Venezia 73 – Austerlitz: recensione del film-documentario di Sergei Loznitsa
Rimanere sconvolti ma assopiti al contempo stesso. Austerlitz – presentato alla 73a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia – è un lavoro insolito, impopolare e senza dubbio impegnativo. Quest’ultima pellicola firmata Sergei Loznitsa (come dimenticare lavori passati come My Joy, Anime nella nebbia o i ponti di Sarajevo) “evapora” in genialità in poco più di novanta minuti, indisponendo lo spettatore, sfidandolo con un atipico – quasi autentico – colpo di stile.
Privo di trama questo film-documentario è un estenuante “giro turistico” sui campi di sterminio di Austerlitz; con una narrazione in bianco e nero Sergei Loznitsa riprende per conto terzi questa moltitudine di turisti indomiti nel “curiosare” i ruderi – deturpati, maleodoranti di morte passata – di questo antiquato campo di concentramento nazista. Con estrema morbosità il regista focalizza l’attenzione del pubblico spettatore su questa sperimentale nuova forma di rappresentazione scenica, esasperandolo fino allo sfinimento.
Austerlitz è un film diretto da Sergei Loznitsa. Prodotto dall’Imperativ Film
Una prova audace, un tentativo di indottrinare il pubblico con un lavoro impegnativo, facendogli vivere, ma soprattutto contemplare, una nuova esperienza filmica, non convenzionale, capace di rompere gli schemi.
Apparentemente Austerlitz sembra essere un lavoro documentaristico privo di logicità; la conduzione stilistica nonostante tutto è chiara e semplice. Senza tecnicismi alcuni Loznitsa mostra ciò che vuole regalando attimi di irrisoluta inquietudine.
Noi guardiamo loro – Loro guardano noi
Austertlitz ha la capacità di offrire – in maniera del tutto sbalorditiva – una duplice-prospettiva; il poderoso lavoro – appena accennato – consiste nella sensazione di osservare “coloro che osservano il pubblico”. Per tutta la durata del film infatti, i soggetti ripresi dalla telecamera di Loznitsa sembrano osservare non propriamente la location nella quale sono assorti fisicamente, ma bensì il pubblico spettatore che li sta a guardare.
Una sperimentazione cinematografica superlativa, quasi innovativa; una forma espressionistica di cinema reinventata. Austerlitz non gode di una tecnica di montaggio sopraffina – la macchina da presa appare neutra – ma questo appare un dettaglio minimo se rapportato all’efficacia stilistica attuata dal regista ucraino.
Su larga scala un film come Austerlitz – in un passato recente – non lo si vedeva da tempo. Godere di una messa in scena simile, sperimentale ma anche no, di questa forma di condivisione collettiva su pellicola assume contorni del tutto surreali.
Loznitsa supera se stesso.
Assimila il pubblico – piccolo dal suo punto di vista – e lo rigetta in platea con un finale liberatorio. La “pesantezza” è l’elemento più rappresentativo di Austerlitz , ma paradossalmente, tale connotato fortifica ancor di più l’intenzione del regista nel voler straziare il pubblico “educandolo” e guidandolo – facendogli varcare il confine della linearità metrica – verso nuove “dimensioni” di cinema . Austerlitz intravisto come una forma atipica di prototipo ? Forse, anche se Loznitsa è conosciuto per essere un regista controverso .
“Fare cinema mostrando una giornata tipo di un gruppo di turisti”. All’apparenza tutto questo può essere associato ad una banalizzazione di contenuto, ma approfondendo la tematica e soprattutto l’ideologia registica di Loznitsa ci si rende conto dell’imponenza artistica di questa pellicola cinematografica. Eccezionalità senza troppi colpi estetici, Austerlitz riesce ad essere incisivo, graffiante quasi autentico nella sua interezza. Lo spettatore riesce a provare ogni forma di stato d’animo, generando l’aspettativa – per non dire prerogativa – tanto ricercata dal regista. Riprendendo in maniera oggettiva un’omogeneità di soggetti all’interno di uno spazio semi-irreale, Loznitsa fa affidamento alla sua esperienza registica. Il risultato? Austerlitz rappresenta uno dei più valevoli lavori post-moderni che esistano.
Austerlitz è un film diretto da Sergei Loznitsa. Prodotto dall’Imperativ Film. Guarda la nostra intervista video di seguito.