Guardiani della Galassia 3, James Gunn vince il PETA Award

Il film è uscito da pochi giorni nelle sale italiane.

Attenzione: seguono spoiler sul film. Come sa chi ha già avuto modo di vedere Guardiani della Galassia 3, al centro della pellicola si parla di esperimenti sugli animali: la origin story di Rocket affonda le proprie radici proprio in questo, e James Gunn nel film non risparmia nulla allo spettatore, nemmeno le immagini più dure. La PETA – People for the Ethical Treatment of Animals, una delle più importanti associazioni che si occupano di difesa dei diritti degli animali – ha voluto premiare il regista James Gunn proprio per questo, cioè per “aver mostrato al pubblico che la origin story di Rocket non avviene fuori dal mondo [gioco di parole intraducibile con Knowhere, quartier generale dei Guardiani, N.d.R.]: gli esperimenti crudeli, insensibili e a sangue freddo sugli animali sono reali e stanno capitando in questo momento“.

James Gunn premiato per la sua attenzione verso i diritti degli animali

Guardiani della Galassia Vol. 3 - Cinematographe

Molto apprezzata è stata inoltre la scelta, mostrata in Guardiani della Galassia 3, di salvare tutti gli animali oggetto di esperimenti da parte dell’Alto Evoluzionario, considerandoli – come detto esplicitamente – alla stregua degli esseri umani. “La PETA vuole che tutti sappiano che ognuno di noi può fare lo stesso, semplicemente condannando gli esperimenti contro gli animali e chiedendo che corporazioni, università e agenzie governative passino a metodi di ricerca all’avanguardia e non sugli animali“.

Anche la vicepresidente della PETA Lisa Lange si è espressa favorevolmente su Guardiani della Galassia 3 in una dichiarazione: “Attraverso la storia di Rocket, James Gunn ha dato un volte, un nome e un’anima ai milioni di animali indifesi che passano attraverso i laboratori nel momento in cui stiamo parlando. PETA celebra questa pellicola come il miglior film dell’anno sui diritti degli animali, perché aiuta il pubblico a vedere gli animali come individui e suggerisce che non dobbiamo per forza fare esperimenti su di loro solo perché ne abbiamo la possibilità“.

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