The Flash 1×01: recensione
La CW è il canale dei supereroi televisivi. Dopo il grandissimo boom nel 2012 di Arrow, la serie televisiva basata sui fumetti DW su Freccia Verde, il network americano ha pensato bene di ampliare l’universo collegato a Oliver Queen dando spazio al personaggio di Barry Allen, alias The Flash, ed è notizia dell’ultim’ora che la CW si sta preparando a lanciare anche un altro spin-off, dedicato a Ray Palmer, alias Atom. The Flash ha debuttato negli States nell’ottobre del 2014 e si prepara ad andare in onda anche nel nostro paese ogni martedì dal 20 gennaio, in doppio appuntamento proprio con l’amico Arrow.
Come spesso accade con gli spin-off delle serie, l’introduzione del personaggio di Barry Allen (Grant Gustin) è avvenuta durante due episodi della serie madre, ovvero nella seconda stagione di Arrow. Oliver, Felicity e Diggle s’imbattono nel giovane assistente forense della città di Central City. L’infanzia di Barry è una di quelle più tristi ma anche misteriose. Sua madre morì a causa di un evento inspiegabile quando lui era piccolo, circondata da lampi di fulmine che invasero la stanza, e il padre Henry (John Wesley Shipp, il primo Flash televisivo della serie anni ’90) è stato incriminato ingiustamente per l’assassinio prendendosi l’ergastolo. Da allora, il detective West ha deciso di prendere Barry sotto la sua custodia, allevandolo insieme alla figlia Iris (Candice Patton), per cui lui ha una cotta.
L’episodio pilota inizia collegandosi alle due puntate di Arrow, con Barry che viene colpito da un fulmine durante un temporale generatosi dall’esplosione di un acceleratore di particelle dello STAR Labs. Dopo nove mesi di coma, il ragazzo si risveglia proprio nello STAR Labs, dove a prendersi cura di lui ci sono il famoso scienziato Harrison Wells (Tom Cavanagh), insieme ai suoi collaboratori, la dottoressa Caitlin Snow (Danielel Panabaker) e Cisco Ramon (Carlos Valdes). Barry è all’apparenza un ragazzo come tutti gli altri, con una certa incline ad arrivare in ritardo – ironicamente – sul lavoro. Imbranato ma innamorato della sua migliore amica Iris, che però lo preferisce al detective Eddie Thawne (Rick Cosnett).
Barry è diventato uno scienziato forense per studiare i casi più strani e sovraumani, al fine di scoprire chi ha ucciso sua madre. Dopo l’incidente a Starling City, però, qualcosa è cambiato: il giovane capisce che può muoversi a velocità straordinarie, e che ci sono altri “metaumani” – termine creato dal dottor Wells e dal suo team – creati dall’esplosione. Uno di loro, Clyde Mardon, è rapinatore di banche che grazie alla sua capacità di controllare il tempo può rapinare e gestire il tutto a suo favore. Ancora confuso e indeciso sul suo destino, Barry corre fino a Starling City per incontrare Oliver\Arrow (Stephen Amell appare qui in un piccolo cameo) per aprirgli gli occhi: egli è destinato ad essere l’impossibile, un eroe vigilante per la sua città.
Fortunatamente, Barry ha un team disposto ad aiutarlo, una sorta di Team Arrow composta dal dottor Wells – anche se si rivela alla fine un personaggio ambiguo, ben diverso da come si era presentato – Caitlin – che sotto la sua indole da dura scienziata anche nerd, rivela un’anima fragile, ancora scossa e toccata dalla morte del suo fidanzato Ronnie – e Cisco, che usa ironia e simpatia anche nei momenti più imbarazzanti. Il gruppo dà a Barry una tuta rossa con lo stemma del fulmine gialla, in grado di sopportare la sua alta velocità di movimento. Egli rintraccia Mardon e con l’aiuto del detective West, che impara le abilità di Barry, The Flash – così si fa chiamare – è in grado di fermare Mardon.
Barry decide di usare i suoi nuovi poteri per scoprire chi ha ucciso sua madre quando era bambino, essendo sicuro che il colpevole sia un altro metahuman come lui, magari con le sue stesse abilità. The Flash è una serie fresca, energica, che non stanca minimamente: la CW conosce bene il suo pubblico e punta sul target giovanile fornendo un buon cast con una buona alchimia. Le musiche sono perfette, e Grant Gustin è la scelta giusta per interpretare il supereroe nella serie televisiva che ha già superato la qualità di Arrow in quanto a sceneggiatura.