Sylvester Stallone elogia il rivale Arnold Schwarzenegger: “era superiore”
L'interprete di Rocky ha ricordato il suo collega in uno spezzone della nuova miniserie Arnold, disponibile su Netflix.
Sylvester Enzio Stallone (conosciuto ai più semplicemente come Sylvester Stallone) è un famoso attore, regista, sceneggiatore, produttore e pittore americano nato a New York il 6 luglio 1946, uno dei volti più famosi ed iconici del cinema hollywoodiano, capace di incarnare ruoli memorabili e intramontabili. Il suo debutto nel mondo della recitazione, in particolare, risale al 1969, quando è apparso in The Square Root di Edmond Chevie, apripista cinematografico che poi l’ha portato a ruoli decisamente più di punta apparendo poi Porno proibito (1970), Amanti ed altri estranei (1970), Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971). Detto questo, tra le parti che lo hanno consacrato alla storia non si può non citare Rocky Balboa incarnato nella celebre saga, ma anche il mitico Rambo.
Sylvester Stallone ha esordito, in particolare, con The Square Root, nel 1969
Tra Sylvester Stallone e il suo collega attore Arnold Schwarzenegger c’è sempre stata una sottile rivalità dettata specialmente dal fatto che i due, specialmente negli anni 80′, erano soliti fare lo stesso tipo di film, anche se pare che, negli ultimi anni, questo scontro ideologico abbia trovato una conclusione. Recentemente, infatti, in occasione del lancio della miniserie dedicata a Schwarzenegger ovvero Arnold, ha parlato proprio Stallone come riportato da Deadline, in realtà ammettendo che proprio Arnold era una spanna sopra.
“Gli anni ’80 sono stati un periodo molto interessante perché il ‘ragazzo d’azione’ definitivo non era ancora stato davvero formato. Fino a quel momento, l’azione era un inseguimento in macchina come Bullitt o The French Connection, e un film tutto sull’intelletto e allusioni e verbali questo e verbali quello. In realtà hai fatto affidamento sul tuo corpo per raccontare la storia. Il dialogo non era necessario. Ho visto che c’era un’opportunità, perché nessun altro lo stava facendo… tranne qualche altro ragazzo austriaco, che non ha bisogno di dire molto. Ogni volta che usciva con un film come Rambo II, dovevo trovare un modo per superarlo. Era superiore. Aveva solo tutte le risposte. Aveva il corpo. Aveva la forza. Quello era il suo carattere.”
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