Speciale Marvel: Iron Man
I supereroi sono tornati di moda negli ultimi anni. Dopo la disfatta dei tre Spider-Man di Sam Raimi, la Marvel ha pensato di creare un vero Marvel Cinematic Universe, diviso in due fasi, in modo tale da avere i nostri eroi collegati l’uno con l’altro. Il primo film ad essere interessato è Iron Man, che nel 2008 ha aperto la Fase Uno, conclusasi nel 2012 con The Avengers, una sorta di crossover cinematografico degli eroi più famosi della Marvel.
Iron Man è sicuramente uno dei supereroi più amati, e gran parte del merito lo deve all’attore che ne veste i panni: Robert Downey Jr. Perfetto nella parte sia fisicamente che caratterialmente (più volte Downey Jr aveva ammesso di sentirsi come l’eroe in armatura per via del suo passato burrascoso tra alcol e droga), Tony Stark è un personaggio complesso, o come ama definirsi lui, un genio, miliardario filantropo e playboy, a capo della Stark Industries, nota azienda americana produttrice ed esportatrice di armi. E’ una sorta di Bruce Wayne della Marvel, rimasto orfano a gestire un’importante compagnia, vivendo assieme al maggiordomo degli Stark, Edwin Jarvis, che nei film è stato trasformato nell’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S. (doppiato in lingua originale da Paul Bettany) la quale comanda la villa in cui abita. Come suo padre Anthony e suo nonno Howard, anche Tony ha il debole per le belle donne, che prontamente vengono scaricate dalla segretaria Virginia Pepper Potts (Gwyneth Paltrow).
Nel primo film della saga, Tony Stark, dopo aver effettuato una dimostrazione delle sue armi nella base militare in Afghanistan (nei fumetti, il miliardario si trovava in Vietnam, nel film l’ambientazione cambia per rendere la storia più attuale), viene rapito da un gruppo di terroristi, ma non senza aver fatto esplodere il convoglio su cui viaggiava. L’esplosione è tale che alcune schegge si conficcano nel cuore di Stark, e per salvargli la vita, il suo compagno di prigionia, il fisico Yinsen, gli impianta un elettromagnete che lo terrà in vita. Tony viene costretto a costruire un missile per loro, ma invece, insieme a Yinsen, organizza la fuga usando un’armatura, e costruisce un alimentatore al palladio per il suo elettromagnete.
L’esperienza in Afghanistan traumatizza Tony, che decide usare le armi per far del bene, creandosi una doppia identità come Iron Man, e sceglie di chiudere la produzione delle armi nelle Stark Industries, dopo aver notato che i talebani sono in possesso di molti strumenti bellici creati dalla sua azienda. La notizia crea scalpore, sopratutto da parte di Obadiah Stane (Jeff Bridges), socio e amico da anni degli Stark, che invece lo tradisce e si allea con i Dieci Anelli, gruppo terroristico che aveva rapito Tony. L’unico alleato con Iron Man ha è James ‘Rhodey’ Rhodes (interpretato nel primo film da Terrence Howard, e nei seguenti da Don Cheadle). Il film segna la prima apparizione di Phil Coulson (Clark Gregg), capo dello S.H.I.E.L.D. (Strategic Homeland Intervention, Enforcement and Logistics Division), incaricato di compilare un profilo su Tony Stark – che riceverà la proposta da Nick Fury (Samule L. Jackson) di far parte del progetto Avengers nella scena dei titoli di coda.
Iron Man 2 vede le conseguenze della rivelazione di Tony Stark di essere Iron Man di fronte all’intero mondo, oltre a mostrare i primi accenni al crossover con The Avengers (è visibile lo scudo di Capitan America e c’è un footage che riprende Hulk in lotta contro i militari). Il miliardario è sotto processo e viene invitato dal governo statunitense a consegnare ai militari la sua armatura. Si pone il problema se le armi rappresentino un modo per portare la pace o fare la guerra. In questo tumulto, Tony Stark deve fare i conti non solo con la sua salute (il palladio sta invadendo il suo sangue, è prossimo alla morte e non vi sono elementi in grado di sostituirlo), ma anche con lo scienziato russo Ivan Vanko (Mickey Rourke), figlio di un dipendente degli Stark, che sta costruendo un’armatura simile alla sua e progetta vendetta nei confronti di suo padre – e cerca di trovarla affidandosi a Justin Hammer, proprietario delle Hammer Industries.
L’Iron Man di questa seconda pellicola è un uomo solitario, che prossimo alla morte, per non far preoccupare Pepper della sua salute, la nomina amministratrice delegata delle Stark Industries. E’ un supereroe instabile che non riesce a collaborare con chi gli sta intorno (litiga con l’amico Rhodey, anche se poi si rivela un alleato come War Machine durante la battaglia contro Vanko). Rifiuta di nuovo l’offerta di Nick Fury, poi scopre che la sua nuova affascinante assistente, Natasha Romanoff (Scarlett Johansson) è in realtà un agente sotto copertura dello S.H.I.E.L.D. e si fa chiamare Vedova Nera. Ala fine vince il suo lato umano: si riconcilia con il padre, che credeva insensibile e distaccato, scoprendo che gli aveva lasciato dei preziosi consigli per dar vita ad un nuovo elemento in grado di sostituire il palladio. E infine decide di mettere la testa a posto decidendo di iniziare una relazione con Pepper.
Nell’ultimo capitolo della trilogia, Tony Stark, reduce dalla battaglia contro gli alieni a New York in The Avengers, appare un uomo stanco, più traumatizzato rispetto alla sua precedente esperienza in Afghanistan. Durante il crossover cinematografico, egli infatti si trovava vicino alla morte più di quanto lo era statoprima, e l’unico obbiettivo adesso è quello di proteggere l’unica persona senza la quale non può vivere: la sua fidanzata Pepper. Tony si è circondato di più armature dotate di localizzatore per proteggersi, ma questo sembra non essere abbastanza poiché ha ancora incubi su quanto accaduto a New York. L’evoluzione del personaggio è evidente: da un eroe impavido e spacciato, all’uomo più vicino ad essere un umano che un supereroe.
Iron Man 3 presenta delle differenze sostanziali rispetto al fumetto. In primis, la nemesi di Iron Man, il Mandarino (Ben Kingsley), mostrato qui come un attore fallito, manovrato come una marionetta per conto di Aldrich Killian (Guy Pearce), che, al contrario, nel fumetto della saga Extremis, è solamente un personaggio marginale. Creduto morto dopo un attacco del Mandarino che distrugge la sua villa, Tony Stark riesce a salvarsi volando lontano. L’eroe che è in lui cade ma riesce a risorgere con l’aiuto di un ragazzino (Harley) e ricostruisce così l’armatura per affrontare Killian. La lotta si fa più intensa quando Killian intende diffondere un virus chiamato Extremis che viene iniettato come prova su Pepper (in realtà nel fumetto non assume nessun virus). Le armature di Tony tornano dal loro padrone e sventano il piano diabolico non senza arrecare qualche danno alla donna. Sembra che tra i due non ci sia un attimo di tranquillità e finché Tony Stark sarà Iron Man, ci saranno sempre delle persone da salvare e pericoli da combattere. Per questo l’eroe decide di prendere una decisione: distrugge le sue armature e sceglie di farsi operare per rimuovere del tutto le schegge dal petto, in modo da non dover più dipendere dal reattore.
Una scelta importante destinata a cambiare l’animo del supereroe che ammette quanto l’armatura fosse solo una maschera che lo ha reso un uomo migliore e che ora capisce di poter vivere senza quel costume che si era creato. Pur dicendo addio alla sua vita di prima, conserva gli attrezzi con cui lavorava perché, in fondo, Tony Stark resta sempre Iron Man e in un modo o nell’altro tornerà a vestire la sua armatura per The Avengers: Age of Ultron e nel possibile Iron Man 4.