Principesse Disney: oltre il principe azzurro c’è di più!
Nel corso dei decenni la Walt Disney Pictures ha mostrato il genere femminile sotto varie sfaccettature. L’evoluzione e il cambiamento della condizione della donna è evidente oggi: dalla necessità e la speranza di trovare l’amore della vita, il principe azzurro, si passa a protagoniste indipendenti, che rivendicano i propri diritti dimostrando di non aver bisogno di un uomo al loro fianco per poter essere felici e soddisfatte. Andremo ora ad analizzare, attraverso alcune Principesse Disney di spicco, come nella major le donne abbiano raggiunto una propria emancipazione.
Biancaneve (1937) e Cenerentola (1940)
Le due principesse, inevitabilmente, devono essere analizzate insieme, in quanto la loro personalità e il loro stile di vita sono piuttosto simili. Entrambe prima di essere delle nobildonne sono delle casalinghe, impegnate a svolgere le faccende di casa e a mettere i bisogni degli altri prima di ogni altra cosa. Anche dal punto di vista esteriore hanno dei punti in comune: la carnagione chiara, una voce cristallina e melodiosa, e la capacità di dialogare con gli animali. Le accomuna il desiderio di trovare il principe azzurro, che possa salvarle dalla loro condizione di sguattere. Queste due eroine, oggigiorno, potrebbero infastidirci, considerando la loro ingenuità e l’indole di sottomissione nei confronti delle matrigne. Nonostante ciò, dobbiamo considerare che esse incarnano le qualità che erano consone ad una principessa e donna di quell’epoca: bontà, bellezza e purezza. D’altro canto le due principesse hanno anche una grande forza d’animo, che consiste nel sopportare le malvagità delle due matrigne, non rispondendo mai ai loro attacchi con dei risentimenti, ma sempre con pazienza e bontà. Con Cenerentola è già possibile intravedere qualche passo avanti rispetto a Biancaneve. La principessa, infatti, ancora non riesce a rivendicare a pieno le proprie ragioni, ma in parte tiene testa alla matrigna, andando alla fine al ballo contro la sua volontà e realizzando i propri sogni da sola, senza essere salvata da nessuno.
Aurora (1959)
La principessa Aurora ha essenzialmente una particolare caratteristica in comune con Cenerentola: disobbedisce alla regola di parlare con gli sconosciuti, come Cenerentola disobbedisce alla matrigna. La differenza fondamentale de La Bella Addormentata nel Bosco è che il Principe Filippo non si limita a salvare la principessa, ma agisce lottando fisicamente contro l’antagonista Malefica, sotto forma di drago. Così facendo, egli non si limita a salvare solo Aurora, ma l’intero regno, risvegliandolo dal maleficio della maga. Aurora è un altro esempio di principessa che, nonostante non sia in grado di ribellarsi del tutto, compie delle scelte importanti che le cambiano la vita.
Ariel (1989)
Con Ariel si compie un primo grande cambiamento nella condizione delle principesse Disney. Sono passati 30 anni da La Bella Addormentata nel Bosco, Walt Disney è morto e la major ha deciso di prendere una nuova direzione. Le protagoniste, nonostante continuino ad incarnare le tipiche caratteristiche delle principesse delle fiabe, rappresentano tipi di donne diverse, più moderne. Ariel è la prima a riflettere questa nuova realtà, oltre ad essere la prima principessa considerata “ribelle”. La sua disobbedienza è molto diversa da quella affrontata precedentemente con le altre principesse. La Sirenetta discute animatamente con il padre Tritone, ed è grazie alla sua determinazione e testardaggine che alla fine riesce ad ottenere ciò che vuole: diventare umana e sposarsi col principe Eric. È un’eroina moderna, di una fiaba non più ambientata nel Medioevo come invece era accaduto fino ad ora, consapevole che la sua felicità corrisponde ad un happy ending con il principe Eric, e farà di tutto per riuscirci.
Alice (1951) e Wendy (1953)
Facciamo un passo indietro dal punto di vista temporale, per parlare di due personaggi femminili che si distaccano nettamente dalle classiche Principesse Disney: Alice e Wendy. Le due protagoniste devono essere considerate come delle vere e proprie avventuriere, coraggiose e capaci di affrontare situazioni fuori dall’ordinario. Con Alice si ha già un grande elemento innovativo: la totale assenza del principe azzurro e della figura maschile in generale. Ciò che preoccupa e allo stesso tempo incuriosisce Alice, è il mondo fantastico in cui è stata catapultata. La bambina, con coraggio, si lancia nell’insolita e ostacolata avventura, da cui però riesce ad uscirne indenne. Wendy è molto simile ad Alice, dato che inizia una fantastica avventura sull’Isola che non c’è insieme ai suoi fratellini. A differenza però di Alice nel Paese delle Meraviglie, nel cartone non manca la componente maschile e un ritorno tradizionale alla condizione di donna. Wendy, fin da quando arriva sull’Isola, viene considerata dai Bambini Sperduti come una mamma, che deve fare tutte le cose che si addicono ad una donna. Peter Pan incarna in parte il maschilismo dell’epoca: vuole che Wendy faccia ciò che deve fare e che gli obbedisca costantemente, altrimenti le mette il muso e non le parla. In Peter Pan, per la prima volta nella storia della Disney, è una donna ad assumere il compito di salvatrice nei confronti del protagonista maschile, infatti spesso è proprio Wendy a salvare Peter dal suo acerrimo nemico Capitan Uncino. Nonostante la ragazza dimostri di essere una donna di casa, mostra anche una spiccata intelligenza e una fermezza tipica di un’eroina più moderna. È concreta, in quanto consapevole che l’avventura con Peter rimarrà un meraviglioso ricordo che la aiuterà a continuare a sognare, ma che adesso è l’ora di tornare alla realtà.
Belle (1991)
Due anni dopo Ariel è il turno di Belle! La principessa dimostra un’indipendenza e una determinazione ancora più evidenti, oltre che una grande saggezza ed intelligenza che derivano dalla sua grande passione per la lettura. Belle, caratterialmente, è più dolce e gentile della ribelle Ariel e non corrisponde ai canoni tipici della ragazza dell’epoca: viene infatti guardata di traverso dagli abitanti del villaggio, che non la considerano una ragazza di sani principi, a causa della sua aria sognante e lo sguardo sempre rivolto alle pagone di qualche romanzo. Nonostante ciò, Belle continua a coltivare la sua passione, disinteressandosi di ciò che pensano gli altri. Non esita a mostrare il suo caratterino, rispondendo addirittura per le rime alla Bestia quando, cocciuta, decide di rimanere nella camera del castello, rifiutando l’invito a cena. Più volte disobbedisce agli ordini impartiti dalla Bestia, ed è la primissima Principessa classica della Disney che salva la vita del protagonista maschile, compiendo un atto determinante ai fini dell’happy ending. Belle riflette molti aspetti dell’emancipazione femminile, basti pensare anche alle varie reazioni nei confronti del maschilista Gaston, che più volte tenta di renderla una “moglie perfetta”, invano.
Jasmine (1992)
Jasmine è la una principessa orientale, è bella, ricca, con il padre sultano e una tigre come animale domestico. L’eroina compie un capovolgimento paradossale, dichiarando di volersi sposare per amore e non tramite matrimonio combinato secondo le regole del luogo. Convinta dei propri desideri e di ciò che vuole, Jasmine vaga per il villaggio anche sotto forma di popolana, stufa delle ricchezze e della falsità che la circondano a palazzo. Alla fine la sua decisione è drastica: sposa un ragazzo di strada, Aladdin, e farà ricredere il padre su tutte le convinzioni precedenti, tanto da portarlo ad abolire il matrimonio di casta.
Pocahontas (1995)
Come Jasmine, anche Pocahontas decide di non seguire le regole della sua tribù, che prevedono il matrimonio combinato e di casta, in quanto s’innamora di un uomo straniero, John Smith. L’uomo appartiene al gruppo di colonizzatori che sono giunti nel territorio indigeno in cui abita la principessa, per questo viene considerato cattivo dalla sua tribù. Ciò nonostante, l’eroina farà valere i suoi diritti e i suoi sentimenti. Pocahontas, grazie alla sua tenacia, riuscirà a far prevalere l’amore che prova nei confronti di John Smith, insegnando alla sua tribù ad andare oltre il paese di provenienza e il colore della pelle. La principessa non lotta solo per se stessa, ma anche per il suo popolo e per la sua Terra, che devono essere salvati dalla colonizzazione. In realtà la storia d’amore tra Pocahontas e John non avrà un happy ending, dato che la ragazza decide alla fine di rimanere con la sua gente, lasciando andare John. Con questo finale, è evidente come si stia andando sempre di più verso una forte e stabile emancipazione femminile. In questo caso, la principessa non solo non segue l’amore, ma decide di essere una leader per la sua tribù e per la sua stessa Terra.
Mulan (1998)
Mulan è molto simile a Pocahontas, considerando che anche lei agisce non per se, ma per salvare il suo paese. Inizialmente Mulan parte per trovare se stessa e proteggere il padre che, invalido di guerra, non sopravviverebbe ad altre battaglie sul campo. Durante il film la ragazza diventerà una vera paladina, dimostrando alla Cina che anche una donna è in grado di salvare un intero paese compiendo imprese epiche. Mulan in realtà non è una principessa, e mai lo sarà. È una vera e propria eroina! Dalle scene iniziali del cartone vediamo come la famiglia cerchi di farle apprendere i tipici insegnamenti per diventare una brava e devota moglie, anche se il risultato sarà disastroso. Mulan nel corso della storia trova anche l’amore che, però, passa in secondo piano rispetto alle sue gesta e alla vera problematica affrontata, ovvero l’emancipazione della donna (ricordiamo che Mulan è la prima donna Disney che riesce a far inchinare al suo cospetto l’imperatore cinese in persona, in un periodo in cui tutto ciò era inammissibile). Con Mulan assistiamo ad una totale perdita d’interesse nell’atto del matrimonio e nella ricerca del principe azzurro.
Merida (2012)
Merida rappresenta in tutto e per tutto una principessa contemporanea: ribelle, coraggiosa, audace, decisa ad infrangere le regole di corte. I suoi capelli rossi e spettinati riflettono proprio la sua personalità ribelle e sbarazzina. Ricordiamo, inoltre, che tradizionalmente il rosso è simbolo di un carattere pessimo e ingestibile. Merida è costretta a sposare uno dei pretendenti che lottano per ottenere la sua mano, ma la ragazza va contro ogni regola, gareggiando per se stessa e affermando di voler rimanere single, in quanto una donna non ha bisogno di un uomo. Ha un ottimo rapporto col padre, che non incarna il classico regnante autoritario e conservatore, ma anzi rispetta la decisione della figlia, tanto da regalarle un arco per il suo compleanno. Al contrario, assistiamo ad un continuo scontro madre/figlia, dato che la madre desidera per lei un’avvenire felice come moglie e madre.
Elsa (2013)
Nonostante l’ambientazione di Frozen e lo stile siano pressoché di derivazione classica, i contenuti sono estremamente innovativi. Nel film d’animazione viene sovvertito un concetto basilare dei cartoni animati classici, ovvero il colpo di fulmine/amore a prima vista, che in questo caso si rivela un vero e proprio colpo per Anna, tutt’altro che positivo. Viene annientata drasticamente la figura del principe azzurro, mostrando la sua inutilità e viene evidenziato, invece, come l’amore tra sorelle e la forza delle donne possano vincere su ogni cosa. In Elsa troviamo tutte le caratteristiche di una donna emancipata: coraggio, astuzia, intelligenza e la qualità da leader, tanto da allontanarsi dal suo piccolo regno per non mettere in pericolo i suoi abitanti. Dall’innocenza tipica di Biancaneve e Cenerentola, si giunge ad una sorprendente presa di coscienza e astuzia da parte di queste principesse moderne, che fortunatamente non si fanno più ingannare dal primo “principe” che passa.