Non sposate le mie figlie: recensione
“Su quattro figlie, tre le ho regalate a figli di immigrati”. Da questa citazione, tratta dalla graziosa commedia francese Non sposate le mie figlie, si comprende subito il tema centrale del film. Il regista Philippe De Chauveron riflette su un tema tanto importante come quello dell’immigrazione, pur utilizzando uno stile fiabesco e toni tipici della commedia.
Non sposate le mie figlie, distribuito in Italia dal 5 Febbraio dalla IIF di Fulvio e Federica Lucisano, è un film politicamente scorretto, capace di far sorridere raccontando una storia d’amore e di integrazione, di tradizione e di cultura. Un musulmano, un ebreo, un cinese e un nero diventano membri di una famiglia “bianca e cattolica” francese. Un’uscita cinematografica che calza a pennello viste le vicende drammatiche vissute poche settimane fa dalla redazione di Charlie Hebdo e dalla Francia.
La famiglia Verneruil è diversa dalle altre. È composta da padre, madre e quattro figlie femmine. I genitori sono borghesi e conservatori ed hanno cresciuto le loro figlie secondo i principi propri della Francia: tolleranza e integrazione sociale. Tutte le loro figlie decidono di sposarsi con figli di immigrati, nell’ordine: un musulmano, un ebreo, un cinese e un ragazzo di colore. Quattro matrimoni difficili da digerire per i signori Verneruil, anche se “quando c’è amore, nulla è mai perduto”.
Non sposate le mie figlie ha come protagonista Christian Clavier, grandissimo e stimatissimo attore francese, e la dolcissima Chantal Lauby. Loro sono il Signore e la Signora Verneruil che “per tutta la vita hanno coltivato una certa idea di famiglia. Molti anni prima si sono sposati nella chiesa dove i loro stessi genitori erano convolati a nozze. Dunque, è del tutto naturale che sognino di maritare almeno una volta una delle loro figlie nella stessa cappella. In fin dei conti, non fanno altro che aggrapparsi ai valori in base ai quali sono stati loro stessi educati”.
C’è una scena nel film, forse la più emozionante, in cui tre generi e papà Verneruil intonano insieme l’inno francese, in piedi e con la mano sul cuore. Quattro persone con origini diverse, appartenenti a tradizioni e culture differenti, ma uniti dall’essere tutti francesi e principalmente uomini, proprio come recita il quarto genero, l’ultimo ad antrare in famiglia: “non ci sono ne neri e ne bianchi ma solo umani”.
Non sposate le mie figlie è il fenomeno cinematografico dell’ultimo anno, che ha incassato solo in Europa 130 milioni di Euro. Una commedia tipicamente francese che ha tanto da comunicare ed insegnare.