L’ombra di Goya: recensione del documentario d’arte
L'ombra di Goya: una mente in continuo movimento tra idee e idealizzazioni di concetti fisici irregolari ed esteticamente imprevisti.
L’ombra di Goya è il docufilm diretto da José Luis López-Linares, presentato e acclamato dalla critica al Festival di Cannes 2022 e nelle sale italiane il 6, 7 e 8 marzo 2023, distribuito da Nexo Digital.
L’ombra di Goya: anticipatore di un nuovo concetto estetico
L’ombra di Goya è un documentario il cui racconto è affidato a dodici esperti che in 90 minuti, attraversando la Spagna, descrivono la grandezza dell’artista, il suo genio creativo, la sua complessità esistenziale, la sua profondità umana e la rara capacità di guardare oltre la realtà. Goya, nonostante sia vissuto a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, è stato considerato tra i primi artisti contemporanei ritraendo nelle sue opere i grandi cambiamenti di un’epoca, anticipando stili e tendenze, aprendo la strada per nuove correnti come il Realismo e il Romanticismo, passando dai ritratti a temi più profondi e multiformi.
Francisco Goya è stato un artista che nel corso della sua vita, attraverso le sue opere ha documentato come la consapevolezza, spesse volte, rischia di sovrapporre alla realtà di uno strato scuro perché ci sono impulsi nascosti nelle cavità dell’animo umano che emergono con la violenza di una fiume in piena. Al Goya spensierato segue un Goya inquieto, angosciato; fogli graffiati da linee incrociate e puntate con precisione e fermezza e una pittura che rappresenta una sensibilità avanguardista nutrita da una mente in continuo movimento tra idee e idealizzazioni di concetti fisici irregolari ed esteticamente imprevisti. Goya perde l’udito ma rinforza l’empatia e l’energia attraverso lo sguardo, attraverso le mani, attraverso un disegno che ben presto verrà tradotto come il linguaggio dei non vedenti.
Il documentario presenta un Goya maturo che conosce, perché l’ha vista, la guerra, il peso che essa porta con sé di crudeltà ed efferatezze; l’artista non può sottrarre lo sguardo verso l’abisso, porsi domande, capire la differenza tra esistenza e sopravvivenza, “raccontare” realisticamente il dramma umano.
Da pittore di corte a testimone di una guerra che lo rende cupo nell’animo e nei colori delle sue opere fino a decidere di ritirarsi in una casa in campagna, alla periferia di Madrid, conosciuta come “la quinta del sordo”.
L’ombra di Goya: il ritratto di Jean- Claude Carrière
Il film interviene attraverso lo sguardo critico del grande Jean-Claude Carrière, sceneggiatore, scrittore, attore e regista francese le cui sceneggiature sono tra le più geniali e originali della storia del cinema, scomparso ad un anno dalla fine delle riprese. Con tratti surrealistici Carrière entra nella vita di Francisco Goya artista eclettico e visionario, percorrendo, quasi come fossimo su un vecchio treno a vapore, le sue fasi vitali; dall’infanzia vissuta a Saragozza fino a Bordeaux dove rimarrà fino alla morte, sopraggiunta nel 1828.
L’ombra di Goya, è un legame artistico tra chi lo ha realizzato, José Luis Lòpez Linares e chi lo racconta facendo emergere le incongruenze temporali di un talento artistico che anticipa uno stile surrealista tipico della cultura novecentesca.
L’ombra di Goya: riflessione di una nuova ideologia culturale
Una splendida interpretazione che riflette sulla condizione umana, sul rapporto vita/morte, sui disastri della guerra e si ribella provocatoriamente denunciando la deriva autoritaria intrapresa dal sovrano spagnolo e scegliendo l’esilio in Francia.
Un resoconto documentaristico che narrando l’Arte narra la Storia di un’Europa complessa e contraddittoria, in balia di un cambiamento culturale che alterna dubbi e certezze, progresso e contrasti, abusi di potere e auspici di pace; un documentario che dipana la storia personale di un artista, il Goya, che si erge a simbolo di libertà e rappresenta l’inquietudine di un tempo difficile dal quale trae quell’ispirazione artistica che lo ha reso immortale.