“Vaffan***o Nanni Moretti”: l’insulto al regista de Il Sol dell’Avvenire al Nuovo Cinema Sacher è incommentabile
Sul muro esterno del cinema trasteverino è comparsa un'inequivocabile (e inaccettabile) scritta contro il regista.
I contenuti scottanti de Il Sol dell’Avvenire stanno facendo parlare tutta l’opinione pubblica. In un’opera ravvivata dall’ironia graffiante, Nanni Moretti conferma la cifra stilistica che lo ha sempre contraddistinto. Il modo unico di percepire la settima arte ha convinto i suoi numerosi estimatori, ma esporsi significa anche andare incontro a opinioni ostili. Il fatto di aver toccato un tema tanto delicato come la politica promette di dare adito a lunghi, infiniti dibattiti.
Insulto contro il regista
Per coloro che lo ignorassero, il regista si è posta la delicata sfida di immaginare cosa ne sarebbe stato dell’Italia qualora il Pci (Partito Comunista Italiano) avesse deciso di schierarsi con l’Ungheria nel 1956. Un revisionismo storico che, malgrado riguardi eventi risalenti a un lontano passato, ha, comunque, saputo toccare la sensibilità generale, poiché strettamente legata all’attualità. Mentre Il sol dell’avvenire arriva nelle sale, qualcuno ha avuto, nel frattempo, da ridire circa lo stile conferito all’opera. Sul muretto esterno del Nuovo Cinema Sacher, a Trastevere, è apparsa negli scorsi giorni una scritta, recitante: “Ma vaffa… Nanni Moretti viva Stalin”.
#RT @Agenzia_Ansa: 'Vaffa Moretti Viva Stalin', la scritta apparsa fuori dal cinema Sacher. In sala l'ultimo film del regista, 'Il Sol dell'avvenire' #ANSA https://t.co/OC1SqLDksG
— OfficinaDeiGiornalisti (@OfficinaDei) April 30, 2023
Impresse con lo spray rosso, le parole hanno fatto il giro del web, divenendo presto virali. Il riferimento va alla netta presa di posizione assunta dal regista riguardo ai fatti del ’56, capaci di scuotere l’opinione di allora e oggi appreso sui banchi di scuola. Con totale trasparenza, Nanni Moretti ha criticato l’ex dittatore sovietico, riscuotendo sia opinioni favorevoli sia contrarie.
Da qualunque parte si stia, il lungometraggio ha saputo risvegliare la coscienza civile come non capitava da tempo, ma certe considerazioni rimangono inqualificabile. Il lavoro è pieno di riferimenti, più o meno velati, ad altre forme d’arte, compreso il dipinto Il sesto senso, richiamato nella scena finale, con comparse di grido. Il Sol dell’Avvenire rappresenterà l’Italia alla prossima edizione del Festival di Cannes.