Lo Chiamavano Jeeg Robot: mattatore di premi ai David 2016
Un film sui supereroi in Italia? Nessuno ci avrebbe scommesso, nessuno ci avrebbe creduto e invece Lo Chiamavano Jeeg Robot, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2015, ha stupito il pubblico e la critica e la premiazione di questa sera ai David di Donatello 2016 non fa che confermare la grandezza. Noi di Cinemtographe vi abbiamo aggiornati in diretta su Twitter e qui di seguito potete leggere i premi assegnati finora al film di Gabriele Mainetti.
Il primo meritatissimo premio di questa sera è per #LucaMarinelli come Attore Non protagonista in #LoChiamavanoJegRobot. Grandissimo.
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
E’ già secondo premio per #LoChiamavanoJeegRobot per Gabriele Mainetti @TheOriginalGabs come Miglior Produttore. #David2016
Il premio più giusto per #LoChiamavanoJeegRobot a @TheOriginalGabs Gabriele Mainetti come Miglior Regista Esordiente. #David2016
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
Antonia Truppo vince come Migliore Attrice Non Protagonista. E’ il terzo premio per #LoChiamavanoJeegRobot #David2016
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
Quarto premio a #LoChiamavanoJeegRobot . Miglior Montaggio ad Andrea Maguolo con la collaborazione di Federico Conforti #David2016
— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
Migliore Attrice Protagonista a Ilenia Pastorelli per #LoChiamavanoJeegRobot.
Ancora non sa quanto può diventare brava. #David2016— Cinematographe (@3cinematographe) 18 aprile 2016
Lo Chiamavano Jeeg Robot: mattatore di premi ai David 2016
L’opera prima di Gabriele Mainetti, magistralmente sceneggiata da Nicola Guaglianone e Menotti, stupisce per brio, intensità e per la perfetta miscela fra violenza e ironiacon la quale vengono scardinati dall’interno tutti gli stereotipi dei supereroi hollywoodiani. L’eroe di Lo chiamavano Jeeg Robot non nutre alcun interesse verso il prossimo o per il bene comune, non riconosce alcuna investitura nei poteri che miracolosamente acquista, se non quella di poter delinquere più facilmente. Non è da meno il suo rapporto con Alessia, con la quale nasce un rapporto spigoloso e vero, lontano dalle storie d’amore patinate e zuccherose a cui ci hanno abituato i blockbuster più recenti. L’ambientazione ideale per un eroe così scontroso, taciturno e socialmente inetto diventa così la Roma degradata e abbandonata di Tor Bella Monaca, all’interno della quale si muovono personaggi loschi e ai margini della società, che come tante bestie affamate agiscono per il proprio tornaconto personale e per un pezzo di pane in più. Il regista riesce però a evitare di prendersi troppo sul serio, spezzando continuamente il racconto con una comicità rozza e coatta, ma ugualmente irresistibile, simbolo della romanità più vitale e divertente. Il risultato è un film che riesce a intrattenere e mantenere sempre alta la tensione, giocando con gli stessi generi che attraversa e lasciando il segno in un panorama cinematografico nostrano troppo spesso piatto e omologato.CONTINUA A LEGGERE QUI