Milena Canonero: una vita tra bozzetti, stoffe, 3 oscar e nove nomination
Milena Canonero; la nostra portabandiera agli Oscar 2015.
Nata a Torino 69 anni fa, la sua vita si è sempre divisa tra bozzetti, tessuti e riconoscimenti.
L’amore per l’arte e la storia del costume la porta da Genova a Londra, dove metterà pianta stabile per molti anni successivi.
L’Inghilterra sarà il nodo cruciale per la sua carriera; proprio li conosce il giornalista Riccardo Aragno, che tra le sue conoscenze, ha quel maestro di nome Stanley e di cognome Kubrick.
Sarà Kubrick ad iniziarla, nel senso vero e proprio del termine, al lavoro di costumista, offrendole il l’incarico per Arancia Meccanica (1971).
Lo stesso ruolo di costumista lo affronterà ancora con Kubrick, per vestire i personaggi di Barry Lyndon (1975); sarà questo film a farle aggiudicare il suo primo Oscar (insieme a Ulla-Britt Soderlund).
La sua carriera sarà in continua ascesa (tanto che collaborerà con Kubrick anche per Shining).
Hugh Hudson le affida l’incarico, che le frutterà il suo secondo Oscar, per Momenti di Gloria, incentrata sulla storia di due atleti, ambientata negli anni ’20.
Le nomination agli Oscar sono state tante: ve ne sono state cinque, prima di ricevere il terzo Oscar per Marie Antoniette, di Sofia Coppola: La Mia Africa (1985), Tucker – Un Uomo e il suo Sogno (1988), Dick Tracy (1990), Titus (1999) e L’Intrigo della Collana (2001).
Dopo aver lavorato con Roberto Faenza per I Vicerè (2007), Wes Anderson per Il Treno per il Darjeeling (2007), Wolfman (2010) di Joe Johnston e Carnage (2011) di Roman Polanski nel 2013 ritorna a lavorare con Anderson per The Grand Budapest Hotel.
Ma la Canonero si è cimentata anche disegnando costumi per opere e rappresentazioni teatrali come Il Trittico di Puccini (1979), Come vi Piace di Shakespeare (1980), Die Fledermaus (1980) e Arabella (1983) di Strauss, la Tosca di Puccini (2009) ed Elena di Euripide (2010).
La nostra italiana è stata anche la costume designer per la serie tv Miami Vice (1984-1989).
Tuttavia con The Grand Budapest Hotel, la Canonero, ottiene la sua nona nomination: che questa possa trasformarsi nel suo quarto e meritatissimo Oscar?