Sean Connery: le 5 migliori intepretazioni di una leggenda del cinema
Anche se si è ritirato ormai da tempo a vita privata, Sean Connery rimane un punto fermo nei ricordi e nella formazione dei cinefili di tutto il mondo, grazie a una carriera prolifica ed estremamente variegata, che gli ha permesso di mostrare tutto il suo carisma e il suo talento in diversi ruoli di spessore.
In un panorama cinematografico che tende sempre più spesso a uniformarsi su standard estetici e caratteriali vacui e superficiali, Sean Connery si è sempre distinto dalla massa grazie a un fascino che il tempo non può minimamente scalfire, non nascondendo mai il profondo amore per la sua Scozia e tenendo sempre al riparo dalle cronache scandalistiche la propria vita privata. In occasione del suo compleanno, ripercorriamo la carriera di questo inimitabile uomo e formidabile attore con le sue 5 più significative interpretazioni.
L’eccezionale carriera di Sean Connery in 5 suoi splendidi film
Agente 007 – Licenza di uccidere (1962)
La carriera di Sean Connery è indissolubilmente legata a quello che rimane il suo ruolo più importante, ovvero quello dell’iconico Agente 007 James Bond. L’attore scozzese ha interpretato l’agente segreto più celebre del cinema nelle sue prime 5 apparizioni, riprendendo poi il ruolo nel debole Agente 007 – Una cascata di diamanti e nell’apocrifo Mai dire mai, ma la sua prima performance in Agente 007 – Licenza di uccidere è certamente quella più importante e il metro di paragone per tutti gli episodi successivi. In questa pellicola, il poco più che trentenne Sean Connery compie infatti un sublime lavoro nella caratterizzazione del proprio personaggio, conferendogli uno humour sfacciato ma mai ostentato, abilmente mescolato con una ineguagliabile signorilità nel portamento e negli atteggiamenti e a un’irresistibile carisma nelle scene d’azione. Se per molti Sean Connery è ancora l’unico e vero James Bond, è soprattutto per merito di questa sua prima folgorante provada protagonista.
Zardoz (1974)
Ossessionato dalla ricerca di nuovi e variegati ruoli che possano slegare il suo nome da quello di James Bond, un ormai maturo Sean Connery si cimenta nel memorabile Zardoz di John Boorman, delirante e psichedelico film di fantascienza divenuto col tempo un vero e proprio cult del genere, grazie ai suoi contenuti avanguardistici e molto politicizzati. Il nostro si supera nel ruolo dello spietato sterminatore Zed, che dietro la scorza da duro cela un animo da antieroe spavaldo e perennemente in lotta contro un sistema rigido e opprimente. All’irresistibile fascino kitsch del film contribuiscono una visionaria scenografia e dei costumi al limite del ridicolo, che farebbero sfigurare chiunque, ma non un attore con la naturale classe di Connery.
Il nome della rosa (1986)
Altro ruolo certamente indimenticabile nella carriera di Sean Connery è quello di Guglielmo da Baskerville, protagonista dell’adattamento cinematografico de Il nome della rosa di Umberto Eco. L’attore scozzese usa tutta la sua ironia e il suo immarcescibile fascino per dare volto e corpo a un personaggio eccezionale, un frate francescano che nell’arretratezza sociale e culturale del Medioevo si distingue per erudizione, arguzia e per delle doti investigative che lo accomunano a un altro celebre personaggio come quello di Sherlock Holmes, dichiarata ispirazione di Eco per la scrittura del romanzo. Le sfumature espressive e recitative di Connery sono fra i maggiori pregi del film, che riesce a cogliere e a trasporre su schermo lo spirito del racconto originale e il suo humour, sempre in punta di fioretto e mai forzato, verso la Chiesa e i suoi errori.
Gli intoccabili (1987)
Ormai più vicino ai 60 che ai 50, Sean Connery ottiene il suo primo, unico e meritatissimo Oscar come migliore attore non protagonista grazie alla sua prova ne Gli Intoccabili di Brian De Palma, ottimo gangster movie che annovera nel cast anche altri fantastici interpreti come Robert De Niro, Andy Garcia e Kevin Costner. Un film straordinariamente congegnato e oliato, che gioca con i canoni del genere e, in mezzo a una moltitudine di rimandi cinefili e virtuosismi registici, racconta in maniera intensa e struggente la storia del boss Al Capone e della sua consegna alla giustizia. Senza mai strafare in quello che rimane un eccellente film corale, Sean Connery consegna alla storia del cinema un’altra strepitosa performance nei panni del saggio e inflessibile poliziotto Jimmy Malone, sul quale sono incentrate alcune delle più riuscite e toccanti della pellicola.
Indiana Jones e l’ultima crociata (1989)
Siamo ormai alla fine degli anni ’80, all’apice del successo di una delle saghe cinematografiche più apprezzate della storia del cinema, ovvero quella di Indiana Jones. Occorre un attore non più giovane ma dall’ancora formidabile presenza scenica, che possa tenere testa all’eccezionale Harrison Ford, ormai punto di riferimento della cultura popolare grazie anche alle sue interpretazioni di Han Solo e del Rick Deckard di Blade Runner. In effetti, la lista dei papabili è abbastanza corta. Sean Connery consegna così in Indiana Jones e l’ultima crociata una delle figure paterne più celebri e amate, protagonista di un rapporto padre-figlio divertente ma anche intenso e profondo, che aiuta a delineare la mitologia di un’intera saga. È proprio con questo film che vogliamo chiudere il cerchio del nostro omaggio al nostro, ricordandolo mentre beve dal calice che rende immortali. Immortalità che Sean Connery si è ampiamente guadagnato con la sua splendida carriera.