Cannes 2016 – The Happiest Day in the Life of Olli Maki: recensione del premio Un Certain Regard

Nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2016 a trionfare è la Finlandia con un film  dolce e delicato sul tema del legame fra successo e felicità, due campi della vita che non sempre  vanno di pari passo.  The Happiest Day in the Life of Olli Mäki narra le vicende di Olli, un panettiere con un grande talento per il pugilato che, nel 1962 ha la possibilità di battere il Campione del Mondo nei pesi piuma facendo trionfare il proprio Paese. Tutti i riflettori sono puntati su di lui e sulla sua preparazione che lo porterà a lasciare il piccolo centro natale per Helsinki, dove tutto è stato pianificato per sponsorizzare ed incentivare  l’imminente trionfo. Olli dovrà impegnarsi allenandosi regolarmente e perdendo peso, concentrando tutta la propria attenzione sull’evento che potrebbe cambiare la sua vita e quella del proprio Stato, facendo sì che il 17 agosto del 1962 divenga il più bel giorno della sua vita.
Il regista Juho Kuosmanen, decide di raccontare questa bella storia d’amore e di ambizione sportiva in bianco e nero, creando un’atmosfera retrò funzionale a far calare lo spettatore nel clima ingenuo e ancora puro di quegli anni: Olli è un ragazzo semplice, appassionato allo sport e desideroso di raggiungere l’ambito obiettivo ma non disposto a sacrificare o mettere in secondo piano l’amore per Raija, un sentimento visto come “pericoloso” dal suo staff, che lo vorrebbe completamente assorbito dall’incontro decisivo.
La verità, tuttavia, è che Olli non riesce a rinunciare alla sua vita genuina per un mondo fatto di dichiarazioni preconfezionate, finti documentari sulla sua preparazione e servizi fotografici in cui fingere pure sulla propria altezza per appagare un pubblico di sconosciuti… Lui vuole vincere ma con accanto l’amore della propria vita, una presenza che gli dà forza e motivazione, a differenza di ciò che le persone che gli stanno intorno e dovrebbero sostenerlo pensano.

The Happiest Day in the Life of Olli Mäki: il trionfo dell’amore sul successo conquista il Premio Un Certain regard di Cannes 2016

The Happiest Day in the Life of Olli Mäki sceglie un linguaggio semplice ed elegante per comunicare come la felicità non possa essere promessa nemmeno dalla più sfavillante ipotesi di successo. Olli è innanzitutto un ragazzo e si rende conto ben presto che tutte le pressioni ed i sacrifici che raggiungere la gloria implica non hanno senso se sottendono il fatto di dover sacrificare la cosa che per lui conta più di ogni altra: il suo amore per Raija. Un film profondo e soave, dotato di buon ritmo e fedeltà nel raccontare il mondo dell’agonismo sportivo e puro come quegli anni ormai lontani in cui è ambientato, quando la tecnologia non sopperiva la lontananza e l’unico modo per stare vicini era stare insieme. Unica piccola debolezza, la facilità con cui il messaggio arriva allo spettatore, fin dalle prime scene, che fa perdere un po’ di interesse per la trama, rendendo ansiosi di vedere i due ragazzi finalmente uniti nell’ovvio lieto finr e non tanto di conoscere l’esito dello scontro.
Stesso discorso vale per il finale, bello, poetico e piuttosto prevedibile, portatore però del messaggio più prezioso: il giorno più bello della vita può essere contemporaneamente il più deludente, dipende dalla prospettiva adottata e dalla capacità di riconoscere ciò che conta davvero da ciò che luccica ma che non garantisce la felicità.
Un Premio Un Certain Regard all’insegna dell’essenzialità narrativa ma della grande originalità della messa in scena, in piena tradizione con il significato di una Sezione del Festival di Cannes che da sempre riserva la scoperta di piccole grandi perle.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5