M. Night Shyamalan: “Dobbiamo fare delle scelte difficili per salvare l’umanità”
Incontro stampa con il regista, in Italia per presentare il suo ultimo film Bussano alla porta.
A Roma per presentare il suo nuovo film Bussano alla porta, l’acclamato regista M. Night Shyamalan (Il sesto senso, Old) ha raccontato durante l’incontro con la stampa di questo suo ultimo lavoro tra Apocalisse, fede, famiglia e speranza per il futuro. Il film, tratto dal romanzo La casa alla fine del mondo di Paul Tremblay, sarà in sala dal 2 febbraio 2023 distribuito da Universal Pictures.
Bussano alla porta racconta le vicende di Eric (Jonathan Groff), Andrew (Ben Aldridge) e la loro bambina Wen (Kristen Cui). In vacanza in una baita in un bosco sulla riva di un lago si ritrovano a vivere un incubo quando si presentano alla loro porta quattro persone che li fanno prigionieri e gli spiegano che dovranno fare una dolorosa scelta per impedire l’Apocalisse.
“Sono affascinato dalla mitologia religiosa”, ha spiegato il regista, “mi sono spesso domandato se fosse reale come si manifesterebbe nel nostro mondo. Qui ad esempio ci sono i quattro cavalieri dell’Apocalisse, che sono delle persone comuni, normali e fino a quel momento anche loro si sentivano insignificanti. Nel mio precedente film sull’Apocalisse E venne il giorno il destino dell’umanità era già deciso dall’inizio qui invece sono gli umani a decidere le sorti del mondo. Forse è cambiato il mio punto di vista sull’umanità. Tutti noi siamo capaci di scelte difficili in determinate circostanze, non siamo sicuri che ne valga la pena però lo facciamo per i nostri figli. Per me la famiglia è sacra, le mie figlie ora sono grandi e stanno lasciando casa e non posso essere certo che saranno al sicuro, sono spaventato, e questo film pone proprio la domanda: ti puoi fidare di chi bussa alla tua porta?””.
M. Night Shyamalan parla di Bussano alla porta: la mia “scelta di Sophie”
Il film non è un vero e proprio adattamento del libro di Tremblay, Shymalan è partito da questa storia per farne una versione molto diversa:
“Mi è piaciuta “la scelta di Sophie” che c’è al centro del racconto”, ha continuato il regista, “il fatto che non esiste una risposta giusta ma devi trovarla per forza. Nel libro non compiono una scelta e sarebbe stato disonesto da parte mia come regista non far prendere una decisione ai portagonisti vista la domanda che si pone all’inizio della storia. Non possiamo fare a meno di scegliere, soprattutto se la scelta riguarda l’intera umanità, non può non importarci dell’umanità”.
Viene spontaneo pensare a quello che è successo durante la pandemia di Covid e alle decisioni che prendevamo ogni giorno per tutelare noi stessi e gli altri:
“Quando penso a quello che ha fatto il virus, quanto ci siamo sentiti fragili e vulnerabili mi sembra incredibile”, ha dichiarato Shyamalan, “io ad esempio pensavo ai miei genitori, ai comportamenti che la gente assumeva, la vita dei miei cari era nelle mani degli altri ed è un pensiero angosciante, abbiamo vissuto una sorta di crisi esistenziale mondiale, siamo stati pieni di paura. Penso sia stato un periodo che ci ha insegnato molto, a scegliere di stare con gli affetti più cari. L’isolamento mi ha permesso di godermi del tempo per me stesso, essendo uno scrittore sono abituato a stare per conto mio mentre lavoro. E poi avevo vicino i miei figli e tutta la mia famiglia, sono stato davvero fortunato a differenza di tante altre persone”.
M. Night Shyamalan su Dave Bautista: “un attore sorprendente”
Tra i protagonisti del film c’è Dave Bautista (Guardiani della Galassia, Dune), un attore che ha colpito da subito Shyamalan e che rispecchia le caratteristiche che voleva per il suo personaggio: “Avevo visto Bautista in Blade Runner 2049 e, anche se aveva una piccola parte, ho visto qualcosa in lui. Il ruolo di Leonard era scritto per un gigante che è innocente come un bambino. Non lo conoscevo prima, non sapevo del wrestling, ma mi piaceva e dopo il film ho avuto la conferma che è fantastico”.