Javier Bardem: 9 curiosità che non sai sull’attore spagnolo
L'interprete sarà presto al cinema con La sirenetta e in autunno con il secondo capitolo di Dune.
Se non basta quello di cui già abbiamo potuto godere, le due pellicole in uscita nei prossimi mesi che vanteranno la partecipazione di Javier Bardem restituiscono perfettamente l’alta cifra interpretativa e stilistica dell’attore originario di Las Palmas. Una versatilità fuori da ogni logica, sempre pregnante, sempre coinvolgente, dal giovane e paralitico David di Carne tremula (1997) al sociopatico Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi (2007), una carriera multiforme che oggi si riscopre con il live-action Disney diretto da Rob Marshall, La sirenetta, opera in cui Bardem interpreta Re Tritone e che sarà al cinema dal 24 maggio, e con il secondo capitolo (in uscita ad ottobre) di Dune, la saga fantascientifica diretta da Denis Villeneuve in cui l’attore veste i panni di Stilgar, il capo tribù che accoglie il protagonista Paul, riconoscendolo come l’eletto. In 30 anni di professione il sex symbol iberico ha tagliato diversi traguardi, partendo dal basso e dalla marginalità del cinema europeo, ma procedendo sempre in salita e sempre più al centro dell’attenzione, ottenendo premi, fama, prestigio e confrontandosi con personaggi accattivanti, fascinosi, personaggi estremamente distanti ma tutti perfettamente ricamati sulla sua pelle. Una carriera che per il suo percorso conosce pochi eguali e che nasconde qualche curiosità ancora sconosciuta ai più; curiosità che andiamo istantaneamente a sviscerare partendo dai tanti successi ottenuti dall’attore.
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1. I traguardi raggiunti
Dopo l’esordio nel 1990, con Le età di Lulù, di Bigas Luna, la carriera di Bardem vive prevalentemente di cinema spagnolo indipendente per tutti gli anni ’90 e porta all’ottenimento dei primi riconoscimenti: nel 1995, con Días contados di Imanol Uribe, e nel 1996, con Boca a boca di Manuel Gomez Pereira, arrivano infatti i primi 2 dei 6 Goya vinti fino ad oggi. Tra il 2000 e il 2001 l’attore giunge poi al salto definitivo, vincendo la Coppa Volpi a Venezia (poi bissata nel 2004 grazie al film Mare Dentro) e divenendo il primo attore spagnolo ad ottenere una nomination agli Oscar per Prima che sia notte, opera targata Julian Schnabel. Successivamente, nel 2008 arriva la consacrazione con il premio Oscar come migliore attore non protagonista per Non è un paese per vecchi, dei fratelli Coen, che sarà poi seguito da altre due nomination: nel 2022 per A proposito dei Riccardo e nel 2011 per Biutiful, di Alejandro González Iñárritu, che gli valse inoltre il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes e, l’anno successivo, la stella numero 2484 sulla Hollywood Walk of Fame di Los Angeles.
2. Javier Bardem e Penelope Cruz: sodalizio artistico e sentimentale
La coppia formata da Javier Bardem e Penélope Cruz sembra essere una delle più affiatate dell’intero panorama hollywoodiano. Conosciutisi nel 1992 sul set del film di Bigas Luna, Prosciutto prosciutto, e ritrovatisi su quello di Màs que amore, frenesì di Alfonso Albacete, David Menkes e Miguel Bardem, quello di L’amore nuoce gravemente alla salute di Manuel Gómez Pereira e quello di Carne trémula di Almodóvar, i due attori si sono poi rincontrati, una quinta volta, grazie a Woody Allen e al suo Vicky Cristina Barcelona, nel 2008, che fu in grado di far scattare la definitiva scintilla. Il sodalizio è così passato dal professionismo alla vita privata, portando al matrimonio del 2010 e alla nascita dei due figli, Leonardo e Luna. Le collaborazioni artistiche sono invece proseguite con The Counselor – Il procuratore, di Ridley Scott, Escobar – Il fascino del male, diretto da Fernando León de Aranoa e l’opera del regista iraniano Asghar Farhadi, Tutti lo sanno, del 2018.
3. Una famiglia d’arte
Javier Bardem è figlio di José Carlos Encinas Doussinague e dell’attrice Pilar Bardem, al suo fianco al debutto, in Le età di Lulù, e nella pellicola di Pedro Almodóvar, Carne trémula, e venuta a mancare nel 2021. La famiglia Bardem nasconde però diverse eccellenze artistiche; Juan Antonio Bardem, regista di numerose pellicole come A due passi dall’inferno e Il ponte, è lo zio di Javier mentre gli attori Carlos e Mónica Bardem sono entrambi suoi fratelli.
4. Da sportivo a spogliarellista, il passato di Javier Bardem
Prima di dedicarsi totalmente al cinema, per diversi anni Javier ha praticato il rugby a 15 nella squadra del Liceo Francés di Madrid, arrivando anche a rappresentare la Spagna a livello di nazionali giovanili. Egli inoltre, ha raccontato di aver avuto anche un’esperienza come spogliarellista che, per certi versi, aiuta a dare ancor più l’idea di tutta la sua incredibile abilità da performer. In un’intervista del 2008 ha dichiarato: “Ho ballato una sera in un posto… C’era un club, hanno chiesto a un ragazzo di fare uno spogliarello e l’ho fatto; era per dieci minuti, avevo bisogno di soldi“.
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5. Da Luna ad Almodóvar
Come anticipato, l’esordio attoriale per Bardem arriva nel 1990 con Le età di Lulù, di Bigas Luna, film che lo vede recitare al fianco della madre Pilar e dell’italiana Francesca Neri, protagonista. In breve tempo diviene attore feticcio del regista spagnolo con il quale gira altri 3 film nel corso degli anni ’90: Prosciutto prosciutto, Uova d’oro e La teta y la luna. L’anno dopo il suo debutto, il secondo film a cui prende parte l’attore è Tacchi a spillo di Pedro Almodóvar e anche ad esso fa seguito un’altra importante collaborazione con uno dei più grandi registi spagnoli di sempre, quella per Carne trémula, dove ritrova Francesca Neri e la futura compagna, Penelope Cruz.
6. Il controverso rapporto tra Javier Bardem e Anton Chigurh
È il 2007 quando i fratelli Joel e Ethan Coen contattano Javier Bardem per il ruolo dello psicopatico ed inquietante killer Anton Chigurh, in Non è un paese per vecchi, e sono ormai da tempo di dominio pubblico le parole che l’attore ha detto di aver pronunciato dopo aver letto la sua parte: “Ascoltate“, ha dichiarato, “sono l’attore sbagliato: io non guido, parlo male l’inglese e odio la violenza“. Frase a cui i Coen avrebbero risposto: “Forse è proprio per questo che ti abbiamo chiamato”, convincendo l’attore e permettendogli di regalare al pubblico la sua miglior interpretazione, giustamente pluripremiata.
7. L’insegnamento degli AC/DC
Stando a quando ha rivelato lo stesso attore, la musica degli AC/DC lo ha aiutato molto nella comprensione della lingua inglese. “Adesso so cosa significano inferno, autostrada, imprecazioni, sì! Campane! Queste cose le so” ha spiegato Bardem mentre era ospite ad un talkshow americano. Sembra che in particolare il brano Back in Black sia stato per lui alquanto utile per migliorarsi. Sempre lui dichiara: “Amo l’hard rock e amo l’heavy metal“.
8. Il fondamentale ruolo di John Malkovich per la carriera di Javier Bardem
John Malkovich ha avuto un ruolo fondamentale per la carriera di Javier Bardem quando, agli inizi del 2000, lo ha selezionato come attore principale per il suo film Danza di sangue – Dancer Upstairs. Lo stesso attore ha rivelato: “John è venuto da me cinque anni fa con The Dancer Upstairs ed ero scioccato, perché a quel tempo nessuno mi conosceva fuori dal mio paese ed ho pensato: ‘Cosa sta facendo questo qua? Riesco a malapena a dire qualcosa in inglese e lui mi sta dando un ruolo che non riesco nemmeno a leggere!’ e lui invece mi ha detto: ‘No, ti voglio. Non preoccuparti, imparerai l’inglese’. Era molto sicuro di sé“.
9. La cancellazione di Cortez
Nel 2014 era uscita la notizia che Steven Spielberg avesse intenzione di riprendere una vecchia sceneggiatura dedicata all’esploratore Hernán Cortés e scritta da Dalton Trumbo, uno dei più grandi scrittori per il cinema hollywoodiano, per farne un suo film. Quando Steve Zaillian (Gangs of New York e The Irishman) venne chiamato per revisionare la sceneggiatura e Javier Bardem ingaggiato come protagonista, sembrava che il progetto dovesse andare in porto finché, nell’autunno del 2020 fu Amazon, detentore dei diritti, a bloccare tutto a causa della pandemia.
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