Venezia 73 – Indivisibili: recensione del film di Edoardo De Angelis
Un forte legame parentale. Due sorelle siamesi e un destino decisamente movimentato ; Edoardo De Angelis col suo Indivisibili – presentato alla 73ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – mostra il raggiungimento di quella normalità tanto sognata, “minacciata” dalla separazione fisica delle due affiatate sorelle.
Attraverso un lavoro cinematografico mediamente insolito, De Angelis presenta un melodramma atipico con protagoniste queste due sorelle siamesi che si accettano per quelle che sono, affrontando la vita nel modo più naturale possibile.
Indivisibili, nonostante questa intrigante componente, non brilla in originalità né tanto meno in credibilità.
Il tentativo di drammatizzare il più possibile il contesto proposto risulta vano ed insufficiente, con un’evidente mancanza di incisività che ammorba lo spettatore causticamente. Purtroppo l’attuazione pratica della sceneggiatura non ha portato agli esiti sperati da De Angelis. La rudezza in alcune interpretazioni funziona in minima portata – Massimiliano Rossi è una mosca bianca in un complesso di attori mediamente discutibili – ma è troppo lieve per poter “salvare” qualitativamente una pellicola che non appassiona.
Unite nel corpo e nell’anima
La nota dolce di Indivisibili è racchiusa nell’affiatamento emotivo delle due sorelle – interpretate da Angela e Marianna Fontana – che con semplicità ed innocenza sensibilizzano marginalmente quest’unione spirituale e corporale che le lega inesorabilmente, nonostante le diverse problematiche e i diversi ostacoli provenienti da ciò che le circonda. Tolto questo connotato – tra l’altro morigerato – De Angelis non riesce ad ottimizzare il suo lavoro, presentando una pellicola più appropriata per la televisione che per il grande schermo.
Indivisibili ruota su un subdolo opportunismo, capace di condizionare lo stile di vita di un soggetto o addirittura – come in questo caso – di due soggetti, limitati fisicamente per via della genetica.
Edoardo De Angelis – al contrario di Perez o Mozzarella Stories – tenta con assiduità di commuovere, presentando quest’adolescenza anomala, condizionata da una sequela di bugie senza fine. La “campagna di sensibilizzazione” attuata è però sterile, lasciando purtroppo un vero e proprio senso di indifferenza.
Distaccarsi dal solito stereotipo partenopeo
Edoardo De Angelis nell’optare per un lavoro drammaturgico, tenta – non riuscendoci – di distaccare il solito stereotipo partenopeo dei noir, incentrandosi su qualcosa di apparentemente nuovo. Apprezzabile la scelta di intraprendere una nuova tipologia di film, ma purtroppo nel caso di Indivisibili , come ribadito in precedenza, la messa in scena non convince, abbattendo i buoni propositi iniziali. Un mezzo buco nell’acqua da parte di De Angelis che al momento, si dimostra troppo acerbo per un lavoro più impegnativo del dovuto.
Indivisibili non dovrà rappresentare un punto di non ritorno ma un lavoro sul quale bisognerà ripartire, almeno per perfezionare quell’aspetto ricercato da De Angelis – così sembra – nel saper narrare nel migliore dei modi una storia drammatica, fatta di gioie e di dolori, riuscendo però ad emozionare chi lo guarda ma al contempo chi lo interpreta. Rimandato dunque, con la speranza che il giovane regista napoletano si possa meglio orientare in futuro, nel presentare un ennesimo lavoro drammatico.
Indivisibili è un film diretto da Edoardo De Angelis, scritto insieme a Nicola Guaglianone e Barbara Petronio. Prodotto da Tramp Limited e O’Groove. Sarà distribuito nelle sale dalla Medusa a partire dal 29 settembre 2016. Nel cast Angela Fontana, Marianna Fontana, Antonia Truppo, Massimiliano Rossi, Toni Laudadio, Marco Mario De Notaris, Gaetano Bruno, Gianfranco Gallo, Peppe Servillo.