Un genio di nome Robin Williams: 5 grandi film del clown triste
Sono passati quasi due anni dalla tragica scomparsa di Robin Williams, che ci ha sbattuto in faccia tutta la sofferenza e il dolore celati dietro al volto dello straordinario attore che per tanti anni anni ci ha fatto ridere ed emozionare con i suoi film.
Tanto il rimpianto per quello che questa leggenda del cinema avrebbe ancora potuto dare, ancora più grande la tristezza nello scoprire che la gioia che donava al mondo e ai suoi spettatori non era ricambiata, e che il male di vivere lo aveva pervaso negli ultimi momenti della sua esistenza. Nell’anniversario della sua nascita, abbiamo deciso di ricordarlo intento a fare ciò che amava di più, ovvero donare tutta la sua anima al cinema e a una risata mai fine a se stessa, che sottendeva una percepibile e palpabile malinconia di fondo.
Ripercorriamo quindi la splendida carriera di Robin Williams attraverso 5 strepitosi interpretazioni.
L’arte e il carisma di Robin Williams in 5 suoi memorabili film
Good Morning, Vietnam (1987)
Una delle miglior performance di Robin Williams è certamente quella in Good Morning, Vietnam di Barry Levinson. L’attore sfrutta tutto il suo talento comico e vocale per il personaggio di Adrian Cronauer, un DJ radiofonico che durante la guerra del Vietnam tenne alto il morale delle truppe usando la musica rock e un umorismo irriverente e dissacratorio. Una ribellione non violenta ma comunque corrosiva, che porta un barlume di gioia e speranza all’interno di una delle pagine più tristi della recente storia dell’umanità. Indimenticabili nella mente e nel cuore degli appassionati gli sketch comici del DJ (apprezzabili ancora di più in lingua originale) e il coraggio di questo personaggio di lottare contro il conformismo e la tragedia quotidiana con la forza del sorriso e della satira.
La leggenda del re pescatore (1991)
Affiancato da un altro formidabile attore come Jeff Bridges, Robin Williams si supera nel poetico e visionario La leggenda del re pescatore di Terry Gilliam, probabilmente il film in cui il parallelismo con la reale vita privata dell’attore americano è più forte e chiaro. Il nostro interpreta Parry, un barbone dal cuore d’oro che ferma un DJ radiofonico in declino pochi secondi prima che compia un suicidio.
In seguito a un terribile disgrazia, il clochard vive una vita povera e illusoria, dove per combattere il dolore si è costruito una realtà alternativa immedesimandosi in un cavaliere medievale in cerca del Santo Graal e tormentato da un misterioso cavaliere rosso, chiara metafora dei mostri del suo passato che tentano di riaffiorare. Robin Williams affascina e commuove con i suoi occhietti allo stesso tempo vispi e tristi, in una parabola universale e sempre attuale sulla necessità di combattere le avversità che la vita ci mette continuamente davanti.
Hook – Capitan Uncino (1991)
Non poteva che essere questo attore dal sorriso solare e contagioso e dall’animo da grande fanciullo a portare su schermo l’eterno bambino per eccellenza, ovvero Peter Pan. In Hook – Capitan Uncino, Robin Williams si guadagna un posto incancellabile nei ricordi di ogni bambino cresciuto fra gli anni ’80 e ’90 con l’interpretazione di un personaggio iconico e che non ha bisogno di presentazioni, duellando in bravura con altri mostri sacri del cinema internazionale come Dustin Hoffman e Julia Roberts.
Ancora una volta a emergere è la lotta dei personaggi di Robin Williams contro la durezza e il cinismo del mondo, che stavolta diventano la spinta per la fuga verso un mondo fatato e incantato, ma non privo di pericoli. In questo caso, le magiche e mirabolanti avventure sull’Isola che non c’è portano il protagonista a riconsiderare la propria esistenza e a ritrovare l’amore per i suoi cari, arrivando alla conclusione che Vivere può essere un’avventura straordinaria.
Will Hunting – Genio ribelle (1997)
Robin Williams conquista il suo unico e meritatissimo Oscar con Will Hunting – Genio ribelle di Gus Van Sant, in cui interpreta il brillante psicologo Sean McGuire, l’unico che riesce a trovare la chiave per entrare nella mente del geniale ma estremamente problematico Will Hunting (Matt Damon). Il nostro stavolta è il mentore, l’uomo che afflitto a sua volta da un passato difficile riesce con l’umanità e con la dolcezza a legare con un ragazzo che precedentemente aveva allontanato da sé chiunque gli si fosse avvicinato.
Il rapporto fra Sean e Will è paritario, intimo e di reciproco scambio. I due infatti si scoprono più simili di quanto credevano, e riescono a trovare l’uno nell’altro un consiglio e un insegnamento per migliorare le proprie esistenze. Un’altra eccezionale performance di Robin Williams, che dimostra tutta la sua poliedricità in un ruolo difficile e diverso da tanti altri da lui interpretati nel corso della sua carriera.
L’attimo fuggente (1989)
Non potevamo che chiudere il nostro focus su questa colonna portante della Settima Arte con la sua performance più importante e conosciuta, cioè quella del Professor John Keating nello struggente L’attimo fuggente. In un collegio maschile rigido e bigotto, in cui vigono metodi di insegnamento retrogradi e sorpassati, Keating irrompe come un lampo nella notte, utilizzando la poesia per spingere i ragazzi a cercare la propria strada e la propria passione, al motto di Carpe diem.
Un film semplicemente indimenticabile e determinante nella formazione cinematografica di molti di noi, che ancora oggi continua a ispirare nuove generazioni e a spingerli a rompere le barriere del conformismo e a guardare sempre le cose da più punti di vista. Ed è con lo strabiliante finale di questo film che vogliamo concludere il nostro omaggio a Robin Williams, alzandoci idealmente sui banchi e salutandolo al grido di O capitano! Mio capitano!