Community squad: recensione della serie TV argentina Netflix

Community squad

Felipe è un ragazzo cronicamente indeciso e terrorizzato anche dalla sua stessa ombra. Mentre sta facendo l’ennesima prova del materasso in un negozio di arredamento senza giungere a una conclusione, la fidanzata con cui stava per intraprendere una convivenza lo lascia, stremata proprio dalla sua inettitudine. Venuto a conoscenza di una nuova iniziativa, Felipe si convince ad arruolarsi nella Community squad, cioè una squadra della polizia costituita da civili per cercare di riqualificare l’immagine dell’ordine pubblico vigente. Destinata inizialmente a svolgere compiti semplici proprio per il suo ruolo di rappresentanza, la squadra si trova invece a dover fare i conti con criminali ben più pericolosi del previsto. Accanto a Felipe un ventaglio di personaggi al limite dell’assurdo trova posto in questo gruppo a metà strada tra la polizia e la comunità.

Community squad: una serie che ci fa empatizzare subito col protagonista

Community squad Cinematographe

Otto episodi da 25 minuti circa ciascuno compongono la prima stagione di Community squad, la serie Netflix prodotta in argentina. Bastano i primi cinque minuti a definire l’atmosfera di questa nuova produzione, nel momento in cui il personaggio di Felipe (che diventa subito protagonista assoluto e guida degli spettatori all’interno del mondo di Buenos Aires) affronta la prima minaccia alla sua incolumità, anche se poi si rivela uno scherzo. Il ragazzo diventa infatti già dalle prime inquadrature un personaggio comico suo malgrado, un uomo incapace e inetto, inadatto a prendere decisioni e quindi, figuriamoci, ad assicurare la sicurezza di se stesso e delle altre persone. Risulta quasi impossibile quindi non empatizzare subito con Felipe, a cui non mancano anche occasioni per nutrire un filo narrativo romantico, a completamento di quello principale che mescola comicità e avventura. Community squad ha il grande pregio di mantenere sempre l’attenzione viva sui suoi punti di forza, portando avanti la risoluzione del caso principale come un motore dell’azione, utile proprio come tale, solo per dare la possibilità a Felipe e agli altri personaggi di esibire le proprie potenzialità. Le performance del cast infatti è uno degli elementi che rende fluida e memorabile la visione della serie: Santiago Korovsky veste i panni di Felipe, mentre Pilar Gamboa dà vita al personaggio di Sofia. I due attori rendono giustizia a una sceneggiatura piuttosto snella e semplice, che non si sforza certo di innovare o di intrigare il pubblico con qualcosa di diverso rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Community squad si avvale di una scrittura semplice e diretta cosí come i suoi personaggi protagonisti, ma non per questo si definisce come una serie noiosa o incapace di intrattenere.

La centralità (e la buona riuscita) del personaggio di Felipe in Community squad è in realtà anche figlia dei diversi ruoli che Santiago Korovsky ricopre nella produzione essendo infatti, oltre che interprete, anche regista e sceneggiatore degli episodi. Al suo fianco, la serie esperisce anche una serie di declinazioni particolari del concetto di eroismo, grazie alla variegata umanità rappresentata sia dalla squadra appena creata, sia dalla società circostante, in cui i criminali non sono meno problematici dei nostri paladini, ma anche i poliziotti (quelli veri) non mancano di dimostrare complicate situazioni personali e articolati preconcetti sociali. Tutti questi elementi compongono una serie che scivola velocemente lungo i suoi otto episodi, garantendo intrattenimento e curiosa comicità agli spettatori, insieme anche all’immancabile svolta romantica che, almeno in questo caso, non stona.

Regia - 0
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.3

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