Guardiani della Galassia Vol. 3: perché Groot si comporta così nel finale? La spiegazione
Nel lungometraggio assistiamo ad una scene inaspettata e commovente che vede come protagonista l'albero parlante compagno di Rocket.
Guardiani della Galassia Vol. 3, scritto e diretto da James Gunn (Slither, The Suicide Squad – Missione Suicida) è sicuramente uno dei progetti che, più di tutti, ha attirato la curiosità e l’attenzione del pubblico. Dopo un’epopea fantascientifica davvero brillante, tra tanta comicità (e anche tanti momenti emozionanti) ecco che la saga si avvia ad una conclusione, che prevede non solo un addio per gli Avengers Galattici, ma anche per James Gunn che abbandona i Marvel Studios per dedicarsi interamente alla DC.
Guardiani della Galassia Vol. 3, prodotto in particolare da Marvel Studios, è arrivato nelle sale italiane il 3 maggio 2023 stupendo per l’ottimo bilanciamento tra dramma e umorismo. Tra l’altro, in una delle sequenze finali della pellicola, vediamo che Groot (doppiato da Vin Diesel) è protagonista di un momento assolutamente inaspettato e molto intenso che però ha lasciato completamente di stucco gli spettatori. Se non avete visto ancora il lungometraggio vi sconsigliamo di proseguire con la lettura in quanto viene fatta una rivelazione importante.
Guardiani della Galassia Vol. 3: il linguaggio di Groot
Ebbene, proprio in Guardiani della Galassia Vol. 3, in una delle ultime sequenze che vede tutto il gruppo degli Avengers Galattici riunito (prima della dipartita di alcuni membri), ecco che proprio Groot si lascia andare ad un’affermazione insolita, che è un po’ fuori dal canone del personaggio. L’albero, infatti, pronuncia la frase: “Vi amo ragazzi”. Dopo che per tre film abbiamo appreso da Rocket (che ha la voce di Bradley Cooper) che la creatura ha un vocabolario molto limitato (sa infatti dire solo: “Io sono Groot”) ci siamo sempre abituati a queste tre semplici parole, ma bisogna sottolineare, innanzitutto, che tutti i Guardiani hanno poi iniziato a capire il loro amico, intuendo le intenzioni e lo spirito anche senza aver bisogno di un discorso completo.
È proprio per questo motivo che la scena in questione ha un valore particolare e nostalgico: non ci suggerisce che improvvisamente Groot ha iniziato ad esprimersi, ma che gli spettatori, dopo anni di convivenza con questi personaggi, hanno capito anche loro (come gli altri supereroi) le parole dell’albero anche perché, per stessa ammissione di Gunn, gli appassionati sono diventati in qualche modo parte della squadra. Che dire? Una scelta decisamente molto interessante che però va capita perché sul momento può lasciare sicuramente senza fiato e parole al pensiero che di punto in bianco Groot abbia parlato.
Chiaramente, oltre a questa spiegazione fornita dal film-maker stesso, ci sono almeno un altro paio di possibili spiegazioni a tale scelta stilistica. Si tratta di motivi decisamente molto meno poetici e più logici e razionali, quindi vanno di fatto ad eliminare, per così dire, quella componente emotiva che invece Gunn ha voluto fosse presente, ma comunque è interessante speculare in maniera completa e approfondita sulla questione.
Groot in Guardiani della Galassia Vol. 3: tra fumetti e diversità
Cominciamo con il dire che, se Groot ha parlato in Guardiani della Galassia Vol. 3, tale scelta potrebbe essere correlata direttamente al mondo fumettistico. Quando il personaggio ha debuttato tra le pagine de La Casa delle Idee, inizialmente come cattivo, parlava fluentemente senza problemi con un linguaggio ricco e forbito. Tutto è cambiato quando invece è stato scelto di farlo rinascere come eroe, con la tipica frase: “Io sono Groot” portata avanti anche in questo caso. C’è però un’altra eccezione da riscontare nella serie Infinity Countdown del 2018, dove l’albero parla in inglese, riferendosi in terza persona. Ciò quindi dimostra che, in alcuni casi, il nostro amato Vendicatore Galattico ha avuto spazio per dire più di tre parole.
Bisogna tenere in considerazione, inoltre, un altro elemento importante, ovvero che il Groot che osserviamo dalla fine di Guardiani della Galassia (2014) in poi, ovvero quello che nasce come piccola piantina e che poi si trasforma nell’essere gigantesco della post-credits di Guardiani della Galassia Vol. 3, non è lo stesso Groot. Sappiamo bene, infatti, che nel primo film il personaggio è adulto e, per salvare i suoi amici, si sacrifica, creando una sorta di scudo con i rami per proteggere la squadra. Ciò lo porta alla morte e Rocket, raccogliendo un piccolo ramoscello, lo pianta, portando alla nascita di quello che possiamo definire suo figlio, chiamato ovviamente sempre Groot in onore del padre. Proprio perché si tratta di due personaggi differenti, il nuovo Groot, banalmente, potrebbe essere più loquace del padre.
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