Donnie Brasco: recensione del film con Al Pacino e Johnny Depp
Donnie Brasco è un film del 1997 ispirato alla vera storia di Joe Pistone, agente FBI che a cavallo fra i ’70 e gli ’80 si infiltrò per 6 anni nella mafia di New York, arrivando ad assumere una posizione di rilievo nell’organizzazione e consegnando grazie al proprio lavoro decine di persone alla giustizia americana. Il regista britannico Mike Newell mette in scena un gangster movie atipico, che trasporta lo spettatore all’interno di una grande organizzazione mafiosa ma al tempo stesso dipinge anche il toccante ritratto dell’improbabile amicizia fra l’infiltrato Joe Pistone (con la falsa identità di Donnie Brasco) e il suo mentore nella mafia Benjamin “Lefty” Ruggiero, interpretati da due dei più grandi attori delle rispettive generazioni, rispettivamente Johnny Depp e Al Pacino. Il film ha ottenuto un buon riscontro di pubblico e critica, incassando circa 124 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 35, conquistando una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale e imponendosi fin da subito come un piccolo cult fra i gangster movie.
L’agente dell’FBI Joe Pistone (Johnny Depp) viene inviato sotto copertura all’interno della mafia newyorkese, per carpire informazioni sugli atteggiamenti e sui modi di operare e per ottenere prove per consegnare i criminali alla giustizia. Con la falsa identità di Donnie Brasco, Pistone riesce a inserirsi all’interno della famiglia Bonanno grazie alla fiducia riposta in lui da Benjamin “Lefty” Ruggiero (Al Pacino), membro dell’organizzazione da molti anni ma mai premiato con un posto importante nella gerarchia di comando. Donnie Brasco comincia a guadagnarsi il rispetto di membri influenti nella famiglia come Dominick “Sonny Black” Napolitano (Michael Madsen), ma deve anche fare i conti con una crisi coniugale con la moglie Maggie (Anne Heche), stanca di essere quasi sempre lontana dal marito, e con il legame sempre più stretto con Lefty, che in caso di scoperta della vera identità di Donnie rischierebbe di essere ucciso. Le vite di Joe Pistone e Donnie Brasco si incrociano e si amalgamano, portando l’agente FBI a somigliare sempre di più al criminale di cui ha assunto l’identità.
Mike Newell si discosta dalla tradizione di altri film del genere come Il Padrino, Scarface, Carlito’s Way (tutti interpretati dallo stesso Al Pacino) mettendo in scena una pellicola in cui la violenza è sempre percepibile ma poco mostrata, e in cui situazioni tipiche dei gangster movie come sparatorie, inseguimenti e regolamenti di conti non sono un perno della narrazione. Il regista britannico fa un lavoro concettualmente diverso, cercando di raccontarci un mondo fatto di protezione, raccomandazioni, giochi di potere e tradimenti per cui, nonostante esso sia popolato da criminali e malavitosi, riusciamo a provare empatia. Rimaniamo affascinati da personaggi rozzi e disprezzabili, ma con un proprio codice d’onore e un gergo infarcito di espressioni di origine italiana (consigliabile la visione in lingua originale per apprezzarlo al meglio) e di modi di dire buffi come che te lo dico a fare (forget about it in originale), ripetuto fino allo sfinimento dai protagonisti e spiegato dallo stesso Joe Pistone in una delle scene più celebri del film.
Donnie Brasco: la storia di un’amicizia impossibile ambientata nel mondo della criminalità organizzata
La regia, la fotografia e le musiche non si affidano a particolari virtuosismi, esaltando con inquadrature ravvicinate i due veri punti di forza del film, ovvero Al Pacino e Johnny Depp. Per quanto riguarda Al Pacino, ormai è estremamente difficile trovare le parole per descriverne la bravura e il carisma. Il suo Lefty è l’ennesimo personaggio eccezionale della carriera di una leggenda vivente del cinema, lontano sia dalla spavalderia e dall’arroganza di Michael Corleone e Tony Montana, sia dal malinconico Tony Brigante di Carlito’s Way. In un lavoro normale (e soprattutto legale) potremmo descrivere Lefty come un impiegato affidabile e volenteroso, sempre pronto a dare se stesso per la causa e la propria azienda, nella speranza di poter vedere migliorare la propria carriera. Nella mafia come nella vita però, le cose non vanno sempre come dovrebbero, e col passare degli anni Lefty si è visto scavalcare da altri nelle gerarchie della propria organizzazione, rimanendo confinato nella mediocrità. Al Pacino recita con gli occhi, con la bocca, con i gesti, dipingendo il ritratto di un uomo sconfitto dalla vita e rassegnato, che viene però risvegliato dall’arrivo di un nuovo ragazzo a cui fare da mentore, una sorta di secondo figlio dopo quello vero, che gli provoca grande delusione e sconforto. Johnny Depp regge bene il confronto con il collega, portando su schermo un personaggio che ha fatto del trasformismo e dell’immedesimazione il proprio lavoro, ma che paradossalmente è fra i più umani e realistici interpretati dall’attore americano. Siamo lontani dai toni di personaggi brillanti e sopra le righe come il Jack Sparrow de La maledizione della prima luna o il Raoul Duke di Paura e delirio a Las Vegas, ma anche da quelli più poetici e sentimentali di soggetti come l’Edward di Edward mani di forbice o il James Matthew Barrie di Neverland – Un sogno per la vita. Joe Pistone è per certi versi l’immagine speculare di Lefty: come lui disposto a mettere su se stesso sul lavoro, a costo di mettere da parte gli affetti personali e spesso non tenuto nella considerazione che meriterebbe. Il racconto dell’impossibile storia d’amicizia fra i due è il vero perno del film e l’aspetto che eleva una trama che altrimenti avrebbe avuto il retrogusto dello scontato e già visto. Il gangster Lefty e l’infiltrato Joe Pistone\Donnie Brasco ci affascinano e ci emozionano con il magnetismo dei loro sguardi e con la dolcezza delle loro parole, ribaltando nel corso delle pellicola i loro ruoli: sempre più umano e sensibile Lefty, mentre Joe assume sempre più frequentemente toni duri e al limite della violenza, trasformandosi nel gangster che interpreta e mettendo in crisi anche i rapporti con la propria famiglia, da cui arriva vicino all’estraniazione totale. Mentre tutto intorno ai due muta inevitabilmente, il loro rapporto rimane sempre forte e saldo, regalando alcune sequenze intime e toccanti, che ci portano sotto voce e senza spettacolarizzazioni verso una conclusione struggente e malinconica, in cui nessuno vince per davvero.
Donnie Brasco ci regala una parabola amara e desolata su un’amicizia fondata sull’inganno, sul sospetto e sul crimine, ma non per questo meno vibrante e coinvolgente, ricordandoci che i legami più forti e duraturi possono nascere anche nelle situazioni più improbabili e difficili. Un film imprescindibile sia per gli amanti del genere gangster che per gli altri cinefili, che non potranno fare a meno di rimanere affascinati da una storia lucida e sincera e dalle splendide interpretazioni di Al Pacino e Johnny Depp.