The Pangolin Friend: recensione del documentario di Franck Sanson
The Pangolin Friend è un documentario francese che si pone l'obiettivo di sensibilizzare il pubblico sui pangolini, specie ad alto rischio di estinzione.
The Pangolin Friend, scritto e diretto da Franck Sanson, è un documentario che in modo semplice e chiaro porta lo spettatore al centro delle foreste africane per scoprire il pangolino, un mammifero conosciuto anche con il nome di “formichiere squamoso”. La pellicola, prodotta da Pronto Prod assieme a Ushuaïa TV e A2dock Films, è stata proiettata alla VII edizione di Cinema e Ambiente Avezzano.
The Pangolin Friend: la collaborazione tra ricercatori e popolazione locale per la salvaguardia di animali vulnerabili
In The Pangolin Friend, il regista Franck Sanson segue la ricercatrice Tessa Ullmann mentre cerca di portare avanti gli studi su questo raro mammifero localizzato nella Riserva Nazionale Sangha Tri, grazie anche all’aiuto e alla collaborazione della popolazione indigena dei Bayaka, un gruppo di pigmei che abita nelle foreste della Repubblica Centrafricana.
Nel corso del documentario ci viene mostrata la collaborazione che si è instaurata tra Tessa e i Bayaka, originatasi allo scopo di studiare le abitudini di questa specie animale vulnerabile e a rischio di estinzione, di cui si sa ancora relativamente poco. Una cooperazione basata su fiducia ma anche sullo scambio equo di informazione e conoscenze, dove la popolazione locale – come espresso dalla ricercatrice – svolge un ruolo fondamentale nel raccogliere dati, informazioni, e abitudini dei pangolini.
Ullmann spiega “è necessario inserire la conoscenza locale delle popolazioni indigene nella ricerca scientifica“, non solo per poter trarre beneficio dalla loro secolare familiarità con la flora e la fauna del loco, ma anche per coinvolgere la popolazione nella ricerca e nell’aiuto alla salvaguardia di questi animali molto ambiti dalla caccia di frodo.
Così il documentario si fa testimone della stretta collaborazione e partecipazione che vi è tra Tessa Ullmann e i Bayaka. Questi ultimi lavorano sul campo, osservando e raccogliendo informazioni sui pangolini, in cambio di una remunerazione e di un riconoscimento ricerca compiuta.
Nel giro di 50 minuti impariamo come questa collaborazione non ha solo lo scopo di portare avanti uno studio su questi rari mammiferi, ma anche quello di rendere la popolazione locale partecipe nella protezione della specie dei pangolini, cacciati per la loro carne, ma soprattutto per alimentare il mercato internazionale di scaglie. Come sottolinea Tessa, il problema non risiede nelle abitudini della popolazione indigena, che occasionalmente caccia questi animali per mangiarne la carne, quanto piuttosto nella caccia assidua dei bracconieri, che invece uccidono centinaia di esemplari.
La soluzione risiede nel promuovere la conoscenza, il rispetto e la salvaguardia dei pangolini, animali estremamente vulnerabili, non solo da parte delle autorità ma anche delle popolazioni autoctone.
The Pangolin Friend: conclusione e valutazione
The Pangolin Friend, nella struttura e nei stilemi narrativi, si propone come un classico esempio di documentario; non si è quindi di fronte ad un’innovazione del linguaggio del genere, che certamente non è nemmeno il suo obiettivo, anzi. Questo documentario a cura di Franck Sanson si propone come obiettivo quello di portare avanti un messaggio: la salvaguardia dei pangolini. E ci riesce. Punto.
Non siamo davanti ad un’opera maestra ma comunque in 50 minuti impariamo qualcosa di più sui pangolini, e questo basta.