Annabelle a Roma: itinerario art & food
Pronti per entrare in scena? Ciak. Si gira!
Il nostro set sarà Roma, ma a guidarci non saranno i registi, con le loro immagini immagazzinate su una pellicola in celluloide, bensì Annabelle! Sguardo di vetro, vestito bianco e labbra rosso sangue. Al diavolo Mia (protagonista del film uscito lo scorso 2 ottobre), che pretende di tenerla immobile all’interno di uno scaffale!
La bambola più celebre del cinema ama viaggiare e anche lei cede al fascino della Città Eterna. Noi di Cinematographe la pediniamo e non perdiamo certo l’occasione di scoprire l’arte e la cucina romana, perché si sa: l’horror mette una certa fame!
La nostra prima tappa è Piazza di Spagna, posizionata ai piedi del Pincio.
Annabelle adora la sua eleganza settecentesca, le abitazioni color ocra dei poeti John Keats e Percy Bysshe Shelley, la Barcaccia del Bernini dalla quale sgorga l’Acqua Vergine, nonché la scalinata che conduce alla chiesetta di Trinità dei Monti. In quel punto panoramico si ferma a lungo, per poi accompagnarci tra le boutique d’alta moda che tempestano Via dei Condotti e nello storico Caffè Greco.
Presente nella Capitale fin dal 1750, è certamente una tappa obbligata per i turisti e non. Sarà pur vero che i prezzi sono elevati rispetto ad altri bar, ma è un dettaglio oltrepassabile se i pensa che è stato da sempre il punto di ritrovo di letterati, registi, pittori, musicisti e che accoglie ancora oggi il Gruppo dei Romanisti: un antico cenacolo di studiosi e accademici. Archi, lumi, carta da parati e oltre 300 opere d’arte – la più grande galleria privata aperta al pubblico esistente al mondo – creano un circuito di piacere intellettuale e gustativo indescrivibile.
Da Via dei Condotti, imboccando Largo Carlo Goldoni si intraprende Via del Corso, in cui si trova Galleria Alberto Sordi. Quella che vedete alle spalle di Annabelle è la Colonna di Marco Aurelio, che domina l’omonima piazza e dà nome al Rione. Di rimpetto si trova quella che prima era Galleria Spada e che nel 2003 fu intitolata al celebre attore romano. Le vetrate e l’architettura sono un fresco connubio tra modernità e tradizione.
Proseguendo si giunge a Piazza Venezia, che tra l’altro ospitò un giovane Alberto Sordi nel ruolo del vigile urbano Otello Colletti (nel film Il vigile, di Luigi Zampa). Sulla piazza si affaccia un balconcino, noto per essere stato animato, all’inizio del secolo scorso, dai discorsi teatrali di Benito Mussolini. Di fronte, invece, si trova il Vittoriano (dal nome del primo re d’Italia, Vittorio Emanuele I di Savoia), noto anche come Altare della Patria o “macchina da scrivere”, per via della forma poco aggraziata e mastodontica, con netti rimandi alla classicità. La sua costruzione ha implicato nel corso del ’900 lo stravolgimento stesso della piazza. In quest’ultima si trovano anche Palazzo Venezia e Palazzo Bonaparte.
Il Pantheon, nel quale sono anche state girate alcune scene di Angeli e Demoni (diretto da Ron Howard e tratto dal romanzo di Dan Brown) dista una decina di minuti a piedi.
Molti sostengono che sia un autentico esempio dell’architettura romana e in effetti l’impressione che si prova addentrandovici è proprio quella di trovarsi in un luogo misterioso e attraversato dal tempo. La sua forma circolare è molto suggestiva, ma ancor più stupore causa il fascio di luce che filtra dall’oculus, illuminando l’intero edificio.
Costruito dall’imperatore Adriano tra il 118 e il 125 d.C., per onorare tutti gli dei (come suggerisce il nome, Pan: tutti e Theon: divinità); nel 609 d.C. divenne un luogo di culto cristiano col nome di Chiesa Santa Maria ad Martyres. Oltre alla tomba del noto artista rinascimentale Raffaello Sanzio, qui si trovano le spoglie di Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia, essendo divenuto nel 1870 sacrario dei re d’Italia.
Ma La Grande Bellezza si respira a pochi passi da qui, nel tempio culinario Armando al Pantheon, che da tre generazioni sopravvive al bombardamento turistico, mantenendo intatto lo spirito della tradizione romana e proponendo anche piatti vegetariani! Tra i classici: la pajatina grigliata – interiora d’abbacchio grigliati e impepati, accompagnati da pane fritto –, la coratella d’abbacchio, gli spaghetti all’amatriciana, la trippa e i saltimbocca!
La prossima tappa è Piazza Navona! Disterà un 500 metri: tra sanpietrini e cartelli turistici sarà facile raggiungerla.
Non occorrono parole per descriverla, poiché la sua bellezza è tale da far perdere la testa persino ad Annabelle, che insiste affinché la si fotografi accanto alla Fontana dei Quattro Fiumi. Il nostro consiglio è di visitarla durante il periodo natalizio in cui agli artisti di strada si uniscono le luci dei mercatini!
Il gusto di Roma? Qui lo abbiamo beccato a Il Convivio Troiani, dove i ravioli di pesce sono stati senza dubbio il ricordo più entusiasmante!
Mentre Capricci Siciliani è l’ideale per chi ama i gusti isolani, dal tortino di alici, alla caponata, alla pasta alla Norma, per concludere chiaramente con un bel cannolo ripieno di ricotta!
Ed ecco appropinquarci alla fine: l’incantevole Castel Sant’Angelo, che nella sua travagliata storia artistico-culturale è stato anche trasformato in prigione, il che provvede a spennellare intensamente di horror la Capitale, specie se a posar lì davanti vi è Annabelle.
Un nodo di paura ci guida mentre passeggiamo sul Lungo Tevere, lasciandoci guidare nel cuore più vivo della Capitale: Trastevere!
Checco er Carettiere, pietra angolare della vera cucina romana, è una delle tappe consigliate, ma qui non avete che l’imbarazzo della scelta, l’importante è stare attenti alle fregature!