E se mi comprassi una sedia? – intervista a Sandro Di Stefano
Sandro Di Stefano all’interno della produzione di E se mi comprassi una sedia? rappresenta davvero un fiore all’occhiello. Compositore, musicista e direttore d’orchestra vive di musica e con la musica. La sua carriera spazia dalla composizione di musica per film, tv, documentari, spot all’insegnamento in scuole prestigiose di altissimo livello: il Centro Sperimentale di Cinematografia e la scuola di cinema Sentieri Selvaggi. Nella sua produzione è di particolare interesse l’ambito americano nel quale si è distinto certamente per il grande merito della competenza oltre che dell’originalità. Pasquale Falcone gli ha affidato la composizione della colonna sonora del suo film, con due canzoni inedite composte e arrangiate proprio da Di Stefano: ‘Samantha… ma con l’acca’ e ‘Checco pensaci tu’, quest’ultima un vero e proprio inno a Checco Zalone che rappresenta una figura sogno/ossessiva ricorrente – e divertente! – in tutto il film.
Lo abbiamo incontrato per farci svelare qualcosa in più.
Che tipo ti lavoro, dal punto di vista di composizione musicale, è stato fatto per un film ironico e irriverente come “E se mi comprassi una sedia?”
Lo slogan del film dell’amico Pasquale recita “la risposta napoletana al film campione d’incassi…”; ecco, per me che sono un grande amante della cultura Partenopea è stata una occasione ghiotta per avventurarmi nuovamente nei meandri del “suono campano” che adoro da sempre. Mi è già successo in passato con grandi artisti per i quali ho scritto brani per film, mi riferisco a Eugenio Bennato e Pietra Montecorvino. Dal punto di vista della composizione musicale, il lavoro è stato più timbrico che musicale nel senso stretto; un po ‘ come accade proprio con la lingua Napoletana : non sono diversi i concetti che si dicono ma come si dicono : timbro, cadenza e intonazione caratterizzano un modo di esprimersi che identifica una intera cultura. Quindi la musica – quasi da sola – ha deciso questa strada, fatta eccezione per i due brani pop inseriti nella colonna, sempre da me composti ed arrangiati, sui versi però del regista Pasquale Falcone che invece sono più “extra regionali”.
Quanto conta la colonna sonora in un film come questo? In che modo?
Credo conti molto la musica in questo film, sia per le canzoni che intervengono nella narrazione, nella struttura narrativa, che nella punteggiatura generale emotiva e del montaggio. Poi il film è ironicamente scritto in maniera “citazionale” e mi riferisco alla grande scuola della recitazione napoletana, basta osservare gli interpreti ma anche il titolo stesso del film “e se mi comprassi una sedia?”, celeberrima frase di Eduardo de Filippo. Falcone in questo è stato molto attento nei confronti dei capi scuola, i grandi maestri, alcuni presenti come attori proprio nel nostro film, sono felice di questo. Sono cresciuto con un certo cinema ed aver avuto la fortuna di rivedere quegli artisti anche in un mio film è stato come aver pensato “pur avendo attraversato il secolo, dal XX al XXI, non mi sono perso la possibilità di poter dare un suono a chi da ragazzo mi ha emozionato”. Per ciò che riguarda le mie proposte musicali, devo dire che con Pasquale ci siamo trovati subito d’accordo, non ho sentito il peso della proposta che attende un OK, la musica passava come facente parte della sceneggiatura : un feeling naturale.
Quali sono gli effetti auspicati dalle canzoni?
Sono due canzoni diverse, entrambe molto radiofoniche. “Samanta ma con l’acca” e “Checco, pensaci tu”. Non mi aspetto mai nulla di specifico dalla musica che compongo per i film, essa nasce come supporto alla recitazione e non assoluta come accade nel mondo della discografia. Mi aspetto solo che sia giusta, che piaccia come essa reciti nel film (perché la musica è una attrice invisibile) e soprattutto che non sia mai invadente – come dicono i Francesi : “il film sia sempre un appuntamento delle Arti, dove mai un’arte tenti di prevaricare l’altra; una alchimia, una bilanciamento”. “Samanta ma con l’acca” ha avuto la fortuna di incontrare il coro “Non solo Gospel” diretto dalla talentuosa Simona Guida che nel Set della scena ha interpretato benissimo il brano, dal vivo e davanti alla macchina da presa (non facile), dico live…presa diretta. Altro talentoso ed indispensabile giovane che mi ha assistito per la realizzazione del suono di “Checco, pensaci tu” : il messinese Alessandro Magnisi, uno dei miei pochissimi assistenti, molto musicale. Insomma, ho avuto la fortuna di incontrare gente davvero brava durante questo film, la quale ha contribuito enormemente al suono di quello che avevo in mente (bisogna sempre essere grati ai bravi musicisti perché i talenti sono un dono, è un errore essere autoreferenziali totalmente ).
Che rapporto c’è, all’interno delle canzoni, con Checco Zalone?
Molto forte in una soltanto delle due : “Checco, pensaci tu”. Già dal titolo della canzone si capisce quanto Zalone sia presente nelle intenzioni del brano. Non mi sono sognato minimamente di seguire il sound di Checco anche perché il suono di Checco è inimitabile. Mi sono affacciato invece verso un sound tipicamente all’italiana con una rivisitazione nel suono del nostro tempo, un suono piuttosto d’impronta dance, capace di dire cose che abbiamo già nelle orecchie ma vestite in maniera personale.
E con Pasquale Falcone che si è occupato dei testi?
Si, come dicevo, i testi sono di Pasquale. Ricordo che in tempi non sospetti mi inviò dei pensieri in rima più che dei testi veri e propri. Mi disse “voglio dire questo, falli suonare”. Iniziai a misurarli metricamente per capire come intervenire e nacque prima “Samanta ma con l’acca”, dal gusto volutamente un po’ retrò e poi “Checco, pensaci tu”, brano che ho realizzato pensandolo con Pasquale come chiusura del Film in una scena corale impressionante. E’ un brano molto ballabile, estivo, solare…anche se nel testo (molto divertente) Pasquale affronta (come del resto nel film) argomenti non proprio comici insomma…anzi, riflessivi…un po’ come devo riconoscere anche a Checco Zalone nel suo ultimo film : un ridere del sistema, del meccanismo che oggi ci rende schiavi…ma se insistiamo alla fine è possibile farcela contro ogni sopruso.
Un grande lavoro, la musica come collante della narrazione. Ora quali sono i tuoi prossimi lavori e i tuoi progetti?
In questo periodo sto lavorando in Germania e Stati Uniti d’America. In USA ho da poco terminato “Unhinged” per la regia di Giorgio Serafini, fra gli interpreti primari Sean Patrick Flannery e Eric Balfour. Sempre con Serafini ho da poco iniziato “Flashburn”, ancora con Flannery, affiancato da una straordinaria Cameron Richardson (Alvin Superstar). Poi ho in cantiere un film europeo (non italiano) piuttosto “ingombrante” di cui non posso parlare ancora. Nel frattempo mi godo la gioia di avere un film a cui ho preso parte – Seconda primavera di Francesco Calogero – candidato ai Nastri d’Argento 2016. Però adesso pensiamo a confezionare E se mi compressi una sedia?: una magnifica commedia tutta Italiana.