Biografilm 2016 – Demolition: recensione
Dopo aver aperto il Toronto International Film Festival del 2015, sbarca al Biografilm 2016 Demolition, il nuovo film di Jean-Marc Vallée, noto soprattutto per i suoi precedenti lavori Dallas Buyers Club e Wild, che hanno portato i protagonisti a nomination e Oscar per le rispettive categorie. Protagonista del film è l’ottimo Jake Gyllenhaal, supportato dagli esperti Naomi Watts e Chris Cooper e dal talento del giovanissimo Judah Lewis.
Demolition: un ottimo Jake Gyllenhaal al servizio di una disordinata e frammentata storia sul superamento del lutto
Davis Mitchell (Jake Gyllenhaal) è un giovane di successo, sposato con Julia (Heather Lind) e impiegato nell’azienda di investimenti del suocero Phil (Chris Cooper), dove è responsabile di transazioni dall’alto valore economico. La sua vita viene improvvisamente stravolta quando viene coinvolto in un incidente automobilistico in cui perde la vita la giovane moglie. Cercando di elaborare il lutto per la prematura perdita della propria consorte, Davis comincia a scrivere una serie di lettere al servizio clienti dell’azienda di un distributore automatico da cui si è visto sottrarre pochi spiccioli. Con la scusa di scrivere un reclamo, Davis in realtà si apre totalmente mettendo nero su bianco tutti i suoi sentimenti, cosa che non riesce a fare neanche con i genitori o tantomeno con il suocero. Le lettere toccano il cuore della responsabile del servizio clienti Karen Moreno (Naomi Watts), che decide di contattare Davis e aiutarlo insieme al figlio Chris (Judah Lewis) a elaborare il lutto e il dolore.
Demolition cerca di raccontare l’irraccontabile e di svelare sentimenti ed emozioni che si annidano vicino al cuore, troppo preziosi e fragili per essere mostrati al mondo. Molto si è scritto e tanto si è dibattuto a proposito del superamento del lutto per la perdita di una persona cara, ma la psicologia non è ancora arrivata (e forse non ci arriverà mai) ad avere una ricetta valida e funzionante per chiunque. Ognuno deve trovare la sua strada per affrontare e superare il dolore. La strada che sceglie Davis è quella (come suggerisce il titolo) della demolizione. Il protagonista opta per distruggere tutto ciò che gli sta intorno, che sia un frigorifero malfunzionante, il proprio ufficio, una casa o la sua carriera lavorativa. Demolire tutto per ricominciare da capo è quindi la sua ricetta, ma il caso gli fa dono dell’incontro con la tenera e comprensiva Karen, l’unica persona che attraverso le lettere da lei ricevute ha involontariamente potuto intravedere le vere emozioni di Davis attraverso un piccolo spiraglio nella sua maschera di impassibilità. Jean-Marc Vallée mette in scena un film disordinato, frammentato e non sempre coerente, che viene tenuto a galla a più riprese da un sontuoso Jake Gyllenhaal, ormai a pieno titolo fra i migliori attori della sua generazione. L’interprete americano esprime col suo volto e con le sue espressioni il tormento e l’incomunicabilità che affliggono il suo personaggio, diventando l’unico vero filo conduttore di una pellicola fragile, che ha il difetto di voler mettere tanta, troppa carne al fuoco, senza approfondire a sufficienza molte delle tematiche e delle storyline secondarie proposte e affidandosi a colpi di scena posticci e fini a se stessi che non scuotono mai veramente lo spettatore. A emergere fra i tanti personaggi secondari solamente abbozzati non è né quello di una sempre eccellente Naomi Watts, né l’insipido suocero interpretato da Chris Cooper, quanto il sorprendente ragazzino impersonato da Judah Lewis, che nella parte finale del film emerge prepotentemente e si rivela l’unica figura a empatizzare veramente con il protagonista, che diventa per lui una sorta di controverso mentore capace di guidarlo e metterlo in guardia dalle avversità che troverà nel suo cammino. Demolition avrebbe potuto dire di più e in maniera più organizzata, ma centra comunque l’obiettivo di fare cogliere allo spettatore il senso di disorientamento e sconforto del protagonista e di completare degnamente il suo percorso di superamento del lutto, lasciando la sensazione di aver assistito a una storia né perfetta né indimenticabile, ma che meritava comunque di essere raccontata. La regia di Vallée sconta i già evidenziati difetti in fase di sceneggiatura, procedendo senza particolari cadute di stile ma con pochi picchi qualitativi, riassumibili fondamentalmente nelle buone riprese della sempre affascinante Coney Island e in una sequenza finale incisiva e liberatoria.
Demolition è una pellicola che vive di alcuni buoni momenti e dell’eccellente interpretazione del protagonista Jake Gyllenhaal, vanificando con una gestione caotica e discontinua i buoni spunti iniziali. Questa confusione di fondo trova però in qualche modo un parallelo con lo stato d’animo del protagonista, aiutando così lo spettatore a empatizzare con il suo dolore e con la sua voglia di ricominciare e salvando il film da un altrimenti inevitabile naufragio.