Cattivi Vicini 2: recensione
Lo cantava Cindy Lauper negli anni ’80 e lo ritroviamo oggi nel Cattivi Vicini 2 di Nicholas Stoller: “Girls just wanna have fun”, senza obblighi né costrizioni, con addosso una felpa o il loro vestito migliore. Che siano alte, basse, magre o in carne, le ragazze vogliono solo sentirsi libere e per farlo devono essere se stesse, in un film che sosta al confine labile della prevedibile corrente demenziale, ma riesce a non oltrepassarla grazie ad un interessante, nonché inaspettatamente profondo, fine morale.
Passano gli anni, i figli crescono, la vita va avanti. I coniugi Mac (Seth Roger) e Kelly (Rose Byrne) aspettano il secondo figlio e decidono così di acquistare una nuova dimora, pronti a lasciarsi alle spalle la loro prima casa. Tanti ricordi apparterranno a quell’affezionato luogo: i primi passi della loro piccola Stella, le sue prime parole, il terribile periodo in cui i vicini erano un gruppo di ragazzi appartenenti ad una sfrenata confraternita. Tutto sembrerebbe cambiare, finché i piani della coppia non vengono stravolti dall’arrivo imprevisto di un manipolo di giovanissime ragazze nella casa affianco, desiderose di creare la propria rappresentativa sorellanza, stanche degli stereotipi di cui puntualmente sono oggetto e decise ad andare contro ogni insulsa convenzione.
Volendo prendere in mano il diritto che vedrebbe soltanto le confraternite autorizzate ad organizzare qualsiasi tipo di festa, le “sorelle” diventeranno il pensiero fisso di Mac e Kelly, preoccupati del possibile rifiuto da parte degli acquirenti interessati alla casa dovuto alla stretta vicinanza con le scatenate ragazze. Sarà perciò di nuovo lotta per marito e moglie, che rincontreranno tra l’altro dopo molto tempo un nemico mai dimenticato: Teddy (Zac Efron), ora mentore e consigliere della nuova sorellanza.
Cattivi Vicini 2 – Abolire i luoghi comuni tramite la commedia dozzinale
Sfatare tabù tramite la bassa commedia, sembra quasi esser questo il compito del regista Nicholas Stoller (Non mi scaricare, In viaggio con una rock star, The Five – Years Engagement, Cattivi Vicini) con il suo nuovo svitato, fuori dalle righe, dozzinale film Cattivi Vicini 2. Tornati a vestire i panni dell’irresponsabile, ma pur sempre amorevole coppia di sposi, Seth Roger e Rose Byrne si ritrovano ancora una volta a vivere in stretto contatto con i disagi dell’adolescenza smodata, tra giochi poco innocenti e inaudita sregolatezza. Giovane protagonista del modesto film è la camaleontica Chloë Grace Moretz, che alternando la sua ammirevole carriera passando da film d’autore, sentimentali, action e drammi, non si lascia mancare lo sfizio di dedicarsi temporaneamente ad un genere decisamente più leggero, impersonando il personaggio della ribelle seppur dolce Shelby, fondatrice della sorellanza Kappa Nu e portavoce di quei problemi che ogni donna, dalla semplice ragazza all’adulta responsabile, deve continuamente affrontare.
Contro il sessismo più incontrollato, le “sorelle” di Cattivi Vicini 2 aboliscono i luoghi comuni sfoderando scarpe da ginnastica ed assorbenti, non volenterose di partecipare a feste dove perdere il proprio essere per tramutarsi in perversioni sessuali a disposizione dei soliti maschi, ma costruendosi il loro nido sicuro dove divertirsi, emancipando il loro vero io. Peccato però che i piani delle ragazze per la libertà interferiscano con la vita dei dilettevoli coniugi, pronti a tutto per placare gli incontrollabili animi delle giovani, ma presto consapevoli dell’attuale minaccia che li ha presi di mira, ben più grande e feroce di quanto lo fosse quella della confraternita.
Cattivi Vicini 2 – Un inno a se stessi in una battaglia all’ultimo scherzo
Con un numero inferiore di gag oscene rispetto al primo episodio ed un ritmo godibile nonostante le evidenti impurità, Cattivi Vicini 2 ritrova l’immaturità di Zac Efron nel ruolo del bel bamboccione lento ed ingenuo e la fonde con la comicità dell’assodata squadra Roger – Byrne, coppia in guerra contro la voglia di spensieratezza delle intrattabili ragazze. Ricorrendo sempre ai tipici espedienti degli adolescenti al college, dalla vendita di fumo alle mega-feste inimmaginabili, basato sulla sceneggiatura di Andrew J. Cohen, Brendan O’Brien, Seth Roger e Evan Goldbreg, il film riesce ad emergere come un inno, velatamente volgare, all’essere s stessi, in una battaglia all’ultimo scherzo per la propria identità.