Hungry Hearts: conferenza stampa con Saverio Costanzo ed Alba Rohrwacher
È appena arrivato nelle sale cinematografiche italiane l’atteso Hungry Hearts che, dopo i premi ricevuti a Venezia (Premio Pasinetti a regista e attrice protagonista; Coppa Volpi miglior interpretazione maschile e femminile) si appresta a ricevere il giudizio del pubblico, il quale sarà probabilmente diviso.
Mentre la nostra opinione sul film l’abbiamo già espressa, vi proponiamo oggi i punti salienti della conferenza stampa tenutasi presso la Casa del Cinema di Roma pochi giorni fa, in occasione della proiezione stampa di Hungry Hearts. A presenziarla, il regista Saverio Costanzo, la protagonista Alba Rohrwacher ed i produttori di Rai Cinema.
Tanti gli aspetti trattati e le domande dei giornalisti, incuriositi tanto dagli antefatti quanto dalle audaci scelte registiche dietro a questa pellicola così diversa dal cinema italiano al quale siamo abituati. Ma andiamo con ordine:
Saverio Costanzo ha introdotto la conferenza dichiarando di ritenersi relativamente soddisfatto del doppiaggio, per quanto desidererebbe che qualche copia venisse distribuita anche in lingua originale; ha proseguito poi descrivendo il suo approccio al film, che è stato pensato non tanto come un adattamento fedele del romanzo ma come se gli “avessero raccontato la storia in un bar”. Il libro gli è stato comunque di grande aiuto per quanto riguarda la trattazione degli aspetti tecnico-scientifici della vicenda, fondamentali per dare credibilità alla narrazione.
La discussione si è poi spostata sulle scelte tecnico-registiche più specifiche e Costanzo ha chiarito come Hungry Hearts sia stato girato con mezzi “poveri” (un classico super 16) e ha giustificato certe scelte all’apparenza molto pensate come un espediente per adattarsi all’ambientazione angusta della casa ed ai relativi limiti spaziali: il tanto discusso grandangolo, che dà la sensazione che le pareti collassino addosso ai protagonisti, se è vero che si è dimostrato perfetto a sottolineare l’angoscia della situazione, è stato una scelta quasi obbligata per seguire gli spostamenti dei personaggi all’interno di un appartamento così piccolo.
La scelta di New York, invece, è stata dettata dall’esigenza di sottolineare il fatto che Mina fosse stata sradicata dalle proprie radici e dalla necessità di un’ambientazione “aggressiva” che fosse funzionale al bisogno della donna di difendere prima se stessa e poi la sua creatura. Nel contesto americano, Adam Driver è stata invece una scelta fortuita quanto fortunata, vista l’impegnatissima agenda del giovane attore, che ha accolto con entusiasmo la proposta di Costanzo, arrivato insieme ad Alba a New York, “con la valigia di cartone”.
Dopo tanto parlare del regista è arrivato finalmente il momento di Alba, che ha fornito alla platea di addetti ai lavori una raffinata lettura del suo personaggio: una figura tendenzialmente positiva, intenzionata a fare del bene ma che lentamente vira verso l’ossessione, sostenuta da una sceneggiatura che, come lei, non la giudica e permette allo spettatore di fare altrettanto. Il vero demonio di Mina non è tanto il cibo in sé quanto l’ideologia – ha aggiunto in proposito Costanzo. “Mina crea la sua ideologia per difendersi ma purtroppo l’ideologia è sorda. […] Mina è una donna che ha smesso di ascoltare”.
La conferenza si è conclusa con la consegna ufficiale da parte di Laura Delli Colli dei Premi Pasinetti: una ciliegina sulla torta, in questa piacevole chiacchierata romana.