I 14 registi più premiati di sempre al Festival di Cannes
La storia di uno dei festival più prestigiosi al mondo passa per Ostlund, Haneke, i fratelli Dardenne e molti altri
L’incontro, la passione, la condivisione; le realtà festivaliere sono ossigeno per l’audiovisivo, preservano la vitalità del cinema continuando a dare la possibilità ai progetti più disparati di essere sviluppati, visti, vissuti nella partecipazione e nel confronto. I 14 registi più vincenti di Cannes danno un’idea di quanto uno dei festival di più alto prestigio al mondo, abbia sempre premiato l’eterogeneità, senza porre alcuna barriera geografica al talento e all’espressione artistica autoriale. Dalla Svezia all’Austria, dal Belgio agli Stati Uniti, passando per il Giappone, la Palma d’Oro e il Prix de la mise en scène (che premia il miglior regista dell’anno) da circa 80 lustri girano il mondo, alla costante ricerca di quel nuovo sguardo capace di dare dinamicità alla storia del cinema e di sbalordire appassionati e addetti ai lavori. I nomi che si sono susseguiti nel tempo e che hanno trionfato al festival vanno dai più altisonanti autori riconosciuti dal mondo intero ad altri arrivati con più fatica al grande pubblico, poiché poco conformi ad esso, e più legati alle specifiche nicchie, proprie dei cinefili di professione; andiamo a scoprire chi sono i più premiati di sempre, partendo da Ruben Östlund, che lo scorso anno, con Triagle of Sadness, ha bissato la vittoria ottenuta 5 anni prima con The Square.
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1. Ruben Östlund è l’ultimo arrivato tra i registi più premiati di Cannes
Presidente di giuria quest’anno, per la 76ª edizione, lo svedese Ruben Östlund, nonostante una carriera ancora non così longeva, può già essere considerato uno dei veterani del Festival di Cannes. Presentatosi nel 2014 con Forza maggiore, ottiene il riconoscimento della sezione Un Certain Regard, per poi tornare 3 anni dopo e ricevere la prima Palma d’oro con The Square, poi replicata lo scorso anno con Triangle of Sadness, candidato all’oscar come migliori film internazionale.
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2. Michael Haneke
Più navigato del precedente, l’austriaco Michael Haneke è invece una presenza costante del festival da diverso tempo. Vince il Grand Prix Speciale della Giuria nel 2001, con La pianista, film che valse il riconoscimento anche per i due interpreti: Benoît Magimel e Isabelle Huppert. Torna poi, 4 anni più tardi, vincendo il Prix de la mise en scène per Niente da nascondere e tra il 2009 e il 2012 ottiene ben 2 Palme d’oro, prima con Il nastro bianco e poi con Amour, capace di vincere anche il premio come miglior film internazionale agli Oscar dell’anno successivo.
3. Jean-Pierre e Luc Dardenne
Affermatisi alternando il documentarismo alla finzione, anche Jean-Pierre e Luc Dardenne, meglio noti come i fratelli Dardenne, dal Belgio, hanno rubato la scena in diverse edizioni del festival. A cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000 riescono infatti ad aggiudicarsi per due volte la Palma d’oro, prima con Rosetta e poi con L’enfant – Una storia d’amore, mentre nel 2011 tornano con uno dei loro ultimi lavori, Il ragazzo con la bicicletta, che si aggiudica il Grand Prix Speciale della Giuria.
4. Ken Loach
Il britannico Ken Loach, con una lunghissima carriera cinematografica dedicata alla condanna delle condizione del ceto medio-basso, ha atteso circa 40 anni per approdare a Cannes e salpare da vincitore. Nel 2006 vince la prima Palma d’oro con Il vento che accarezza l’erba ed esattamente 10 anni dopo si ripete con Io, Daniel Blake.
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5. Anche Francis Ford Coppola tra i registi più vincenti di Cannes
Non necessità di alcun tipo di presentazioni Francis Ford Coppola, uno dei padri della New Hollywood, nonché uno dei cineasti più apprezzati degli ultimi 60 anni di cinema. Il regista de Il padrino vanta una serie interminabile di premi ottenuti e, nel corso della sua carriera, non ha risparmiato nemmeno Cannes che, come per i precedenti, lo ha insignito della Palma d’oro in due differenti occasioni: prima con La conversazione, nel 1974, poi con Apocalypse Now, nel 1979.
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6. Bille August
Con Bille August ci si sposta in Danimarica per altre due pellicole partite da Cannes e arrivate, grazie ad esso, al più vasto pubblico. Pelle alla conquista del mondo viene presentato nel 1988, ottiene la Palma d’oro e arriva poi all’Oscar, dove vince come miglior film internazionale; 4 anni dopo è invece il turno di Con le migliori intenzioni, il film tratto dall’autobiografia di Ingmar Bergman, e da lui stesso sceneggiato, che assicura ad August un secondo trionfo.
7. Emir Kusturica è tra i registi premiati 3 volte a Cannes
Emir Kusturica, bosniaco naturalizzato serbo, e precedentemente cittadino jugoslavo, è stato in grado di portare il vecchio regime di Tito sul gradino più alto del podio di Cannes per due anni. Transitato dai più importanti festival, infatti, l’autore ha vinto la Palma d’oro sia nel 1985, grazie Papà… è in viaggio d’affari, sua opera seconda, sia nel 1995 con Underground, considerato il suo più grande capolavoro.
8. Shōhei Imamura
Più o meno agli stessi anni risalgono le vittorie del regista giapponese Shōhei Imamura. Considerato uno dei più importanti cineasti della nouvelle vague nipponica, egli è un altro dei pochi autori capace di collezionare due Palme d’oro. La prima arriva nel 1983 con La ballata di Narayama, la seconda nel 1997 con L’anguilla, la surreale storia di un assassino in cerca di redenzione.
9. Alf Sjöberg
Con Alf Sjöberg si torna in Svezia, paese natio del primo e dell’ultimo regista in grado di aggiudicarsi due volte il premio più ambito del festival francese. Precedentemente rispetto all’arrivo della Palma d’oro, Sjöberg vince il Grand Prix du Festival International du Film alla prima vera e propria edizione del festival, nel 1946, grazie a Spasimo, assieme ad altri 10 film, tra cui Roma città aperta di Roberto Rossellini, e nel 1951 con La notte del piacere, ex aequo ancora con un’opera italiana: Miracolo a Milano, di Vittorio De Sica.
10. I fratelli Coen tra i registi più premiati di Cannes
Spostandoci dalla Palma d’oro più verso il premio dedicato esclusivamente alla regia troviamo innanzitutto i fratelli Coen, la famigerata coppia autrice di Non è un paese per vecchi e Il grande Lebowski, premiata in 3 occasioni. Il primo riconoscimento arriva nel 1991 con Barton Fink – È successo a Hollywood, film con cui la coppia fa tripletta aggiudicandosi i premi come miglior film e miglior regia, oltre a quello a John Turturro per l’interpretazione. 5 anni dopo è la volta di Fargo, il capolavoro che vale ancora una volta il Prix de la mise en scène, poi ottenuto nuovamente con L’uomo che non c’era.
11. Robert Bresson
Tra i registi più vincenti di Cannes non passa inosservato anche il nome di Robert Bresson, il grande autore francese, riconosciuto in tutto il mondo per il suo maniacale minimalismo. Viene premiato sia per la regia di Un condannato a morte è fuggito (1957) che per quella del suo ultimo film, L’argent, ispirato al racconto Denaro falso di Tolstoj e vincitore in ex aequo con Andrej Tarkovskij e il suo Nostalghia.
12. John Boorman
Nato come documentarista e vissuto tra il Regno Uniti e gli Stati Uniti, anche John Boorman è da annoverare tra i registi più vincenti di Cannes. Tratto da una commedia di George Tabori, il film Leone l’ultimo, del 1970, gli assicura una prima vittoria come miglior regista dell’anno, mentre il secondo trionfo arriva poi nel 1988 con The General, la storia in bianco e nero di un di un ladro irlandese ucciso dall’IRA.
13. Sergej Jutkevič
Nel pieno della Guerra fredda il sovietico Sergej Jutkevič è il secondo nella storia a riuscire ad ottenere per due volte il riconoscimento come miglior regista. Membro della giuria sia nel 1955 che nel 1958, sono il ’56 e il e il ’66 gli anni in cui riesce ad affermare il proprio linguaggio e la propria poetica. La prima vittoria arriva con Otello il moro di Venezia, la seconda con Lenin in Polonia.
14. René Clément è il più datato tra i registi più vincenti di Cannes
Per concludere arriviamo alle origini del festival, con l’autore che si è aggiudicato le prime due edizione del Prix de la mise en scène: René Clément. Il regista francese vincitore di 2 premi Oscar, grazie a Le mura di Malapaga e Giochi proibiti, ha aperto le danze sulla costa francese nel 1946 con la sua opera prima Operazione Apfelkern, e si è poi ripetuto nel 1949 con il già citato Le mura di Malapaga, suo terzo lungometraggio girato tra Genova e Roma, vincitore anche del premio come miglior interpretazione femminile, con l’italiana Isa Miranda.
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