sala senza un 3D che non regala assolutamente nulla di più ad una pellicola che funziona già egregiamente.