Batman v Superman: recensione da letto
LUI: Batman v Superman, film con cui la Warner Bros. prova a stare al passo con la concorrenza
LEI: Spettatrice con un minimo di buon gusto
– Ed ecco qua: il finale che non ti aspetti! Sono una potenza, sono il capolavoro dei cinecomic dark, lo so… Ma perché ridi?
– Oh, Batman v Superman, tesoro… Mi fai tanta tenerezza. Alla Warner hanno proprio paura di restare indietro, vero?
– Non so di cosa parli.
– Ma sì che lo sai… Avete voluto bruciare le tappe per recuperare il vantaggio della Marvel. Justice League o morte, giusto?
– Non capisco assolutamente a cosa ti riferisci.
– Allora mi spiego meglio. Dopo che i Marvel Studios hanno cominciato a disintegrare sistematicamente i box office con le saghe di cinecomic, gli amici della Warner Bros. hanno deciso che volevano anche loro una fetta della torta. Quindi nel 2013 arriva Man of Steel.
Buoni gli incassi, tiepida l’accoglienza. Ma non basta: tutti devono sapere che anche loro pensano in grande, che anche loro hanno le idee chiare su cosa succederà nei prossimi dieci anni.
– NOI ABBIAMO LE IDEE CHIARE!
– Può darsi, tesoro. Di certo sapete che dovete avere al più presto il vostro The Avengers.
– NOI AVREMO JUSTICE LEAGUE!
– Ovviamente. Non è un caso che tu, oltre ai tre protagonisti, hai anche i cameo di Flash, Aquaman e Cyborg, buttati dentro in fretta a furia. Il fatto è questo, Batman v Superman: ti hanno fatto mettendo quanto più carne al fuoco possibile. Secondo me Zack Snyder ha cercato di fare di te un buon prodotto, ma più ancora ha dovuto usarti per aprire la strada a Justice League e agli altri cinecomic DC.
– Capisco! Allora, siccome in una scena introduco altri personaggi non sono un buon film! Perfetto!
– No, Batman v Superman. Va bene introdurre personaggi nuovi, ma si poteva farlo con un po’ di classe, no? Tu invece li cacci giù per la gola del pubblico senza che ci sia il tempo di assaporarli. E in generale, tesoro: vuoi raccontare troppe cose per poterle raccontare bene.
– Ma ti prego! Va bene, devo introdurre il nuovo Batman. E Wonder Woman, certo. E poi sviluppare il personaggio di Superman…
– Hai detto niente. E non dimenticare Lex Luthor, e la senatrice Finch, e Lois Lane. E il rapporto di Superman con la società, il rapporto di Batman con la società e ovviamente il rapporto di Superman con Batman, che sarebbe anche il tuo tema principale.
– Mpf. E quindi?
– Quindi ce n’è abbastanza per una trilogia, volpe. Per gestire ogni sottotrama ti hanno infarcito di scenette e controscenette che si susseguono a ritmo serrato, ma senza un filo conduttore solido. Anzi, a tratti perdi per strada dei passaggi narrativi importanti. O peggio, non ti curi di spiegare le motivazioni dei personaggi. Tipo: da dove nasce l’odio di Lex Luthor per Superman?
– Ma che domanda è? È ovvio che Lex Luthor odia Superman!
– Ah, giusto. Quindi è anche ovvio che Batman ha un’armatura che lo rende praticamente invincibile. E che Clark parla con il suo defunto padre in… cos’era, un sogno? Una visione?
– Beh, sì, qualcosa del genere…
– Qualcosa del genere. E com’è che per tre quarti sei girato di notte? Vuoi continuare sull’onda del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan? O è un modo per prendere le distanza dai film della concorrenza?
– È perchè sono un film dai toni oscuri! Non solo azione, ma anche tematiche profonde come il lutto, l’alienazione, l’impossibilità di restare fedeli a se stessi…
– Giusto, tratti tematiche profonde. Cerchi la gravità, la tragicità ad ogni costo. Certo, dolcezza, dopo la cinquantesima scena profonda, oscura e tragica, lo spettatore ne ha a sufficienza. E sai, diventa difficile dare profondità quando le scene durano in media quaranta secondi.
– Allora è quello il problema, non ti piacciono le scene brevi. Però lo scontro tra Batman e Superman è bello corposo. E lo scontro finale contro Doomsday ancora di più. Quelli ti sono piaciute o no?
– Oh, sì. Le scene d’azione sono ottime. Però non ho capito perchè Doomsday sia praticamente un Uruk-Hai. Gli mancava solo la mano bianca in faccia.
– Ma che dici… È solo un caso…
– E poi, toglimi un dubbio: in Man of Steel c’è lo scontro tra finale tra Kal-El e Zod che devasta mezza Metropolis, con super-cazzotti, super-calci in bocca e raggi laser dagli occhi. Tu, per non essere da meno, hai lo scontro finale con Doomsday che devasta mezza Gotham City e mostra altri super-cazzotti, super-calci in bocca e raggi laser ancora più grossi, e c’è Doomsday che ogni volta che evolve deflagra come una bomba atomica.
– Embè, non ti piace?
– No no, mi piace. Ma cosa resta da mostrare nei prossimi film? Nello scontro finale di Justice League cosa ci sarà? Ancora più devastazione? Ancora più super-cazzotti? Ancora più esplosioni e fulmini?
– Beh, ci inventeremo qualcosa, no?
– Ce lo auguriamo tutti, dolcezza.
– E ora mi dirai che Ben Affleck nei panni di Batman non ti piace, giusto? Che non è tagliato per la parte, che Christian Bale era meglio…
– Tutt’altro. Ben Affleck è forse la cosa che mi è piaciuta di più. Il suo Batman è brutale e incazzato, ha il costume più figo della storia dei Batman ed è protagonista del tuo miglior combattimento. Forse è perchè è il personaggio che viene sviluppato di più, ma Affleck funziona.
– Oh, grazie! Almeno questo!
– Anche perchè, ammettiamolo, non ha molta concorrenza… Gal Gadot ha in tutto diciotto battute, non la si vede molto. Henry Cavill è un cane clamoroso, che sta in quel costume perché ha le spalle larghe, i capelli scuri e gli occhi azzurri.
– Ecco, me l’aspettavo…
– Jesse Eisenberg è probabilmente l’attore migliore del tuo cast. Inizia bene, ma poi paga anche lui la pochezza della sceneggiatura. Per rimediare, comincia trasforma Lex Luthor da eccentrico a schizzato, e scivola nel ridicolo.
– Ma insomma! Cos’ha la mia sceneggiatura che non va? È vigorosa, drammatica…
– No, Batman v Superman. La tua sceneggiatura è pretenziosa e poco originale, soprattutto considerando che ci ha lavorato uno come David S. Goyer. Però non mi sento di accusarlo probabilmente ha dovuto lavorare nei paletti che lo studio gli ha imposto.
– …
– Ammettilo, Batman v Superman: potevi essere un ottimo cinecomic, se non un ottimo film, ma hai dovuto piegarti alle esigenze della produzione. E ora scusami, ma devo proprio andare.
– Va bene, vattene, ingrata. Ma un giorno verrai a cercarmi e vorrai passare di nuovo la notte con me.
– No, tesoro. Adesso torno a casa e mi riguardo Deadpool. E per restare in tema, semmai passeremo un’altra notte insieme, tu morderai il cuscino e io indosserò uno strap-on.