Gli Uccelli: recensione
Il “Ciclo Hitchcock” sta volgendo al termine, e con oggi, vi proponiamo Gli Uccelli.
Gli Uccelli (The Birds) è un film del 1963, diretto da Alfred Hitchcock, con Tippi Hedren (che poi sarà protagonista in Marnie), Rod Taylor (morto ieri, 9 Gennaio, all’età di 84 anni), Jessica Tandy (attrice di teatro), e Suzanne Pleshette (proveniente dal mondo della televisione).
A San Francisco, in un negozio di animali, s’incontrano Melania Daniels (Tippi Hedren), figlia di un editore dei maggiori giornali della città, e Mitch Brenner (Rod Taylor), di professione avvocato.
Mitch sa chi sia Melania, e la riconosce, tuttavia finge comunque di scambiarla per la commessa, chiedendole informazioni su una coppia di uccelli inseparabili, da regalare alla sorella Cathy (Veronica Cartwright), per il suo compleanno.
Alla fine Mitch le ricorda dove essi si siano incontrati: Melania era stata processata in tribunale per guida in stato d’ebbrezza e rottura di una vetrina: Mitch la prende in giro, ritenendo ciò una giusta pena per quello che lei fece un tempo.
Melania se ne va, insultando l’uomo; tuttavia ne rimane affascinata dal suo atteggiamento, e decide, così, di seguirlo, acquistando addirittura la coppia di inseparabili, per darglieli personalmente, trovandolo a Bodega Bay.
Per fargli una sorpresa decide di parcheggiare l’auto nella parte opposta della baia, per arrivare dall’altra parte, dove si trova la casa in cui Mitch ogni fine settimana va a trovare madre e sorella, con un piccolo motoscafo; il piano di Melania è quello di lasciare i pappagallini in casa, per nascondersi, poi, nel motoscafo, e andarsene via.
Mitch si accorge della presenza di Melanie, ed è più veloce di lei a raggiungere la parte opposta della baia, arrivandoci in macchina; nell’attesa che arrivi anche Melania, essa viene improvvisamente colpita, in testa, da un gabbiano.
Melanie accetta di partecipare alla festa di compleanno di Cathy, facendosi ospitare, per la notte, da Annie (Suzanne Pleshette), maestra di Cathy, che un tempo frequentava Mitch.
Un evento insolito accade durante la notte, quando un gabbiano sbatte accidentalmente sulla porta di casa, e viene trovato il mattino dopo, morto.
Ma questo evento sarà solo il preludio di molti altri a venire, e dalla forma sempre più inquietante, dagli animali che non vogliono mangiare, a stormi di gabbiani e altre tipologie di uccelli che attaccano tutta la comunità, entrando anche dai camini, uccidendo e ferendo diverse persone.
Un attacco di gabbiani, in pieno giorno (celebre la scena dove la Hedren corre dentro la cabina telefonica, e viene comunque attaccata dai gabbiani), farà aprire gli occhi ai cittadini, poiché quello che sta accadendo non ha niente di normale.
La marmaglia di uccelli, riesce a ferire anche Melania, che non grande sforzo e coraggio, viene portata da Mitch, Cathy e la loro madre, all’ospedale.
La scena finale si conclude con uccelli appollaiati in ogni dove, che osservano ogni cosa, in tono minaccioso e giudizioso.
Prodotto e distribuito dalla Universal Pictures, Gli Uccelli fu tratto da racconto omonimo di Daphne Du Maurier, di cui Hitchcock prese in prestito solo l’evento principale, l’attacco dei volatili.
Di fatto la sceneggiatura venne scritta da Evan Hunter.
Per questo film, Hitchcock scelse degli attori che non fossero affermati nel loro ruolo, più che altro per far si che la maggior parte dei costi riguardassero gli effetti speciali, alcuni innovativi per l’epoca.
Le riprese, durate circa 4 mesi, furono quasi totalmente girate negli studio della Universal.
E qui casca l’asino; come è riuscito, Hitchcock, a rendere reale l’attacco dei volatili, all’uomo?
Bè, Hitchcock dovette fare ricorso a diversi espedienti, tra cui uccelli veri, di diverse tipologie, addestrati per l’occasione da Ray Berwick (che ebbe l’associazione per la protezione degli animali, Humane Society, con il fiato sul collo per tutto il tempo), uccelli meccanici, ricorrendo all’animazione e dipingendo volatili sugli sfondi utilizzati.
Il tutto provocando innumerevoli problemi a tutto lo staff che lavorava al film, per le beccate gratuite che ricevevano, e che causarono uno choc a Tippi Hedren, per le ferite al viso che si prese, specie nella scena in cui sale in camera e viene aggredita dagli uccelli (con utilizzo di controfigura).
Alla fine della fiera Hitchcock usò circa 400 inquadrature, delle 1500 previste, con trucchi, fotomontaggi ed effetti ottici, e il lavoro di oltre un anno degli addetti agli effetti speciali e del reparto ottico, per realizzare il film come diceva lui.
Sebbene l’inizio del film appare lento e noioso, tanto da apparire quasi come una commedia romantica, un po’ come in Psycho, e le aspettative che la campagna promozionale del film aveva innestato, furono abbattute per i primi tre quarti d’ora, la violenza e il terrore compaiono nel film in un crescendo graduale, fino a diventare (gli uccelli) sempre più pericolosi e fuori controllo.
Inoltre, in questo film, ci sono da notare due fatti: le inquadrature e la colonna sonora.
Ogni volta che finisce un’inquadratura, c’è sempre uno sguardo che guarda fuori campo, come in attesa di qualcosa che stia per accadere: ogni inquadratura è di quella che la precede, e la causa della successiva.
Gli Uccelli non ha la colonna sonora tradizionale, a parta alcune canzoncine cantate; il silenzio è riempito dal rumore dell’onnipresenza degli uccelli, realizzato da Remi Gassmann e Oskar Sala, ed usando nastri magnetici accelerati, programmando suono per suono.
La colonna sonora è esistente solo nel momento in cui accompagna, in un crescendo, i passi della madre di Mitch, che trova il cadavere dell’agricoltore; da notare anche l’assenza di suoni, nell’urlo di Lydia.
Un silenzio che diventa protagonista, nella scena finale, quando Mitch apre la porta per andare in ospedale; un silenzio meccanico, agghiacciante, che ricorda il rumore del mare, non molto lontano.
Mal visto dalla critica, che vide nel film solo un lavoro a sé stante, senza una conclusione, una morale o una risposta alla domanda “perché gli uccelli attaccano gli uomini?”, il film incassò molto, sia per il carattere innovativo, e probabilmente perché venne realizzato subito dopo il successo di Psycho.
Le interpretazioni date al film furono molte, con la visione dell’attacco degli uccelli, come se rappresentassero dio che sta per punire l’umanità o di come possa essere il mondo se fosse dominato da quegli esseri che nella realtà è l’uomo che domina.
I temi presenti nel film sono numerosi, tra cui la solitudine, la visione umana e degli uccelli, il tema della distruzione, fisica, psicologica e materiale.
Hithcock, inoltre, ebbe l’ottima intuizione di scegliere un finale che lasciasse con il dubbio, senza la scritta The End alla fine, cosa molto diversa dalle altre pellicole realizzate: invece di realizzare un finale che vedeva i quattro protagonisti fuggire con un stormo di uccelli ad inseguirli, scelse invece di lasciare lo spettatore ad ammirare e allo stesso tempo ad essere coinvolto nell’atmosfera cupa e terrorizzante dei volatili che tutto osservano.
Curiosità
– Fu presentato fuori concorso al 16º Festival di Cannes;
– Il film fu nominato agli Oscar del 1964, per i Migliori Effetti Speciali (a Ub Iwerks), e fu vincitore di un Golden Globe per la Miglior Attrice Debuttante (a Tippi Hedren);
– Nel 1987 venne prodotto un sequel apocrifo dal titolo Uccelli 2 – La Paura, e uno invece di carattere ufficiale e dal titolo Gli Uccelli II, del 1994 e ancora con Tippi Hedren;
– Per luglio 2009 era previsto un rifacimento del film, non ancora realizzato, che prevedeva Michael Bay come regista (e poi Martin Campbell) e Naomi Watts come protagonista;
– Hitchcock ripensò al racconto di Daphne Du Maurier, dopo che lesse, nel 1961, di un’invasione devastante di uccelli marini sulla costa di Santa Cruz.
– Dove si trova Hitchcock? Lo si vede all’inizio, mentre esce da negozio di animali.