Fräulein – una fiaba d’inverno: recensione
Servono pochi ingredienti per creare un fiaba. Una regina burbera e scontenta a cui si è pietrificato il cuore, un eroe buffo e profondamente sensibile che riesce a farsi strada nell’animo solitario della protagonista, una tempesta solare che avvolge ogni cosa in un’ambientazione fantastica e al di fuori del normale. Mettete insieme tutti questi semplici, poetici elementi e avrete tra le mani Fräulein – una fiaba d’inverno, l’eccentrica storia di un inaspettato incontro.
Circondato dalle alte montagne di un paese di confine, un piccolo, malmesso albergo di provincia è chiuso da tempo ormai immemore a qualsivoglia turista. Chiuso così come la stessa vita della proprietaria dell’hotel, la scorbutica e taciturna Fräulein (Lucia Mascino), accanita fumatrice tuttofare che si guadagna da vivere aiutando anziani compaesani. Poche sono le amiche della riservata donna, a cui sta a cuore soltanto la grassa gallina Marilyn con cui vive e trascorre la maggior parte delle sue giornate. Imprigionata nel suo regno di solitudine, sarà un inatteso visitatore (Christian De Sica) a scardinare l’impenetrabile fortezza che Fräulein tutt’intorno si è innalzata, riuscendo a far ordine sia nel suo albergo che nella sua anima.
Fräulein – una fiaba d’inverno: originale racconto su piste ghiacciate e assopiti calori
Originale racconto dall’atmosfera fredda e invernale, immensi paesaggi e bizzarri personaggi per una favola sulla facilità di perdersi nel proprio personale universo e la difficoltà meravigliosa di concedersi agli altri: Fräulein – una fiaba d’inverno è l’opera prima della novella regista e sceneggiatrice Caterina Carone, che con l’aria leggera tipica dei posti innevati ci trascina su piste ghiacciate e assopiti calori. Anche dove nulla sembra mai poter cambiare, a volte è un pizzico di magia a contribuire alla ruota degli eventi; magari un’insolita anomalia, un vento solare che stravolge la regolarità di una vita monotona, introversa e dimenticata. Sola nel suo albergo, Fräulein ha rimosso dal suo castello di cristallo ogni tipo di relazione strettamente umana, l’inefficace convinzione di poter vivere lontana dalle persone e di non essere toccata da esse viene tuttavia fatta tremare, come nelle migliori novelle, fin dalle fondamenta a causa dell’approdare di un curioso forestiero, lo charme di Christian De Sica per un ruolo tenero nel suo estroso brio. Ed è quando ci si inizia a preoccupare per l’altro che sentimenti per troppo tempo soppressi tornano ad accendersi con amorevole vigoria, piccole scintille che si infiammano pian piano per poi incendiarsi violentemente e sciogliere quella impenetrabile neve che ricopre nella sua completezza un bisognoso e in fondo generoso cuore. Lasciare entrare le persone nella solida prigione che si è costruiti per difendersi da tutti quei presumibili mali è la paura maggiore di chi è certo di potersi fidarsi solo di sé stesso, ma scoprire la possibilità di ridere ancora con qualcuno spalanca le porte di uno spirito che aveva necessità di essere spolverato.
Storia di amicizia in Fräulein – una fiaba d’inverno, tra leggerezza e serietà dirette con misura e sobrietà
La macchina da presa accompagna con ammirevole discrezione la dolce storia di amicizia tra Fräulein e Walter, la neofita Caterina Carone plasma per proprio conto una sceneggiatura semplice e universale, di cui in seguito se ne usufruisce per realizzare una narrazione visiva dal registro stilistico altrettanto sobrio e misurato. Fiaba d’inverno e fiaba di affetto, con regia frugale, in cui la preventiva conoscenza dei due protagonisti accrescerà le loro vite di giorno in giorno, trasformandosi con l’andare avanti del film prima in gentile confidenza fino a diventare sentita, felice familiarità.
Stravagante commedia tra leggerezza e serietà, riso e commozione, Fräulein – una fiaba d’inverno convince per il suo alone fantasioso, ma risente di sporadici momenti morti, che non intaccano la totalità del film, ma si rivelano poco necessari al suo interno. Coppia convincente De Sica e Mascino, il simpatico e la burbera, la cordialità e l’indifferenza; entrambi portatori di segreti e dolori uniti in un affettuoso legame, forse perché, nelle fiabe come nella vita, chi vuole fuggire è destinato ad incontrarsi.