Sandra Milo: “per la religione sono una peccatrice, eppure Dio mi ha fatto un miracolo”

La musa di Federico Fellini si è aperta con schiettezza e sincerità in una recente intervista.

Sandra Milo, pseudonimo di Salvatrice Elena Greco è un’attrice, conduttrice televisiva e cantante italiana tra le grandi protagoniste del cinema italiano degli anni 60′. In particolare, la diva ha debuttato nel mondo cinematografico nel 1955, nello specifico nel film Lo scapolo di Antonio Pietrangeli per poi avere una parte di spicco anche in Eliana e gli uomini (1956), Mio figlio Nerone (1956), Le avventure di Arsenio Lupin (1957), Erode il Grande (1959) e Vite Perdute (1959). Detto questo, la star divenne molto più famosa essendo coinvolta successivamente ne Il generale Della Rovere (1959), Adua e le compagne (1960), Fantasmi a Roma (1961) e Giulietta degli Spiriti (1965) di Federico Fellini che la consacrò come sua musa.

Sandra Milo rischiò seriamente di perdere sua figlia Azzurra

Sandra Milo - Cinematographe

Sandra Milo, oramai 90enne, in una recente intervista ha ripercorso parte della sua carriera, rivelando in particolare i grandi amori, le delusioni e le vittorie durante la sua vita artistica. Ai microfoni di Sette (via TGCOM24) sono state queste le sue parole, partendo con la nascita di sua figlia Azzurra, ufficialmente nata morta:

Per la religione sono una peccatrice. Per la legge una persona condannabile. Eppure Dio mi ha fatto il miracolo. Mia figlia Azzurra è nata di sette mesi. Nasce viva, e muore subito. La dichiarano morta. Chiudono questa creatura piccolissima in una copertina, lo ricordo bene. Dopodiché arriva una suora, Suor Costantina che chiede al professore di darle la bambina, lui la caccia, lei rimane, finché il professore non gliela dà. In una stanza, Suor Costantina pratica la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco. E prega. Prega Madre Maria Pia Mastena. Prega, prega, senonché la bambina ha un sussulto, piange. Azzurra sta tre mesi in ospedale. Io me la vado a vedere ogni giorno: piccolissima laggiù, nell’incubatrice. Passati tre mesi non ce la faccio più, urlo ai dottori che me la devono dare. Pesava un chilo e sette. Un dottore buono capisce che sì, toccava a me. Me la danno. Per un anno non mi sono mai separata da lei. Nel tempo l’ho osservata, avevo paura che non camminasse, che qualcosa in lei non andasse. Suor Costantina mi dice: ‘tranquilla, il miracolo Dio te lo ha fatto per intero’.

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Fonte: TGCOM24