Harrison Ford su Indiana Jones e il Quadrante del Destino: “il mio splendido addio”
La conferenza stampa globale con il regista e i protagonisti del nuovo capitolo di Indiana Jones: James Mangold, Harrison Ford, Mads Mikkelsen e Phoebe Waller – Bridge.
Abbiamo partecipato alla conferenza stampa globale di Indiana Jones e il Quadrante del Destino, il quinto e ultimo capitolo della saga dell’amatissimo archeologo interpretato da Harrison Ford, che arriverà in sala il 28 giugno distribuito da The Walt Disney Company Italia. Il film, diretto da James Mangold (Wolverine, Le Mans ’66 – La grande sfida), vede nel cast anche Phoebe Waller-Bridge (Fleabag) nei panni di Helena Shaw, figlioccia di Indiana Jones, e Mads Mikkelsen (Un altro giro, Animali fantastici – I segreti di Silente) in quelli del villain nazista Jürgen Voller.
In questo nuovo capitolo della saga siamo nel 1969: Indiana Jones è in pensione, sta divorziando da Marion ed è depresso. Ma l’avventura torna a bussare alla sua porta con l’arrivo di Helena, figlia di Basil Shaw, un vecchio amico che lo aveva aiutato durante la guerra a recuperare un antico manufatto appartenuto ad Archimede.
Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Mads Mikkelsen e James Mangold ci hanno raccontato questa esperienza e il loro entusiasmo per il ritorno sul grande schermo di Indiana Jones.
Harrison Ford: “L’amore del pubblico significa davvero tanto per me”
Una sfida in particolare per James Mangold che ha preso il testimone da Steven Spielberg, che di questo capitolo è solo produttore esecutivo: “Sono cresciuto ammirando i film di Indiana Jones”, ha spiegato il regista, “Harrison Ford, Steven Spielberg, Kathleen Kennedy, Frank Marshall hanno costruito il mio amore per il cinema. Sapevo che questa era un’opportunità e ho sentito il loro calore, ho capito che sarebbe stata una delle più importanti esperienze della mia vita. Le sfide erano molteplici: la gestione delle scene d’azione, gli spostamenti del set in giro per il mondo (una parte del film è girata in Sicilia, a Siracusa), bisogna pianificare tantissimo. E poi volevo che questo film avesse un’anima, non volevo che fosse un semplice capitolo in un grande franchise. E poi c’era ovviamente una grande eredità e la voglia di fare qualcosa di nuovo”.
Per Harrison Ford Indiana Jones rappresenta uno dei personaggi che hanno segnato la sua carriera, insieme a Ian Solo di Star Wars e Rick Deckard di Blade Runner, e questo è l’addio che sperava di dargli: “Indy è anziano, è in una nuova fase della sua vita, si sta ritirando dalla vita accademica, è giù di morale, non lo abbiamo mai visto così prima, e questo funziona dal punto di vista narrativo”, ha dichiarato l’attore, “La sua debolezza sono le devastazioni del tempo, mi piaceva l’idea di essere alla fine della sua carriera, il progetto era ottimo, ero eccitato quando ho letto la sceneggiatura, per me non c’erano ostacoli per un altro capitolo della storia. È uno splendido addio”. Un attore che è un mito vivente ma si definisce un semplice “assistente degli storyteller, sono sempre stato al servizio del cinema, il mio personaggio significa per me quello che significa per il pubblico e la generosità che la gente mi ha dimostrato in tutti questi anni significa davvero tanto per me”.
Mads Mikkelsen: “ Cerco l’umanità anche nei villain”
E non c’è Indiana Jones senza un villain contro cui combattere e in questo nuovo capitolo è interpretato da un attore che di cattivi ne sa qualcosa: Mads Mikkelsen ha nel suo curriculum personaggi come Gellert Grindelwald in Animali fantastici – I segreti di Silente, il villain di 007 – Casino Royale, Kaecilius in Doctor Strange e Hannibal Lecter nella serie tv di Bryan Fuller. Parlando di Jürgen Voller ha dichiarato: “Penso che la sua passione per la scienza e per il suo lavoro sia molto forte, ed è proprio questa la sua debolezza. L’amore per il Terzo Reich lo porterà alla rovina. Voller è il primo nazista che interpreto e anche quando interpreto un cattivo di questo genere cerco la sua umanità, se non trovo cosa sogna, quali sono le sue passioni, le sostituisco con qualcos’altro. Indiana Jones non è il primo franchise a cui prendo parte, ma è il primo con cui sono cresciuto, quando ho fatto Bond e Star Wars ho mentito in tutte le interviste (ride), ho sempre detto di averli visti, ma non l’ho fatto”.
Phoebe Waller – Bridge: “Helena riporta all’avventura Indiana Jones”
Phoebe Waller – Bridge, attrice e autrice acclamata, vincitrice di un Emmy e di due Golden Globe per la sua serie Fleabag, pensa che il personaggio di Helena sia “fantasiosa e dotata di un buon senso dell’umorismo. Penso che sia la persona giusta per entrare nella vita di Indy in un momento in cui sembra che si trovi in un vicolo cieco emotivo. Quando subentra nella sua vita porta una brezza di piacere, porta alla sua memoria il rapporto che aveva con suo padre, e ravviva la passione per l’archeologia e per l’avventura. E penso che questo lo riporti alla vita di nuovo. C’è un incrocio generazionale e penso che sia una storia davvero importante e bella da raccontare”.
Tre attori di esperienze diverse, un regista che si è trovato alle prese con un mito come Indiana Jones, quali sono stati nel corso della loro carriera i consigli fondamentali dei loro mentori e insegnanti per affrontare il loro lavoro?
Per Harrison Ford è l’insegnamento dato da Marlon Brando: “Non ti deve importare altrimenti lo vedranno sul tuo viso. Questo significa che non devi preoccuparti del successo personale ma devi pensare ad esserci lì sul momento quando reciti”.
Il consiglio dato da un insegnante a Mads Mikkelsen è più lapidario ma significativo sul mestiere dell’attore: “Ricorda che sei un bugiardo professionista, ma non mentire mai”, proprio per sottolineare l’importanza di essere consapevole del ruolo che si sta interpretando, dandogli verità e profondità.
Per Phoebe Waller-Bridge l’insegnamento più importante le è stato dato dal suo insegnante di recitazione, Ché Walker, simile a quello di Marlon Brando: “Devi preoccuparti fino a quando la videocamera non si accende, subito dopo non ti deve importare di niente”.
“Il più grande mentore della mia vita è stato un uomo meraviglioso di nome Alexander Mackendrick, un regista, che era un insegnante alla Cal Arts, la scuola d’arte che ho frequentato quando avevo 17 anni”, ha spiegato James Mangold, “fu colpito da un enfisema e finì per insegnare in questa piccola scuola d’arte, sono diventato il suo assistente didattico e sarebbe impossibile per me quantificare tutto quello che ho imparato da lui, mi ha fatto capire quanto devi lavorare duramente per diventare regista, di mostrare sul set agli attori quello che gli stai chiedendo di fare. Ciò che immaginiamo come registi, ciò che abbiamo nella nostra mente dobbiamo renderlo reale, aiutare gli attori e la troupe a renderlo possibile, vivere la scena con loro”.