Will Smith, il primo discorso per un premio dagli Oscar 2022
Will Smith ha tenuto il suo primo discorso di accettazione, in persona, dalla notte degli Oscar 2022.
Will Smith è tornato nel circuito della stagione dei premi per ritirare il Beacon Award agli African American Film Critics Association Awards. Il discorso di accettazione è stato il primo fatto in pubblico da quello della notte degli Oscar 2022, quando ha vinto l’ambita statuetta per la sua interpretazione in King Richard, dopo aver schiaffeggiato Chris Rock sul palco, in diretta mondiale (con conseguenza espulsione dall’Academy e da ogni evento a loro collegato).
Ha accettato il premio insieme al regista di Emancipation Antoine Fuqua, che ha aperto il discorso di accettazione spiegando il significato del premio. “Il Beacon Award ha lo scopo di evidenziare i film che affrontano argomenti stimolanti con intuizione, illuminando e coinvolgendo il pubblico”, ha affermato. “Era nostra speranza che Emancipation potesse dare vita alla trionfante storia di Peter, alla fede incrollabile e al suo profondo amore per la sua famiglia”. Il regista ha poi ringraziato Apple, AAFCA e il cast e la troupe del film, prima di consegnare il microfono a Will Smith.
“Emancipation è stato il film più difficile e individuale di tutta la mia carriera. È davvero difficile trasportare una mente moderna in quel periodo. È difficile immaginarlo, quel livello di disumanità”. L’attore ha poi raccontato la sua esperienza sul set del film AppleTV+, svelando di quella volta che un collega bianco gli ha sputato addosso (senza che fosse nel copione) e da come, da quel singolo momento, abbia compreso tutta l’ingiustizia dell’era della schiavitù.
“Era il secondo giorno di riprese. Ero in una scena con uno degli attori bianchi, avevamo le nostre battute e l’attore ha deciso di improvvisare. Quindi, stiamo facendo la scena. Ho fatto la mia battuta. Ha fatto la sua battuta. E poi ha improvvisato e mi ha sputato in mezzo al petto. Volevo urlare ‘Antoineeeeeee’ [il nome del regista ndr], ma mi sono fermato e mi sono reso conto che un uomo come Peter [il nome dello schiavo che interpreta nel film ndr] non avrebbe potuto chiamare il regista. Mi sono seduto e ho fatto un respiro profondo, l’attore ha capito che l’improvvisazione era andata bene. Quindi, la rifacciamo. Faccio la mia battuta. Fa la sua battuta e mi sputa di nuovo in mezzo al petto. Mi fa piangere ripensandoci, ma c’era una parte di me che era grata di aver potuto capire davvero”.