FEFF 2023 – The Legend & Butterfly: recensione del film di Keishi Ohtomo
Una rivisitazione interessante della storia di Nobunaga e Nohime, diretta dal regista Keishi Ohtomo con un cast magnetico e una sceneggiatura forse un po’ eccessivamente barocca e a tratti dispersiva.
Epico, romantico e con una sottile vena di humor, The Legend & Butterfly è l’ultima opera del regista giapponese Keishi Ohtomo, una delle pellicole viste in concorso alla 25esima edizione del Far East Film Festival di Udine.
The Legend & Butterfly è un film che può essere osservato e giudicato sotto diverse prospettive e che per le sue molteplici sfaccettature forse non risulta comunque un prodotto unanimemente apprezzabile, soprattutto per il pubblico d’Occidente.
La rivisitazione in chiave femminista di un grande classico nipponico, la storia di Nobunaga e Nohime, è audace ma l’eccessiva dilatazione temporale del lungometraggio è di facile distrazione per il pubblico medio.
La trama del film
Giappone, periodo Sengoku, 1549: il figlio del signore di Owari – Nobunaga (Takuya Kimura) – e l’erede del signore di Mino, Lady Nō (Haruka Ayase), si uniscono in un matrimonio politico, che mira a rinsaldare i legami tra i due regni.
Quando il regno di Nobunaga è assediato dalla sete di conquista dei nemici vicini, la moglie – non a caso soprannominata “la Vipera” – rivelerà tutta la sua astuzia e suggerirà all’arrogante e grezzo marito delle strategie di battaglia e dei giochi di potere che porteranno i loro regni a diventare sempre più floridi.
La complicità politica che nasce tra Nobunaga e Nohime evolverà in vero e proprio amore e condurrà letteralmente i due sposi l’uno tra le braccia dell’altra.
Con The Legend & Butterfly, Keishi Ohtomo si diverte a reinterpretare un grande classico, ma non tutto fila liscio
La prima metà di The Legend & Butterfly è stupefacente: ci si appassiona subito ai giochi di sguardo tra Nobunaga e Nohime, che ricordano quasi quelli di due cowboy su un set di Sergio Leone.
Lui, Kimura, è sorprendente nei panni di Nobunaga, interpretando il mutamento del suo personaggio con un’intensità palpabile e conferendogli una tridimensionalità sinceramente non indifferente.
Lei, Ayase, è incantevole: la sua carnagione diafana spicca in un magnetico contrasto con lo sguardo acceso, negli occhi neri quasi “ridenti e fuggitivi”, nella sua forza da donna di potere, sotto la visione femminista che Keishi ha voluto dare alla storia.
Eppure, dimostrando moltissima attualità nella rivisitazione che il regista fa di questo grande classico, inciampa su alcuni gradini e qualche pecca viene fuori. I tagli temporali, prima di tutto, risultano confusionari e poco percorribili da chi non conosce bene la storia di Nobunaga: non da meno, la percezione generale è che il film avrebbe potuto concludersi in maniera già sufficientemente appagante ben molti minuti prima dell’attuale fine.
Dalla sceneggiatura che utilizza Keishi per portare sul grande schermo l’epica storia di Nobunaga e Nohime sicuramente viene fuori un concept che si può condensare in una frase spesso abusata, ma stavolta concreta: dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.
The Legend & Butterfly: conclusione e valutazione
Dal punto di vista meramente tecnico, costumi e scenografie incluse, ben poco di male si può dire di The Legend & Butterfly, nonché della notevole interpretazione dei due attori protagonisti, radiosi e in perfetta simbiosi sul grande schermo.
Il punto debole del film di Keishi resta quindi la sceneggiatura molto, fin troppo, barocca.