Venezia 73 – Piuma: recensione del film di Roan Johnson

Dopo aver conquistato il Premio del Pubblico – Cinema Italia (Fiction) del Festival internazionale del film di Roma del 2014 con Fino a qui tutto bene e il successo televisivo con la seconda e la terza stagione dell’apprezzata serie televisiva di Sky I delitti del BarLume, il talentuoso regista Roan Johnson arriva anche alla passerella italiana più prestigiosa con Piuma, presentato in concorso a Venezia 73. Per questo nuovo film, il regista di madre materana e padre londinese si affida a un mix di gioventù ed esperienza, assegnando i ruoli dei protagonisti ai giovanissimi Blu Yoshimi e Luigi Fedele e ai più esperti Michela Cescon e Sergio Pierattini.

Venezia 73 – Piuma: recensione del film di Roan Johnson

Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi) sono una coppia di giovanissimi ragazzi romani, la cui vita viene improvvisamente stravolta da un evento lieto quanto preoccupante, ovvero una gravidanza non cercata. La situazione per i due è complicata dalla loro particolare situazione familiare: i genitori di Ferro Franco (Sergio Pierattini) e Carla (Michela Cescon) sono in procinto di trasferirsi in Toscana dopo una vita di sacrifici nella capitale, mentre Alfredo (Francesco Colella), il padre di Cate, è un adulto disoccupato e sfaccendato, che tira a campare con scommesse e attività illecite. L’irrequieto ma poetico Ferro e la dolce ma realista Cate dovranno così affrontare prima del previsto i nove mesi più belli e preoccupanti delle loro giovani vite.

Pur ricorrendo a diverse situazioni tipiche del genere Piuma si distingue nel panorama delle commedie adolescenziali italiane

Un’ondata di reazioni miste, fra cui anche qualche isterico e francamente incomprensibile grido “Vergogna!”, ha accompagnato la conclusione del film italiano più atteso in concorso a Venezia 73. Pur nella convinzione che Piuma avrebbe goduto di una vetrina meno snob e (solo apparentemente) intellettuale di quella del Lido, ci sentiamo di accogliere con positività un prodotto italiano certamente non perfetto, ma che racconta con sincerità e semplicità una delle fasi più importanti nella vita di una persona, cioè quella dell’attesa del primo figlio. Il pregio maggiore del film è sicuramente una comicità non particolarmente ricercata, ma genuina ed efficace, affidata soprattutto ai siparietti dell’ottimo Sergio Pierattini, convincente nel ruolo di un padre in cerca di pace e tranquillità, la cui vita viene continuamente scombussolata dal figlio combinaguai.

Il regista Roan Johnson accompagna discretamente l’azione, facendosi notare per la riuscita scena delle paperelle naviganti in mare

Pur ricorrendo a diverse situazioni tipiche del genere (il padre burbero e severo opposto a quello più libertino, il nonno rimbambito ma simpatico, le tentazioni alla solidità di una giovane coppia), Piuma si distingue nel panorama delle commedie adolescenziali italiane, non cercando mai nè la lacrima facile nè sdolcinate e poco credibili frasi da agenda Smemoranda, affidandosi a un’ironia tipicamente romana, verace ma mai volgare. Il film procede in modo lineare, senza particolari pretese dal punto di vista della trama, che percorre binari già ampiamente rodati, ma non facendo mai mancare allo spettatore una dose di sana comicità all’italiana. Il punto più debole della pellicola sta in un finale decisamente brusco e irrisolto, che lascia lo spettatore con la voglia di conoscere di più sul destino di personaggi non particolarmente originali, ma che con spontaneità e un’inaspettata maturità diventano simbolo di una generazione molto più assennata di quanto si creda.

Fra i giovani protagonisti, a convincere maggiormente è sicuramente Blu Yoshimi, che dà volto e corpo a una ragazza decisamente matura per la sua età, che fa da contraltare al casinista e a tratti detestabile personaggio interpretato da Luigi Fedele, vera mina vagante della pellicola e capace di coinvolgere tutti gli altri con i propri errori. Il regista Roan Johnson accompagna discretamente l’azione, facendosi notare per la riuscita scena delle paperelle naviganti in mare, che oltre a essere le “mascotte” del film simboleggiano anche il percorso dei protagonisti, fragili e indifesi, ma anche coraggiosi nell’affrontare lo sconfinato mare della vita. Buone anche le musiche di Lorenzo Tomio, decisamente più convincenti della dimenticabile Almeno Tu di Francesca Michielin, il brano più pubblicizzato della colonna sonora del film.

Simpatico come una paperella che galleggia in acqua e leggero, appunto, come una Piuma

Piuma

Con la presentazione a Venezia 73, Piuma comincia il suo volo verso il pubblico del cinema, decisamente più affine alla sua leggerezza e alla sua disinvoltura rispetto all’esigente e spesso incontentabile fauna dei Festival, rivelandosi un film che non ha lo scopo nè di infastidire nè di sconvolgere, ma di fare sorridere in maniera forse ingenua, ma anche diretta e appassionata, sul difficile (e in questo caso brusco) passaggio dall’adolescenza alla vita da adulti. Simpatico come una paperella che galleggia in acqua e leggero, appunto, come una Piuma.

Piuma è in uscita al cinema il 20 ottobre 2016, distribuito da Lucky Red.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

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