Ritorno a Cold Mountain: recensione del film di Anthony Minghella
Quello che abbiamo perduto non ci verrà mai restituito, la terra non guarirà.. troppo sangue, il cuore non guarirà.. la sola cosa che ci è data è accettare ed imparare dal passato..
Il regista inglese Anthony Minghella nel 2003 dirige e scrive la sceneggiatura di Ritorno a Cold Mountain, dopo aver vinto l’Oscar nel 1997 per la regia de Il Paziente Inglese, dramma sentimentale con Ralph Fiennes nonché una delle pellicole più premiate della storia.
Con atmosfere che ricordano Via Col Vento, Nicole Kidman, Jude Law e Renèe Zellweger sono i protagonisti dell’avvincente Ritorno a Cold Mountain, in cui il Sud degli Stati Uniti e la Guerra di Secessione tornano ad essere i due temi preponderanti. Walter Murch ci propone un montaggio alternato tra il passato, tramite flashback, e il presente, tra le sventure della guerra e il desiderio di una felicità quasi utopica.
Ritorno a Cold Mountain – Jude Law, Nicole Kidman e Renèe Zellweger protagonisti del dramma che mostra un’America in rovina
Inman (Jude Law), sopravvissuto alla battaglia di Petersburg, diserta per tornare dall’amata Ada (Nicole Kidman), intenta a lottare per salvare la fattoria in rovina. La storia dei due innamorati investe lo spettatore in modo fortemente emotivo, facendolo immedesimare nel loro destino infausto e nel tormentato viaggio verso il tanto agognato ricongiungimento.
Jude Law, nei panni di Inman, riesce ad attirare l’attenzione per tutta la durata della pellicola, rendendo abilmente il senso di smarrimento, confusione e deperimento che prova il suo personaggio in seguito agli orrori vissuti in guerra. L’amata Ada, interpretata da Nicole Kidman che si immedesima con particolare maestria nel ruolo, oscilla dall’innocenza e purezza tipica della brava ragazza di famiglia benestante alla consapevolezza di avere avanti a sé una realtà tutt’altro che idilliaca, tanto da arrivare a rimboccarsi le maniche e farsi forza nella solitudine.
Ciò che stempera la tensione di un paese in rovina e di cuori distrutti a causa della guerra è il brio e la brillantezza dell’interpretazione di Renèe Zellweger, che veste i panni dell’energica ed esuberante vagabonda Ruby. È proprio questa giovane ragazza che rappresenta il vertice del triangolo composto dai tre protagonisti, riportando in vita la fattoria di Ada con spiccata schiettezza e forte senso del dovere. Non a caso l’attrice vinse il suo primo Oscar nel 2004 come “Migliore attrice non protagonista” grazie alla sua indimenticabile interpretazione.
Cold Mountain è il Paradiso perduto e a lungo sognato
Minghella presenta una storia classica fortemente improntata sui valori, sulla Natura e sulla semplicità, i quali possono essere facilmente corrotti dalla mente e dalle mani dell’uomo. Cold Mountain più che un luogo è uno stato mentale, una sorta di Paradiso perduto e a lungo sognato, oppure è semplicemente sinonimo di casa, il luogo accogliente a cui ogni uomo sente di appartenere.
Il regista riesce però fin da subito a distanziarci dal Paradiso e dalla casa, mostrando la battaglia di Petersburg e le atrocità che ne derivano. La sequenza di Petersburg è molto simile alla sequenza dello sbarco in Normandia con cui inizia Salvate il Soldato Ryan di Steven Spielberg, in cui si può ritrovare la stessa scrupolosità nella descrizione di ciò che avviene durante e dopo la battaglia.
Ritorno a Cold Mountain – ottenne 7 Nomination agli Oscar tra cui Miglior Fotografia e Miglior Colonna Sonora
John Seale immortala una fotografia limpida e chiara, che rende ancora più evidente la purezza e l’eleganza del film, come se appartenesse realmente ad un’altra epoca. La colonna sonora composta da Gabriel Yared, che insieme alla fotografia ha ottenuto anche una nomination agli Oscar nel 2004, segue perfettamente i tempi del montaggio, tra note delicate, che fanno da cornice allo sfondo pacifico e quasi surreale di Cold Mountain, e i boati tipici della Guerra.
Ritorno a Cold Mountain non è il classico film che sfocia nel banale con il leit motiv della storia romantica tra i due protagonisti, ma al contrario presenta il quadro reale dell’America dell’epoca, devastata non solo dalla guerra civile, ma anche da screzi interni tra i confederati e i disertori. Il mix di generi presenti all’interno della pellicola, dall’amore, passando per l’avventura, la suspense, la storia fino ad arrivare alla Guerra, rendono Ritorno a Cold Mountain il vero e proprio compimento di un’opera destinata ad essere ricordata negli anni a venire.